il Fatto Quotidiano, 4 febbraio 2022
Scarpe, le migliori amiche delle donne
«Le scarpe? Danno fiducia e completano un outfit e, poi, cambiano davvero un po’ il tuo carattere. I piedi non ingrassano e non dimagriscono, rimangono gli stessi, quindi una scarpa può essere per sempre. Partendo dal basso, insomma, possiamo dichiarare tanto, anche senza parlare». Ne è convintissima Sandra Choi, 49 anni e sorriso solare, direttrice creativa di una griffe che per molte donne è una vera e propria ossessione, Jimmy Choo. A rendere il marchio conosciuto in tutto il mondo ci ha pensato Carrie Bradshaw, quando, in una puntata del 2000 di Sex and the City, ha abbandonato le consuete Manolo per un paio di sandali piumati. La protagonista, nell’intento di prendere l’ultimo traghetto in partenza da Staten Island verso New York, corre e rischia di perdere la scarpa e urla, cercando di impietosire inutilmente il comandante, I lost my Choo!.
IL LANCIO
Fu l’inizio di un fenomeno e quel modello è ancora in vendita in qualche sito di usato. «Accadde inaspettatamente – conferma Sandra Choi – Eravamo ancora novellini e quella scena in quella serie così seguita fu un lancio incredibile». Eppure la maison non era del tutto sconosciuta: fondata ufficialmente nel 1996, nasce dalla passione dello zio della Choi, proprio il signor Jimmy Choo, per la calzature. Era un calzolaio di lusso malese con sede a Londra, amato da molte celebrity, tra le quali la stessa Lady Diana.
Ma la stilista ha nel cuore soprattutto l’incontro «da brividi» con Michelle Obama, che non si è fatta mancare decolleté, sandali e stivaletti traforati del marchio. «Per me indimenticabili rimangono Billie Eilish al Met Ball, perché è una della next gen, che non aveva mai indossato tacchi su un red carpet prima dei nostri. Kendall Jenner, che nel 2018 portò i nostri sandali Minny coi calzini, sottolineando un nuovo modo di vestire. E, poi, Uma Thurman in ballerine a Cannes, a dimostrazione che non ci sono regole di stile quando si tratta di scarpe, ma solo sicurezza ed equilibrio».
LE SITUAZIONI
Il fatto che uno stiletto non sia sempre necessario sta molto a cuore alla designer: «Siamo noti per i tacchi alti, ma il glamour non significa solo altezze esagerate. Mi piace dare ai nostri clienti un’offerta di stile di vita completa. Personalmente sono una madre lavoratrice, che corre tra un appuntamento e l’altro, e voglio essere a mio agio durante la giornata, ma senza perdere quel tocco da party girl. Quando mi barcameno tra gli impegni o per andare a prendere le ragazze a scuola, adoro le mie scarpe da ginnastica. Ma i tacchi possono dare tanta sicurezza: ne indosso sempre un paio prima di una riunione importante, perché donano una sorta di sollevamento. Si tratta di sicurezza e di come li indossi». E, forse, a quel punto Carrie non avrebbe perso il traghetto. «In ogni caso, non bisogna prendersi mai troppo sul serio».
Se, poi, si vuole sapere come camminare con naturalezza e fascino, evitando rovinose cadute dai piani alti, bisogna fare un po’ di prove e trovare la propria formula ideale: «La scarpa è architettura: rialzo, tomaia e punta devono essere perfettamente proporzionati. Bisognerebbe che ognuna di noi conoscesse l’altezza ottimale del tacco per lei. La mia è di 10 cm, ma di 14 se c’è un platform: con quelli posso fare di tutto». Una formula aurea che, in qualche modo, Sandra Choi applica alla sua vita, dove, nella giornata organizzatissima, non manca mai lo spazio per la sua famiglia, ma anche una continua ricerca sul lavoro, tant’è che ha collezionato, negli anni, molte collaborazioni.
LA CAPSULE
L’ultima, ancora top secret e che sarà svelata in primavera, è quella con la maison Mugler: una capsule di calzature audaci. «Ho sempre voglia di imparare e questo tipo di progetti regala nuove prospettive. La cosa migliore è quando nascono in modo inaspettato. Lavorare con Casey Cadwallader (il direttore creativo di Mugler) è stato esaltante: è molto interessato alle scarpe, quindi abbiamo un terreno comune e da ciò credo sia nato qualcosa di davvero speciale. La nostra estetica, poi, è molto simile: amiamo entrambi l’ultrafemminilità e ci siamo spinti oltre il possibile».
LO SHOPPING
Del resto, Sandra Choi ha sempre amato la moda a tutto tondo: «Sono nata sull’isola di Wight e sono cresciuta a Hong Kong, a 17 anni sono arrivata a Londra per studiare alla Central Saint Martins. Ero interessata allo stile fin da piccola. Ricordo di aver visto una giacca di John Galliano su una rivista e di aver pensato: voglio imparare a realizzarla! Ma lavorare con mio zio è stato l’insegnamento maggiore». Da qui ha anche capito che nella scarpiera di una donna non dovrebbero mai mancare «una décolleté a punta da indossare con qualsiasi outfit, stivaletti che danno eleganza, ma permettono anche di correre, sandali con cinturino giocosi e glamour, un paio flat e un modello di tendenza, ma che ami davvero». E la lista per il prossimo shopping è fatta.