Avvenire, 4 febbraio 2022
Pinterest, il social dove non si possono postare fake news
Tra i mali che affliggono i social ce ne sono alcuni particolarmente dannosi come i contenuti di odio, le risse tra utenti e le fake news. Eppure esiste un social dove praticamente non ce traccia di tutto questo. Per un motivo molto semplice: la piattaforma li ha banditi. Se per caso si cercano argomenti che dividono come «no vax» oppure «danni da vaccino», si approda su una pagina dove c’è scritto: «I contenuti su questo argomento spesso violano le nostre linee guida che vietano informazioni mediche false o dannose». E più avanti: «Se cerchi consigli medici, contatta un esperto del settore». Certo, c’è chi ci prova in mille modi, a inserire post (che qui si chiamano pin) polemici o provocatori. Ma il social non cede. Chi viola le regole viene rimosso. E quando le persone cercano argomenti relativi al coronavirus, visualizzano un banner che li porta al sito dell’Organizzazione mondiale della sanità.
A rendere la cosa ancor più interessante è il fatto che Pinterest (è lui il social di cui parliamo) ha deciso di combattere le fake news sulla salute nel 2017, cioè ben prima della pandemia. A causa del Covid ha aumentato i controlli ben due volte: nel marzo 2019 e poi nel marzo 2021. Da allora gli utenti americani sono un po’ calati, ma in Italia sono cresciuti. Come ha sottolineato DataMediaHub, «a novembre dell’anno scorso Pinterest ha sorpassato in Italia i 4,2 milioni di utenti unici nel giorno medio. In crescita del 14.9% rispetto all’inizio del 2021. Sono poco meno di 22 milioni invece gli utenti mensili della piattaforma social». Se pensate siano pochi, tenete conto che «si tratta del 11.4% di coloro che nel nostro Paese utilizzano la Rete nel giorno medio, e di ben il 49.3% degli italiani che hanno utilizzato Internet nel mese di novembre».
Perché allora (quasi) nessuno ne parla? Una delle possibili spiegazioni
è che se ne parla poco proprio perché su Pinterest praticamente non ci sono risse, odio o fake news. E quindi non ci sono polemiche che scatenano dibattiti. Eppure è lui il vero social delle immagini. «Un motore di ricerca visiva» come si definisce.
Pinterest, che stanotte ha presentato i risultati economici del quarto trimestre, non è amato solo da designer, architetti, pittori, fotografi e artisti di ogni tipo, ma anche da molte aziende che ne apprezzano l’atmosfera diversa rispetto a Twitter o Facebook. Dal canto suo Pinterest ci tiene molto alla sua filosofia inclusiva, anche a livello aziendale. Per i dipendenti ha persino creato un’app «per favorire il benessere e l’equilibrio familiare tramite consulenze individuali» e supporta fattivamente chi ha avuto (o ha) figli in terapia intensiva «e coloro che hanno sofferto per non essere riusciti a portare a termine una gravidanza». Durante la pandemia ha offerto ai dipendenti quattro settimane di congedo retribuito per motivi legati al Covid.
Lo scorso ottobre PayPal stava per acquistare Pinterest per oltre 40 miliardi di dollari (per capirci, Microsoft ha acquistato LinkedIn per 26 miliardi di dollari, mentre Facebook ha investito 1 miliardo per Instagram e 19 miliardi per WhatsApp). A PayPal non interessavano soltanto i 400 milioni di utenti di Pinterest ma soprattutto il fatto che il social sta lavorando sempre di più per moltiplicare idee e spazi per il commercio elettronico. Qualunque sia il suo futuro, vale la pena di appuntarsi un altro dato sottolineato da Santoro di DataMediaHub: «Pinterest in Italia ha più del doppio degli utenti di TikTok»