Giampiero Mughini per Dagospia, 3 febbraio 2022
LA VERSIONE DI MUGHINI - VI PREGO, SALVATE “FRIGOLANDIA”. È UNA CREATURA CHE CI TOCCA E CI RIGUARDA TUTTI - OGGETTI DI DESIGN, FOTO, FUMETTI, POSTER, VINILI, MANIFESTI PUBBLICITARI, TUTTO IL MEGLIO DI QUELLA CREATIVITÀ CHE HA CAMBIATO IL VOLTO DELLA CULTURA ITALIANA È STATA SACCHEGGIATA IN QUESTI ULTIMI ANNI. LO SMANTELLAMENTO DELL’INAUDITO ARCHIVIO DI VINCENZO SPARAGNA SAREBBE UN HARAKIRI PER LA CULTURA ITALIANA CHE VUOLE COMPRENDERE E CONOSCERE SÉ STESSA, I SUOI FASTI DELL’ALTRO IERI, LE SUE ECCELLENZE DELL’ALTRO IERI… -
Caro Dago, è verissimo quel che denuncia il mio vecchio amico Vincenzo Sparagna, il fondatore di “Frigidaire” - una delle più importanti riviste del Novecento italiano - e di tutti i suoi pirotecnici annessi e connessi, e cioè che in Italia si sta compiendo un “delitto culturale”.
Come definire altrimenti il fatto che dopo la pronunzia del Tar, il quale ha definito del tutto legittima la richiesta del sindaco del comune umbro di riavere gli spazi (a via Montecerreto) su cui sorge il reame di carta detto “Frigolandia” by Sparagna, ossia il palpitante archivio di almeno trent’anni di creatività italiane tra le più spettacolari dell’ultimo quarto del secolo scorso, quell’archivio rischia di sparire o di essere acquattato chissà dove. E dunque divenuto inaccessibile a studiosi e collezionisti.
Sto parlando di un archivio cui per adesso accedono le università e le istituzioni culturali di tutto il mondo. Sto parlando di qualcosa che conosco bene perché venti e passa anni fa Vincenzo veniva a bussare con i piedi alla mia porta.
Bussava con i piedi perché le mani le aveva colme di tavole originali di tipini quali Andrea Pazienza, Stefano Tamburini, Filippo Scozzari, artisti/illustratori che nella storia della nostra cultura più recente non contano certo di meno di acuni scrittori citatissimi e celebratissimi (non so se anche letti), tavoleche io gli pagavo con fior di assegni postdatati.
Nel più generale disinteresse o criminale ignoranza da parte delle istituzioni culturali italiane di tutto ciò che attiene ai formidabili anni Settanta/Ottanta, un’ignoranza di cui si sono fatte crasse le università americane che mandano i loro specialisti, pagano sull’unghia e si portano via il meglio del meglio.
Oggetti di design, foto, fumetti, poster, vinili, manifesti pubblicitari, tutto il meglio di quella creatività che ha cambiato il volto della cultura italiana è stata saccheggiata in questi ultimi anni.
Ne sta parlando uno che s’è trovato un’università americana a competere (vittoriosamente, purtroppo per me) quanto all’acquisto di alcuni “libri illeggibili” in copia unica di Bruno Munari.
Un’asta dei pezzi di design prodotti a Milano dalla Danese negli anni Cinquanta/Settanta s’è svolta alcuni mesi fa nientemeno che a Chicago, dove sono stati desiatissimi quei pezzi che costituirono per un tempo il vanto del design made in Italy.
Lo smantellamento dell’inaudito archivio di Sparagna sarebbe un harakiri per la cultura italiana che vuole comprendere e conoscere sé stessa, i suoi fasti dell’altro ieri, le sue eccellenze dell’altro ieri.
Come saperne di un artista quale Stefano Tamburini, l’ideatore della veste grafica di “Frigidaire” (morto di droga a 32 anni), se non attraverso l’archivio di Sparagna.
Sarebbe inaudito che il ministro Dario Franceschini, pur sollecitato più volte da Sparagna, non cercasse di mettere un freno a questo scempio, a questo masochismo il cui precedente era stato quello del futurismo, il movimento d’avanguardia più importante del Novecento, le cui opere più importanti per trenta o quarant’anni andarono via dall’Italia per quattro soldi e senza che nessuno se ne accorgesse, salvo poi scoprire nella famosa mostra veneziana del 1985 che cos’era stato di formidabile il futurismo italiano. Vi prego, salvate Frigolandia.
E’ una creatura che ci tocca e ci riguarda tutti.