Il Messaggero, 3 febbraio 2022
Hen, il pronome neutro approvato dalla Norvegia
Non più lei o lui. Un nuovo pronome «gender neutral» entrerà con tutta probabilità entro un anno nel dizionario della lingua norvegese, dopo che il suo utilizzo nella lingua corrente si è di fatto stabilizzato. Così il pronome neutrale «hen» potrà a breve essere ufficialmente riconosciuto come alternativa al maschile ha’ e al femminile hun nella terza persona singolare, stando a quanto scrive il Guardian citando il Consiglio per la lingua norvegese. «Col passare del tempo abbiamo riscontrato che l’utilizzo di hen è aumentato e si è stabilizzato», ha spiegato Daniel Ims dello stesso consiglio linguistico ai meda norvegesi, sottolineando che sebbene l’utilizzo di pronomi gender neutral era stato oggetto di discussione da tempo nell’ambito delle comunità linguistiche, una posizione a sostegno del suo utilizzo non era stata ancora riscontrata a livello ufficiale. E invece entro un anno farà il suo ingresso nel dizionario. Ma non è il primo Paese a compiere questa scelta.
Già nel 2015 la Svezia sua vicina di casa decise di utilizzare il pronome di genere neutro «Hen» aggiunto ufficialmente nel dizionario. La reazione in Svezia è stata di consenso generale. Tuttavia, sono sorte delle questioni sull’impatto che il nuovo termine ha sulla società. Nel 2012 la giornalista svedese Nathalie Rothschild scrisse che la Svezia stava prendendo una brutta china, mettendo al bando ogni forma di distinzione di genere, ed il caso di «hen» era solo l’ultimo esempio in questo senso. E così, dopo le toilette senza distinzione di genere, a scatenare il dibattito erano stati i libri per bambini in cui si è deciso di introdurre il pronome neutro «hen» al posto di «lui o «lei», per tutta la narrazione. Ma sarà poi giusto eliminare le distinzioni, è la domanda, o sarà piuttosto una limitazione, un togliersi qualcosa in nome del rispetto di ogni sensibilità?
È indubbio che la lingua sia un mezzo eccellente capace di promuovere l’integrazione ed una maggiore parità di genere, ma sicuramente non l’unico.
La Norvegia non è dunque nè il primo nè l’unico. Anche la lingua turca, fa giustamente notare Viral Shah di CafeBabel, ha un pronome neutro: «o», che include il lui, il lei e anche i pronomi tipo l’inglese «it». Anche il Bangladesh ha introdotto di recente un terzo elemento per l’identità di genere, chiamato Hijra. Ciononostante, nessuno oserebbe affermare che queste siano le nazioni più attente all’integrazione di genere, arrivate rispettivamente al 125° e al 68° posto nel rapporto del 2014 sulla parità di genere del World Economic Forum. La Svezia è arrivata al 4° posto, dietro ai vicini scandinavi Islanda, Finlandia e Norvegia. La lingua è solo un ulteriore mezzo a nostra disposizione per cercare di rendere la società più equa e aperta all’integrazione dal punto di vista del genere.