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 2022  febbraio 02 Mercoledì calendario

IL “NYT” AUMENTA GLI ABBONATI, MA IN QUANTI LO LEGGONO? – DOPO L’ACQUISTO DEL GIOCO “WORDLE”, IL NEW YORK TIMES HA ANCHE ANNUNCIATO DI AVER CHIUSO L'ACQUISTO DEL SITO DI NOTIZIE SPORTIVE “THE ATHLETIC” PER 550 MILIONI DI DOLLARI – GRAZIE ALLE DUE ACQUISIZIONI, IL QUOTIDIANO HA SUPERATO CON LARGO ANTICIPO SUL PREVISTO IL TARGET DEI 10 MILIONI DI ABBONATI, MA SOLO 800 MILA SONO ABBONATI AL GIORNALE DI CARTA – I FAN DI WORDLE SI INCAZZANO: GRAN PARTE DELL'APPEAL DI WORDLE STAVA NELLA… -

(ANSA) - All'indomani dell'acquisto di Wordle, il popolare gioco di parole creato dall'ingegnere del software Josh Wardle, il New York Times ha superato con largo anticipo sul previsto il target dei 10 milioni di abbonati. A rendere possibile il bersaglio è stata un'altra acquisizione completata nei giorni scorsi: quella del sito di notizie sportive "The Athletic" che ha portato con se' un pacchetto di 1,2 milioni di abbonamenti.  L'accordo da 550 milioni, annunciato in gennaio, e' stato concluso ieri. Negli ultimi tre mesi dell'anno scorso, prima dell'acquisto di "The Atletic", il Times aveva aggiunto 375 mila abbonati digitali, 171 mila al quotidiano online e per il resto (cioe' la maggioranza), ad altre offerte tipo "Games", "Cooking" e Wirecutter", un popolare sito di consigli per gli acquisti. 

Il target dei dieci milioni di abbonamenti entro il 2025 era stato fissato tre anni fa quando gli abbonati erano 4,3 milioni. Alla fine di dicembre il Times aveva raggiunto quota 8,8 milioni: di questi 5,9 per le news digitali e solo 800 mila per l'edizione cartacea del giornale. Superata la nuova soglia, il Times si e' dato un nuovo obiettivo: 15 milioni entro il 2027.

2.IL NEW YORK TIMES COMPRA WORDLE, GIOCO DA FAVOLA (E I FAN PROTESTANO) Irene Soave per il "Corriere della Sera"

Il New York Times ha comprato Wordle, e chissà se giocarci sarà più la stessa cosa. Wordle è un giochino di parole spuntato online il 27 ottobre 2021: il creatore, Josh Wardle (e così si capisce anche la genesi del nome del gioco), lasciava ogni giorno alla sua fidanzata appassionata di enigmistica un piccolo gioco di parole informatico per divertirla, e presto quel giochetto sempre arguto iniziò a diventare una mania per tutti i loro cari. Così Wardle lo ha messo online. 

Il primo gioco ha avuto 90 utenti; in poche settimane hanno preso a giocarci «milioni di persone» da tutto il mondo, comunica il New York Times. Tra loro star come il comico Jimmy Fallon, che il 4 gennaio ha moltiplicato la fama di Wordle con un tweet; e l'attore Stephen Fry ( Gosford Park , V per Vendetta ) campione di una versione a base di sole parolacce, chiamata Lewdle (è in inglese). Presto il New York Times potrebbe riservarlo ai suoi abbonati, con l'obiettivo di farli crescere fino a 10 milioni: i giochi sul sito Nytimes.com si pagano oltre l'abbonamento, ma per ora, comunica il suo sviluppatore, Wordle resta aperto a tutti. 

In compenso il Times dichiara di aver pagato una somma «a sette cifre, fascia bassa», cioè da uno a cinque milioni di dollari. Un investimento: il solo cruciverba vale l'11% dei ricavi editoriali, comprese ricette e podcast, del New York Times. I fan del gioco, conservatori come tutti i fan della prima ora, protestano sui social: gran parte dell'appeal di Wordle stava nella sensazione di avere «scoperto» il gioco grazie al passaparola. 

Sembra quasi scusarsi con loro, in una lettera, il fondatore Josh Wardle: «Iniziavo a essere un po' sopraffatto, sono pur sempre una persona sola». Wordle non è un gioco difficile ma non è ovvio: bisogna indovinare in sei tentativi una parola di cinque lettere. Il programma risponde colorando le lettere di grigio (sbagliate), giallo (giuste, in posizione sbagliata) o verdi (giuste e in posizione giusta). 

Sapere benissimo l'inglese, a differenza che per le parole crociate, non è necessario: aiuta avere un buon lessico, ma Wardle finora si è tenuto magnanimo e ha scelto quasi sempre termini molto correnti («light»; «could»; «stars»). Sono comunque spuntate in tutto il mondo versioni tradotte: il data scientist italiano Pietro Peterlongo ha sviluppato «Par*le», ce ne sono in francese, spagnolo, tedesco, cinese - dove una parola è fatta di uno, ma più spesso due o tre caratteri, e la soluzione dell'enigma è un proverbio. 

E molte sono le versioni tematiche: la più criptica (per gli over 20) è dedicata alla boy band coreana Bts. Wordle è, soprattutto, accessibile. Il sito non ha grafica né pubblicità. Giocare non solo è gratuito, ma in un'epoca in cui pure per ordinare una pizza tocca iscriversi a siti a cui dichiarare persino l'ascendente zodiacale, è anche privo di registrazione. Non c'è nemmeno un'app da scaricare: si gioca su un sito. 

È un gioco nato per gioco, prodotto da una sola persona nei ritagli di tempo, e non vuole sembrare diverso. Questi ingredienti del successo di Wordle, probabilmente, svaniranno. Destinato a restare è invece il più magico: Wardle e i suoi imitatori hanno pubblicato, finora, solo un gioco al giorno. Una volta risolto, bisogna aspettare 24 ore per un gioco nuovo. 

Un piccolo piacere di cinque caratteri e altrettanti minuti; niente «abbuffate» come con le serie tv. Nell'epoca dei contenuti in streaming illimitati, a sfondare è un giochino dall'offerta limitata, intelligente e breve. Una lezione per un grande giornale come il Times ?