il Fatto Quotidiano, 2 febbraio 2022
Intervista a Oleksandr Polishchuk, il viceministro ucraino della Difesa
Ha lasciato l’esercito con il grado di generale maggiore e oggi Oleksandr Polishchuk è il viceministro della Difesa; il suo compito è sovraintendere a tutte le forniture di armi inviate in Ucraina.
Qual è la situazione alla frontiera?
Con la scusa delle esercitazioni militari la Russia sta costruendo strutture militari lungo tutto il confine, anche in Bielorussia. Hanno ammassato 120 mila militari, saranno 130 mila entro metà mese.
L’invasione è ancora una possibilità?
Militarmente c’è un alto rischio di aggressione. Stiamo preparando tutte le misure per fronteggiarla. Abbiamo approvato una legge di ‘difesa territoriale’ grazie alla quale i privati cittadini si possono armare per difendere il paese.
Parla dei paramilitari?
La Russia ha un esercito di oltre 900 mila effettivi. I militari ucraini sono 204 mila, più altri 11 mila che verranno reclutati quest’anno. Ma abbiamo oltre 400 mila veterani e civili pronti a rispondere alla Russia. I gruppi di difesa territoriale sono autonomi, aiutati e riforniti dal mio ministero.
È un deterrente sufficiente per fermare la Russia?
Per capire la reale minaccia bisogna considerare il tipo di armi a disposizione. La Russia ha una grande flotta aerea. I piloti si sono addestrati per anni in Siria. Possono colpire con qualsiasi condizione meteorologica.
Di cosa avreste bisogno per fronteggiare un attacco?
Non vogliamo solo aiuti militari. Apprezziamo molto l’appoggio politico e diplomatico che stiamo ricevendo. Inoltre ci possono essere azioni che fatte senza cedere nulla a noi, per esempio la presenza della Nato nel Mar Nero. Delle navi militari possono essere un importante deterrente contro la Russia.
Continuate a ricevere armamenti?
Certo, dagli Usa e da altri alleati. Adesso siamo in attesa di un sistema missilistico antiaereo portatile. Ce lo stanno inviando i paesi baltici. Al tempo stesso arrivano aiuti logistici o sanitari: come ospedali da campo. E le nostre industrie stanno sviluppando la propria tecnologia militare.
La Germania vi ha mandato 5.000 elmetti. Troppo poco?
Non critico nessuno. Ogni Stato decide chi e come aiutare. Certo ci sono delle scelte che ci stanno danneggiando. Per esempio un membro della Nato ha posto il veto su forniture militari che l’Ucraina ha già pagato. Tra queste ci sono i sistemi anti drone. A gennaio due volte un drone arrivato dal lato nemico ha lanciato delle granate. Ci sono stati dei feriti, due gravi.
Far parte della Nato per voi è veramente così importante?
Nella nostra Costituzione c’è scritto che faremo parte della Nato. Ma l’impressione che l’Ucraina voglia diventare membro solo per difendersi dalla Russia è completamente sbagliata. È il contrario. Siamo noi che dopo otto anni di guerra con Mosca possiamo insegnare all’Occidente la nostra esperienza.