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 2022  febbraio 02 Mercoledì calendario

I tempi biblici per finire il Mose

«Cronologia Mose». Provate a scrivere così nel motore di ricerca di Google e uscirà: «Cronologia biblica». Colpa dell’equivoco sull’accento di Mosè, si capisce. Le vicende cronologiche delle paratoie del Modulo sperimentale elettromeccanico, però, si misurano davvero su tempi biblici. Diciannove anni dopo la posa della prima pietra da parte dell’allora premier Silvio Berlusconi nel 2003, 27 dopo la data fissata da Bettino Craxi per la consegna dei lavori, trentaquattro dopo il varo del modulo sperimentale tra squilli di tromba nell’ottobre 1988 al cospetto dell’allora doge Gianni De Michelis che fissava il fine lavori nel 1995, 37 dopo la trionfante presentazione ad Amburgo del progetto delle paratie mobili che pure già nel 1982 (lo ricorda un’Ansa) aveva sollevato dubbi tra gli ingegneri idraulici, quasi mezzo secolo dopo l’abbozzo delle prime idee per fermare le acque alte, ben 53 anni dopo la disastrosa alluvione del 1969, è arrivato infatti l’ennesimo rinvio: se va bene, la fine dei lavori promessa e ripromessa un anno dopo l’altro per un’infinità di volte, arriverà nel 2023. Manco il tempo di dare l’annuncio, però, e già Alberto Vitucci, che sul tema delle dighe mobili ha ormai scritto forse più articoli che l’antico cronista Marin Sanudo sui mercati veneziani, obiettava che, stando ai lavori previsti nel crono-programma «per completare gli interventi di manutenzione e sistemare le criticità della grande opera» si sarebbe slittati almeno al 2025. Sempre che non arrivino altre tegole. Dopo avere già speso oltre 6 miliardi e mezzo di euro (8 calcolando anche i soldi per le opere di contorno: quasi il triplo di quanto costò in euro d’oggi l’Autostrada del Sole), del resto, è già prevista una spesa di almeno un’ottantina di milioni l’anno (almeno) per la manutenzione delle grandi paratie e delle delicate cerniere sottomarine che le agganciano ai fondali. Una manutenzione carissima, denunciata per l’ennesima volta in questi giorni, ad esempio, dall’ingegner Ferdinando de Simone da sempre molto critico: «Nel loro stesso progetto si prevede di revisionare a rotazione ciascuna delle 78 paratie ogni 5 anni. Sempre loro prevedono come minimo 23 giorni di revisione per ogni paratia. Fate i conti. Quando riprenderanno i lavori, oltre il 50% di queste dighe mobili avrà già passato 5 anni sott’acqua e dovranno esser subito revisionate. Tanti auguri, ma come faranno?».