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 2022  febbraio 02 Mercoledì calendario

Michela Murgia fa sapere di essere malata

Mascherina per l’ossigeno, siringa, pastiglie: Michela Murgia è diretta come al solito: «La malattia non è una catastrofe, ma un pezzo della mia vita che vale come gli altri e non voglio trattarla come un segreto oscuro o una cosa di cui vergognarmi». È uscita dalla terapia intensiva dove è stata ricoverata a inizio anno per un problema cardiaco e ora racconta sprazzi della convalescenza, spiega le assenze giustificate e mostra pure il sostegno ricevuto, le attenzioni di un giro di amici così partecipe da monitorarla, sostenerla, inseguirla. Mostra quello che serve per guarire.
La scrittrice aveva già dato notizia della sua salute il 2 gennaio con un messaggio più stringato e pronto a scomparire in una storia. Nei giorni di dubbi e paure forse era meglio affidarsi a un post temporaneo, ma il gruppo di supporto è emerso subito, forte e chiaro e ora torna negli aggiornamenti. Prende il sopravvento sulle cure e sulle fragilità, resta prepotente e vivace, in primo piano, saldo in mezzo alle difficoltà.
Quando Alessandro Baricco ha deciso di informare il pubblico della leucemia ha scritto un avviso, destinato a restare unico, ha aperto e chiuso un canale per l’attimo che serviva a definire la situazione. Quel giorno lui entrava in ospedale per un delicato intervento, lo aspettavano lunghi giorni purtroppo destinati a restare senza immediate risposte, in attesa. Murgia si riaffaccia su Instagram uscita dalla clinica e semplicemente dichiara di non avere intenzione di nascondersi. Non significa che da ora in poi farà la cronistoria del suo recupero minuto per minuto, ma non tira le tende su questo periodo.
Ci ha raccontato che si è fatta controllare per «la tigna di Chiara Tagliaferri» la compagna di libro e di podcast, la collega con cui conduce «Morgana» sottotitolo, «storie di ragazze che tua madre non avrebbe approvato», storie militanti con cui lei cerca di scolpire figure in un vocabolario aderente, su misura, e non preso malamente in prestito da altri mondi. Si propone di svelare persone spesso descritte con le parole sbagliate. E la stessa tecnica usa per trattare la sua salute, un tema personale, che resta tale, però pure una cosa che capita e si deve affrontare: «Ammalarsi è normale, curarsi è normale e anche scegliere dove fermarsi è normale. Non tornerà tutto come prima, ma quello che verrà dopo potrebbe persino essere meglio. Diamoci il tempo di farlo succedere», cambia il ritmo ai social. Rallenta. Baricco lo aveva bloccato con una singola affermazione che conteneva pure, conteneva già, il successivo silenzio. Suo e di chi gli sta vicino. Murgia spiega che darà le novità «di tanto in tanto», quando sarà necessario perché lei ha sempre scritto e detto tutto per emergenza, per il bisogno di evidenziare, di non trattenere. Spesso le si intitolano delle crociate e lei lascia che sia, alimenta l’idea, ma ognuno ha degli imperativi e lei segue i suoi. Non si lascia giudicare nemmeno in questa circostanza, sfugge al controllo però piazza ogni dettaglio in piena luce: la mascherina per l’ossigeno, la siringa e le pastiglie. Niente filtri. Gli amici controllano che lei non faccia sforzi dalla chat «oro saiwa» che ogni tanto si affaccia nei post. La invitano a rispettare la app salute che denuncia un battito accelerato e quindi una probabile fuga, una camminata proibita e lei rilancia «figurati se esco dalla vostra guardania... mi sto masturbando». Sa bene che la app la localizza, lontana da casa. Soprattutto sa di avere quello che serve per riprendersi: gli amici, l’amore, l’attenzione. E che ce lo faccia sapere non è così male.