ItaliaOggi, 1 febbraio 2022
L’orto galleggiante
Se il cuneo salino penetra sempre di più nelle campagne e la coltivazione diventa così complicata visto che la fertilità del terreno è compromessa, perché non trasferire la produzione di ortaggi in mezzo al mare? Sembrerebbe quasi un paradosso, ma è la pazza idea di un agronomo francese ora in pensione, François Plassard, che ha progettato e varato La Tortue Maraichère. Si tratta di una sorta di orto galleggiante a forma di tartaruga dove allevare pesci e produrre verdure, un sistema circolare alimentato dall’energia solare, dove non è richiesto l’utilizzo di agrofarmaci e, ovviamente, di terreno. Per l’esperto questa è la soluzione per reinventare un’agricoltura slegata dal petrolio e più attenta all’ambiente e nelle saline di La Palme, nel Sud della Francia, vicino a Perpignan e al confine con la Spagna, sta sperimentando il suo prototipo, in pratica una serra galleggiante in acquaponica. Un elemento per un progetto più ampio di vivere e abitare il litorale, vincendo le sfide dell’innalzamento del livello del mare e il boom demografico.«Funziona secondo il principio di un catamarano, trattenuto sull’acqua da ancore e posizionato su galleggianti che lo tengono in superficie», racconta al quotidiano Le Progrès. «Proprio il galleggiamento era la mia paura principale, ma ora che siamo a metà dell’inverno possiamo dire che la tartaruga ha superato tutti i test relativi ai rischi climatici». I venti, in questa zona, soffiano forte (anche a più di 125 km/h) ma la struttura non ha avuto problemi: è costruita interamente in legno e rivestita in policarbonato, si sviluppa su una superficie di 60 metri quadri e il funzionamento è simile a quello di una serra. Al suo interno si trova una vasca di acqua dolce da tre metri cubi, in cui nuotano le trote. Questo serbatoio è ricoperto da un filtro realizzato con tubi di spirulina e tutto intorno c’è una sorta di logge per posizionarvi gli ortaggi, le cui radici sono immerse nell’acqua invece che nel terreno. «Sono coltivati in acquaponica. È un sistema circolare tra pesce e verdure», illustra Plassard. «Ogni ora, una pompa svuota l’acqua dalle piante nella vasca dei pesci e riempie le aiuole con acqua di trota. Come mai? Perché le piante si nutrono di escrementi di pesce e spirulina, che formano un fertilizzante completamente naturale».
Nei giorni scorsi l’associazione Paysans Terre Mer, che l’agronomo presiede, ha presentato i risultati delle sue sperimentazioni di agricoltura circolare al mare. Una tartaruga di 70 metri quadri dovrebbe produrre l’equivalente di un orto di 300 mq, senza la necessità di dedicarvisi a tempo pieno; questo permette di avere un reddito – dato dalla vendita di verdure e di pesce – pur avendo tempo da dedicare ad altre attività.