Corriere della Sera, 1 febbraio 2022
Elogio di Alessandra Sardoni
Alla fine è stato rieletto il presidente Sergio Mattarella, il giusto premio per chi ha seguito ore e ore di tv. Se le cose fossero andate per le lunghe, ci sarebbe stato il rischio di una sovrapposizione con il Festival di Sanremo, con l’incognita di essere sepolti da facili metafore.
Già sono state elezioni piene di riferimenti televisivi: Romanzo Quirinale, Quizrinale, il reality della politica («per fortuna qui non c’è il confessionale», ha precisato Enrico Mentana), il talent dell’elezione del Presidente, l’intrattenimento quirinalizio, i dilettanti allo sbaraglio e via di analogie catodiche. Se idealmente unissimo tutte le dichiarazioni dei partecipanti alla «chiama» ne verrebbe fuori un talk delirante, una girandola di opinioni campate sul nulla e aridamente guittesche. In effetti, c’è chi ha fatto di tutto perché queste elezioni sembrassero un brutto programma televisivo (mi riferisco in particolare a due «concorrenti», Matteo Salvini e Giuseppe Conte: il primo non ha indovinato un solo quiz, il secondo ha avuto la singolare capacità di esprimere il nulla), ma c’è anche chi si è quasi immolato perché l’inquilino del Colle non fosse l’espressione del condominio «Macerie dei Partiti».
A un certo punto, la sola parola d’ordine che circolava sugli schermi televisivi era «cherchez la femme» («non in quanto donna ma in quanto donna in gamba»), ma bastava seguire le sei maratone in sei giorni di Mentana per scoprire che la più brava di tutti era ed è Alessandra Sardoni.
Sempre puntuale, sempre ricca di informazioni, sempre imperturbabile, sempre gentile. Se deve fare una domanda, la fa in meno di 15 secondi (limite estremo per capire la bravura di un giornalista), se deve esprimere un’opinione la esprime con competenza. Avrà le sue idee ma le tiene per sé o non finge di ripararsi dietro i Travaglio (inteso come categoria). In tv, dopo Mattarella, Alessandra Sardoni.