Corriere della Sera, 1 febbraio 2022
Intervista a Drusilla Foer
«Ho preparato la valigia degli anziani: prima di tutto, col sacchetto delle medicine. Sono talmente emozionata e con tracce di terrore che mi dico che non sto andando a Sanremo, ma a teatro in compagnia di un signore gentile e che devo solo cambiarmi spesso ed essere bellina». Qualcuno, vedendola condurre il festival con Amadeus giovedì, si chiederà «Drusilla chi?» e qualcuno invece, quella sera, guarderà il festival solo per lei. Drusilla Foer è diventata un fenomeno web per i video virali in cui è un’anziana e ricca vedova fiorentina, irresistibile per perfidia e sagacia. È considerata un’icona di stile, riempie i teatri cantando e raccontandosi. Il tour di Eleganzissima che riprende il 9 febbraio è già quasi tutto sold out. Il primo a notarla fu Ferzan Ozpetek che la volle nel film Magnifica presenza. Drusilla sarebbe l’alter ego dell’attore Gianluca Gori, che lei ha condannato a una vita anonima, avendo scelto di raccontarsi, anche nelle interviste, solo come Drusilla, figlia di un diplomatico, infanzia a Cuba, gioventù a New York vendendo abiti usati a Andy Warhol e Bruce Springsteen («sì, passavano Freddie Mercury, Loredana Berté, ci si vedeva in giro, si mangiava pane e olio nel mio magazzinaccio, ma era meno interessante di quanto s’immagini»).
Che farà all’Ariston?
«Cercherò di divertirmi, poi mi agiterò, poi mi passerà. Annuncerò i cantanti. Adorerò dire “dirige Beppe Vessicchio”. Purtroppo, non si usa più leggere la sintesi della canzone: “Una ragazza si trova nel vortice conflittuale della vita, ma ne uscirà con l’amore”. Canterò se proprio è necessario e molto criticherò Amadeus, lo stuzzicherò».
Lui che le ha chiesto di fare?
«Mi ha solo chiesto “ti va di venire?”. Chiaro che, alla mia età, con un piede nella bara, ho detto subito sì. Poi, è stato lui a domandarmi cosa mi andava di fare. In teatro, le persone che mi guardano ridono, piangono... Spero di non essere responsabile io della bipolarità del mio pubblico, ma la mia comicità è un po’ una spremuta delle mie parti riflessive, sagaci, snob, seduttive. Gli ho raccontato questo, si è divertito e così faremo, condividendo il senso della mia presenza a Sanremo».
E qual è questo senso?
«So di essere un personaggio poco tranquillizzante. Ho avuto a che fare coi diritti Lgbtq, con la meritocrazia per le donne, il bullismo: fra queste cosine che mi piastrellano come mattonelle del bagno, se qualcuno trova uno spunto di riflessione, se posso essere portabandiera di qualcosa, sono contenta».
Il senatore leghista Simone Pillon ha detto che era meglio invitare un padre di famiglia.
«Era una bella idea anche mettere un nonno, una zia, ma il proprio pensiero non può essere sostitutivo del pensiero di un altro. Mi aspettavo la polemica. Ricordo negli anni ’70 Leopoldo Mastelloni, Paolo Poli… Incasellare ciò che vediamo ci dà la sensazione di avere tutto sotto controllo. Se fossi stata una drag queen sarebbe stato più semplice: finché si vede un’estremizzazione, riusciamo a prendere le distanze, mentre per certe persone un’interpretazione è meno comprensibile. Ma io tendo a pensare che un artista prima lo si ascolta, poi si esprime un’opinione».
Lei ama dire parolacce, riuscirà a non dirle all’Ariston?
«Non credo. “Che pa…e” si può dire a Sanremo?».
Temo neanche sul «Corriere».
«Starò attenta, il festival deve essere un luogo di esempio. Sì, forse mi ha convinta: non ne dirò».
Che rapporti ha con Gianluca Gori, l’attore che l’ha creata?
«Ma la presunzione di questo qua! Vabbè. Non ci amiamo del tutto. Ci sono momenti di sovrapposizione pacifica e di conflitto. Lui è anche civile, perbene, ma pesante, pignolo: uno che non le consiglio di frequentare».
Lei ha dichiarato di aver avuto due mariti. Ora è libera, impegnata?
«Ho chiuso bottega, ma ho dato moltissimo: sentimenti, amore, sesso, mi sono divertita. Provo ancora a sedurre, ma come esercizio di stile».
Con Amadeus ci proverà?
«A me i bruttacchioli sono sempre piaciuti, amo il nasone. E di un uomo mi seducono gentilezza, cortesia, galanteria. Quindi mi ha in pugno».
Da diva del palcoscenico immagino non tema la scalinata dell’Ariston, o sì?
«Se casco, mi raccatteranno. Se non casco, sarò sublime».