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 2022  gennaio 31 Lunedì calendario

LO SAPEVATE? L’INSALATIERA VINTA DA NADAL AGLI OPEN D’AUSTRALIA DI TENNIS È UNA RIPRODUZIONE IN ARGENTO DEL VASO WARWICK, UNO DEI PEZZI ARCHEOLOGICI PIÙ AFFASCINANTI LA CUI STORIA NASCE, OVVIAMENTE, A ROMA. I FRAMMENTI DEL VASO, DEL II SECOLO, FURONO RECUPERATI DA GAVIN HAMILTON CON GIOVAN BATTISTA PIRANESI NEL 1770, A VILLA ADRIANA. L’ORIGINALE E’ IN SCOZIA, UNA COPIA E’ CONSERVATA AL BRITISH MUSEUM. E IN AUSTRALIA… -

L’insalatiera vinta da Nadal agli Open d’Australia di tennis non è una insalatiera. Quella che il tennista ha ri-alzato a Melbourne è una riproduzione in argento del Vaso Warwick, uno dei pezzi archeologici più affascinanti la cui storia nasce, ovviamente, a Roma.

Il Vaso Warwick è una monumentale scultura romana (294 x 195 cm. con piedistallo) composta da marmi diversi, sotto forma di coppa a due manici, decorata con maschere sceniche e motivi legati al culto di Bacco. I frammenti del vaso, del II secolo, furono recuperati da Gavin Hamilton con Giovan Battista Piranesi nel 1770, a Villa Adriana. Furono integrati tra il 1772 e il 1775 probabilmente dal restauratore Grandjacquet su ideazione di Piranesi, ma per disposizione di William Hamilton.

Un disegno di Piranesi, contenuto in una lettera al collezionista inglese Charles Townley del 1772, mostra il progetto di ricostruzione del vaso, con varie invenzioni di bottega e nuovo marmo anticato, quindi si può ritenere una sua ideazione. E’ decorato con teste di sileni e baccanti coi loro tirsi sopra di esse e pelli di tigri in circonferenza; i due gran manichi a grottesco rappresentano grandi tronchi di viti che vanno a terminare serpeggiando.

Piranesi voleva trattenere il vaso presso il suo museo, ma era troppo il vantaggio economico di cederlo e Hamilton se ne assicurò la gestione. Fissò il prezzo nell’estate 1775 a 300 sterline. Pensava di venderlo al British Museum, che non lo acquistò poiché il trustees lo giudicò troppo costoso. Fu così ceduto da Hamilton a suo nipote, George Grenville, conte di Warwick.

Il vaso finì così in Scozia, a Glasgow, dove si trova, e iniziò la fortuna della sua riproduzione. Una prima copia fu realizzata dalla Manifattura di Giovanni Volpato, una delle più attive nell’Urbe, dopo il 1786 e molti artisti che non poterono usufruire dei calchi si servirono di questa riproduzione e delle incisioni di Piranesi per creare copie di più piccole dimensioni. Napoleone decise che il Vaso Warwick“ sarebbe stata la prima opera da esportare” al Louvre dopo la mai riuscita occupazione dell’Inghilterra.

Per gli orafi dell’Ottocento fu una vera attrazione. Fu ricreato da Paul Storr, il maggiore argentiere del periodo Regency. Storr lo riprodusse in argento come rinfrescatoio per re Giorgio IV: una copia (anziché l’originale rifiutato) è ora esposta al British. Rebecca Emes, Edward Barnard e Benjamin Smith lo riprodussero come calice da centrotavola. Il Vaso Warwick fu riprodotto da Boschetti in rosso antico per papa Pio IX (il pezzo è al Toledo Museum in Ohio).

Alcune copie create da François-Gédéon Reverdin passano ancora all’asta. Gli australiani deciso di chiamarla insalatiera e la fecero diventare il premio per il vincitore del torneo di tennis di Melbourne.