la Repubblica, 31 gennaio 2022
Il galateo del giuramento bis
Stavolta, magari, non accadrà. Ma è l’unica a cui sarebbe concesso di mettersi a correre o cadere durante la rigorosa sequenza dell’insediamento di Sergio Mattarella. Briciola, mascotte bruna della Fanfara dei carabinieri, meticcetta con pettorina rossa delle grandi occasioni, sette anni fa, schizzò in anticipo mentre il Presidente usciva dalla mitica Lancia Flaminia 335, dribblò gli splendidi cavalli del Reggimento Corazzieri, e un po’ come i leader in queste ore, fece una capriola davanti all’incedere dell’allora neo-Capo di Stato, nel cortile del Quirinale.
Solo che lei in un attimo fu in piedi, tra i passi incuriositi e sempre molto cauti di Mattarella e qualche tirato sorriso di un cerimoniale che non contempla sbavature. Sono i severi uffici che da sei giorni tornano a serrare le fila, ricalibrare distanze, tempi, identificazioni e protocolli da Super Green Pass, oltre alle bonifiche di rito, per il giuramento e l’arrivo – ritorno al Colle. Giovedì prossimo, ore 15.30. Meno tre giorni. Fanno la loro figura, come sempre, rintocchi e colpi d’artiglieria.
La campana laica di Montecitorio, che delle tre è la meno prestigiosa ma più “politica” come spesso avviene, è stata appena ricontrollata: pronta a dare il bentornato a Mattarella, suonerà nell’attimo in cui il rieletto Capo dello Stato presta giuramento a Montecitorio, aula ornata per l’occasione da 21 bandiere, mentre il cannone del Gianicolo spara 21 salve. Il due volte presidente prende la parola dinanzi al Parlamento, ai delegati regionali e al governo Draghi, platea che in queste ore si interroga e chissà se in parte trema per il discorso che arriverà, nel ricordo dei durissimi addebiti che piovvero da Giorgio Napolitano, nel 2013, sull’«inconcludenza, l’impotenza», i «guasti, le omissioni» della politica.
Difficile immaginare che Mattarella possa adottare parole di biasimo, dopo il già sufficiente spettacolo srotolato nella settimana, e il fermo richiamo al lavoro da fare, e alla «responsabilità» cui spinge la nuova fase. Una volta uscito dalla sede della Camera, il Presidente deporrà la corona sull’Altare della patria: saluto col sindaco di Roma Gualtieri e da lì, sotto il rombo delle Frecce Tricolori, partirà la parte più scenografica del rito con il Reggimento corazzieri a scortare la Lancia Flaminia presidenziale, anno 1961. Mattarella conosce la strada, ma avrà ancora i suoi 35 splendidi esemplari bai e morelli, in 7 file da 5, cavalli abituati persino mediante la filo diffusione ai rumori urbani – le casse incastonate nelle boiserie della cavallerizza – con 4 trombettieri e il gruppo Stendardo, il comandante e il vice della scorta, per salire fino al Quirinale. Nel cortile, onori militari, e pare lo aspetti ancoraBriciola. Meno emozionata, magari. Sette anni dopo, non era scontato. Che sia mandato bis anche per la mascotte.