Corriere della Sera, 29 gennaio 2022
Bebe Vio testimonial per L’Oréal Paris
C’è Bebe Vio la campionessa e Bebe, la ragazza che non si concede un minuto di sosta. Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio, 25 anni, schermitrice italiana medaglia d’oro ai Giochi paralimpici e argento con la squadra azzurra, esordisce con una delle sue simpatiche frasi: «Wow! Eccomi dopo un anno intenso, stanca ma felice».
Università, allenamenti, impegni come ambasciatrice: come riesce fare tutto?
«Sono organizzata. L’università è indispensabile per formarsi. Dovrei laurearmi a breve, ho già in programma di fare un application alla Columbia University. Continuo l’attività sportiva. In confidenza: alla scherma non ho mai messo le corna e non ci penso proprio ora. Di questo sport sono completamente innamorata. Poi ci sono la mia Associazione art4sport Onlus e l’Academy che si dedica ai bimbi con disabilità che vogliono fare sport. E sono testimonial di L’Oréal Paris un ruolo a cui tengo: trovo sia importante rappresentare la nostra categoria e far capire il concetto “noi valiamo”».
Perché è interessante lo slogan «io valgo»?
«Preferisco il claim attuale “perché noi valiamo”. Non mi piace il concetto individuale sono per quello di squadra. Credo nel gruppo, nella community: convinta, più che mai, che tutti insieme possiamo fare tanto».
Lo scorso autunno a Parigi ha sfilato con top e attrici: com’è la passerella?
«Una vera figata. Mi sono ritrovata con culture diverse e nomi famosi, tra cui Helen Mirren. È venuta da me, mi ha abbracciata. In un primo momento non ho capito chi fosse… Un po’ sono ignorante ma era così semplice che mi ha tratto in inganno. Nonostante gli Oscar non se la tira proprio. Ho avuto modo di rappresentare una categoria, sono fiera. C’è anche il lato divertente, truccatori e parrucchieri, si prendono cura di te e ti fanno sentire bellissima».
Cos’è la bellezza per lei?
«Se una persona è simpatica è la più bella del mondo. Se non apprezzo il carattere diventa la più brutta. Mi piace l’affinità, la parte estetica non è fondamentale».
I suoi prodotti di bellezza?
«Facendo in media sei docce al giorno non posso fare meno della crema idratante».
E il make up?
«Ho fatto da testimonial per il fondotinta Accord Parfait, un accessorio utile ma purtroppo non posso applicare spesso: in palestra con la maschera non è proprio il caso. Sul set ho chiesto di metterne poco. Mi piacciono le mie cicatrici, non voglio nasconderle. Quando mi truccano ho sempre paura di non riconoscermi più. Non è giusto farmi apparire per come non sono. Vado pazza per il mascara, ho le ciglia lunghe e ricce e riesce a mettermele in ordine».
Nelle occasioni mondane a cosa non rinuncia?
«A un bel vestito. Poi, le sneaker e un make up semplice. Sono una persona normalissima. Quest’estate, a Vulcano, vedevo la gente salire sulla montagna. Sono stata io a trascinare il gruppo: dai ragazzi andiamo. Ogni tanto ho qualche cedimento. Trovo qualcuno che mi aiuta a tirarmi su e ripartiamo».
Quanto è importante la famiglia?
«È tutto. Non vedo l’ora di tornare a casa con nonno che prepara lo spritz e nonna che parla in continuazione, credo sia la donna che parla di più al mondo. Insieme facciamo le parole crociate. Che felicità».
Cosa si prova a stringere la mano ai grandi della terra?
«Non è tanto la foto di rito o i selfie che contano, ma il motivo per cui sono lì: poter parlare dei problemi della disabilità, affrontare certi argomenti non facili. In Italia c’è una grande cultura della disabilità e siamo un punto di riferimento per molti paesi che devono cominciar da zero».
Come è stata la presentazione con Obama?
«Molto semplice. Per rompere il ghiaccio mi ha chiesto se mi piaceva la location. Cosa potevo rispondere? Bella questa casa, forse un po’ troppo bianca».
Mentre il nostro ex presidente Mattarella?
«Fantastico. Dopo una vittoria trovavo sempre dei numeri strani sul telefono e in segreteria la voce: “Il presidente Mattarella vorrebbe parlarle”. Agli eventi la sicurezza mi diceva sempre: “Vai, vai che ti vuole vicino”. Una grande persona, ci mancherà molto».