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 2022  gennaio 29 Sabato calendario

Tamberi e le sigarette. Intervista

Tamberi, partiamo da qui. Se ogni cittadino svolgesse 10 minuti di attività fisica al giorno, si potrebbero evitare negli Usa oltre 110 mila morti all’anno. «Chi lo dice?». Uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine . «Non mi sorprende. Io sposo la formula: 0-5-30. Zero sigarette, cinque porzioni di frutta e trenta minuti di attività fisica ogni giorno». 
Gianmarco Tamberi, oro olimpico a Tokyo nel salto in alto, ha appena finito di allenarsi. Lo sport coincide con la sua esistenza. Forse per questo lo vive anche come una fede. Che aiuta a star meglio. Da anni è testimonial Airc, l’associazione che si occupa di prevenzione e di lotta ai tumori. 
Lei è un salutista di ferro. Ha esortato i ragazzi a non fumare. Ha dichiarato: «Non fumatevi il cervello». 
«Io parto dal presupposto che il fumo è una malattia sociale. È una cosa sbagliata. È successo anche a me a 17 anni. Volevo sentirmi grande. Bisogna aiutare i ragazzi a capire che non è la sigaretta in bocca che fa di loro un adulto». 
Anche a lei è capitato di sgarrare. Diete aggressive, molti caffè... 
«Era il 2014. Un periodo di transizione. Seguivo regole troppo rigide. Lo sport ad alti livelli mette a dura prova le mente e il corpo. Penso ancora all’infortunio del 2016». 
Una mazzata. 
«Altroché. Prima delle Olimpiadi di Rio. Stavo benissimo. Sognavo l’oro. Sul più bello mi sono infortunato a Montecarlo mentre tentavo di superare 2,40, la soglia che ho in testa da anni». 
Se lo ricorda il primo salto? 
«No. Non è come il primo amore. Io facevo basket. Poi essendo figlio di un saltatore ho provato. E ho vinto i campionati studenteschi» 
Il suo primo amore invece non ha bisogno di ricordarlo. È ancora quello. 
«Già, Chiara» 
Insieme da 12 anni. Un rapporto lungo. Se lo figura per sempre? 
«Per sempre». 
Chiara ricorre in ogni sua intervista. L’ha voluta a Tokyo contro il parere di molti. Lo calma. Ha messo a posto la sua testa. Più che amore. 
«Sa stare al mio fianco come nessuno. A Tokyo è stata indispensabile. Forse perché siamo cresciuti insieme. Lei aveva 14 anni io 17. C’è rispetto reciproco. Ha i miei stessi valori» 
Che sono? 
«Fedeltà e onestà». 
Un giovane tradizionalista. 
«Credo fortemente nei valori come la fedeltà nell’amore e l’etica sportiva. La verità è imprescindibile, la verità con se stessi. Pretendo molto». 
È vero che è per questo che a volte litiga con suo padre, suo coach? 
«Sì. Non voglio essere assolto, a prescindere. Lui mi mette l’asticella a 1,99? Io la porto a 2,01. Esigo la verità da me stesso». 
Tamberi, lei sembra corrispondere al modello del maschio in carriera, che vive di ansie e stress. Chiara è sempre lì, accanto a lei. A ruoli invertiti, lei farebbe lo stesso? 
«Credo di sì». 
Matrimonio? 
«Settembre 2022». 
Ansie. Lei non dorme mai prima delle gare. Le è successo solo una volta: a Tokyo. 
«Uno scherzo della natura. Avevo pure ingaggiato un esperto del sonno. Invece quella notte sono crollato. Mistero. Il corpo si è imposto alla mente». 
Cosa le ha detto la mente quando a Tokyo il giudice di gara ha chiamato lei e Barshim per chiedere se volevate continuare a sfidarvi o vincere entrambi l’oro? 
«Ho sussurrato a Barshim: “È stato un onore condividere questa gara con te”. Ci siamo guardati negli occhi. Non abbiamo avuto bisogno di pensare. Siamo grandi amici, sapevamo tutti e due cosa significa soffrire. Nessuno poteva toglierci l’oro». 
C’è chi ha descritto la sua vita come capacità di superare ogni difficoltà. Come redenzione. Esagerato? 
«No. È proprio così. Ora devo fare la doccia».