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 2022  gennaio 28 Venerdì calendario

Intervia a Francesco Arca

Dal ruolo di tronista alle fiction di successo passando per il cinema d’autore con Ferzan Ozpetek, la carriera di Francesco Arca, 42 anni, è sull’ottovolante. Il ragazzo con l’aria da duro che si commuove parlando dei figli sarà protagonista dall’11 febbraio su Canale 5 con Fosca Innocenti di Fabrizio Costa accanto a Vanessa Incontrada (prodotta da Banijai) e sta girando per Rai 1 L’ultimo spettacolo di Monica Vullo, la serie nata da un’idea di Maurizio De Giovanni scritta da Donatella Diamanti. Tornerà al cinema al fianco di Lillo e Greg nella commedia Gli idoli delle donne.
In “Fosca Innocenti” è Cosimo, ex compagno di scuola della commissaria Vanessa Incontrada, segretamente – ma neanche tanto – innamorata di lei.
«Usare il toscano per me è stata una liberazione, finalmente il mio dialetto. Ho fatto l’arabo, ho imparato la lingua. Cosimo si fa in quattro per la sua amica, senza pensare quello che sta provando. La fiction mostra dei quarantenni che non si sono fatti una famiglia e sono alla ricerca di qualcuno. Cosimo dice: “Non mi piace dormire da solo”. Tanti amici cominciano a dirmelo. O ti piace la solitudine, e va bene, ma molti la subiscono. Io sto bene in famiglia».
Quanto conta per lei?
«È fondamentale, come la paternità.
Ho perso mio padre troppo presto, a 15 anni, era paracadutista. L’unica cosa era provare a ricreare quel rapporto con i miei figli».
Pensa che gli sarebbe piaciuto avere il figlio attore?
«Chissà. Dovevo fare il paracadutista anch’io, ero pronto per l‘Accademia di Modena e si è ammalata mia mamma: con l’idea di perdere anche lei ho rinunciato. Non potevo far mancare in famiglia la presenza. Non mi è pesato mai un giorno, ma nel mio sogno ricorrente sono in divisa».
Scusi, ma dalla divisa al trono di Maria De Filippi come ci arriva?
«Ho studiato Scienze politiche ho continuato gli studi, nonostante il percorso come modello. Ho lavorato molto all’estero: Turchia, Grecia, Giappone, Corea del sud, Sudafrica.
Ho guadagnato grazie alla moda e alla tv, percorso ingombrante. Ho lasciato a tre esami dalla laurea».
Ha dichiarato: «Aver fatto il tronista non ha aiutato per niente».
«È così. L’entrata in quel mondo sconosciuto è stata violenta. Non avrei mai immaginato che i tronisti sarebbero diventati un fenomeno. Ho subito fin dall’inizio il pregiudizio, ma ho capito che nel lavoro dovevo essere coraggioso. Nel 2007 ho lasciato la tv».
Poi però ci è tornato: cosa le ha insegnato la televisione?
«Che non sono adatto a farla. Non sono svelto col pensiero, non mi accanisco. Recitare è un’altra cosa».
Chi deve ringraziare?
«La mia compagna che porta avanti la famiglia a chilometri di distanza – vivo per sei mesi in Spagna, dove lavoro tanto. E Ferzan Ozpetek, un eletto, con cui ho girato Allacciate le cinture. La sua generosità nel farmi scudo nei momenti difficili è stata fondamentale. Nella mia vita c’è un prima e un dopo Ferzan. Con lui sono diventato un attore coscienzioso».
E dopo Ferzan?
«Sicuramente Simona Izzo e Ricky Tognazzi che mi hanno dato fiducia: ho girato serie fortunate con Luisa Ranieri, Sabrina Ferilli. Ma sono sempre insicuro, molto timido».
Ho fatto analisi?
«Sì. Ho avuto momenti difficili anche un anno e mezzo fa. Non mi sento all’altezza, sono un perfezionista».
Che ha capito?
«Che il successo e il fallimento non sono definitivi, conta il coraggio. Mai
guardarsi indietro, dirsi: “Avrei dovuto”, “Avrei potuto”».
Si sentiva giudicato solo dall’apparenza?
«Sapevo di essere un bel ragazzo, però, meno male, nella vita ho sempre cercato di mettere altro. Per fare il modello devi avere determinate caratteristiche fisiche, poi ho coltivato la testa studiando».
Idolo delle folle,delle donne e dei gay.
«Ho sposato tutte le cause che potevo abbracciare. Mia madre ha aperto il primo bar gay nel 1978 a Bologna, donna avanti anni luce».
Sarà protagonista per Rai 1 di una serie importante: “L’ultimo spettacolo”. Che effetto fa?
«Sono felice. Il mio personaggio è un poliziotto nato Siena, come me, trasferito a Napoli. S’inserisce in una cultura differente dalla sua, Laura Adriani interpreta mia moglie. De Govanni ha avuto un’idea meravigliosa, raccontare Napoli di notte, non sole mare e mandolino, ma una città fatta di persone ai margini, malavita e grande umanità».
Si è dato anche alla commedia, con “Gli idoli delle donne”.
«Una commedia geniale di Lillo su un gigolò. Non lo conoscevo e abita a a 50 metri da casa mia. Era appena uscito Lol e impazzava il tormentone “So’ Lillo”, quando mi ha telefonato ho pensato che fosse qualche amico.
Mi ha offerto un personaggio divertente, mi sono lasciato andare».
Ha un modello?
«Gian Maria Volontè perché non ha tradito mai se stesso».