la Repubblica, 28 gennaio 2022
Manipolare l’informazione
Il 5 maggio del 1971, il compunto funzionario Lawrence Bitt apparve davanti alla Commissione Giustizia del Senato americano dichiarando: «La ragione per cui la disinformazione funziona sempre così bene è che tanti giornalisti e politici vogliono davvero credere ai nostri messaggi, che confermano le loro opinioni». Dietro lo pseudonimo “Bitt” si nascondeva in realtà la spia cecoslovacca Ladislav Bittman, dirigente della disinformazione per l’intelligence del Patto di Varsavia, e autore della leggendaria “Operazione Nettuno” del 1964, falsi documenti nazisti, che, misti ad autentici reperti hitleriani, vennero fatti ritrovare in un lago al confine con la Germania Ovest, per imbarazzarne i governi democratici. Quando l’Unione Sovietica occupa Praga, nel 1968, Bittman-Bitt, disilluso, emigra a Boston e rivela i piani di “disinformatja” del Cremlino. La novità filosofica, spiega Bittman, non consiste nel rilasciare bugie nel campo nemico, pratica antica come il Cavallo di Troia degli Achei, sotto le mura di Ilio, ma nel saper riconoscere chi tra gli avversari “vuol credere” al falso costruito ad arte, prediligendolo al vero: questa è la faglia attraverso la quale fiducia e consenso di una società decadono.
Nel suo straordinario saggio Misure Attive. Storia segreta della disinformazione, tradotto ora da Paolo Bassotti per Luiss University Press (pagine 494, euro 24), lo studioso tedesco Thomas Rid, docente alla Johns Hopkins University, osserva acuto come, solo cinque mesi prima delle rivelazioni di Bittman al Congresso Usa, il filosofo Michel Foucault, nella celebre lectio magistralis “L’ordine del discorso”, tenuta al Collège de France, parlasse «della opposizione tra vero e falso” come di un sistema storico volto a conseguire il potere tramite l’esclusione, svelandone la reale natura: storica, arbitraria, modificabile e violenta». Una spia colta osserverà più tardi che la campagna di disinformazione, dai No Vax e No Green Pass del nostro paese, alle campagne elettorali Usa 2016-2020, all’offensiva del presidente russo Putin in Ucraina 2022, usa le tecniche sofisticate del Dadaismo e del surrealismo del secolo scorso, creando una realtà illusoria, che da milioni di persone viene scelta invece come vera. La studiosa italiana Franca De Agostini, in un saggio nel volume Il potere del pifferaio magico, curato da Gianna Fregonara, avverte severa: smentire le notizie false, il cosiddetto fact checking o debunking, è compito arduo, perché chi le condivide le crede “vere”, non false, e dunque serve ribaltargli addosso l’universo.
Il saggio di Rid appassionerà il lettore per le spy stories avvincenti che lo percorrono, Feliks ?dmundovi? Dzeržinskij, la feroce spia sovietica che fonda la Ceka, madre dell’intelligence nell’Urss, è capace di evocare, fra i profughi zaristi, finte reti di resistenza ai soviet che erano solo miraggi, per far cadere in trappola i dissidenti aristocratici. Anche gli americani vengono raccontati in diretta con le loro catene di montaggio di bugie, dalla Guerra Fredda fino ai misteriosi Shadow Brokers, capaci di autoinfliggere all’intelligence Usa profonde ferite.
Rid comprende quel che ancora elude il dibattito italiano, per provincialismo o eccessi di settarismo: se oggi le fake news sono così intrattabili, non è solo per la pervicace rete dei social media, i loro algoritmi, le cosiddette “stanze dell’eco” conformiste, o l’avidità di piattaforme come Facebook. È, soprattutto, per la crisi di fiducia dominante, il relativismo nichilista predicato da Foucault che, rinchiuso nei seminari dei college Ivy League, pochi danni faceva, pompato da lobby come l’Agenzia Ricerca Internet di San Pietroburgo, la “fabbrica dei troll” finanziata dal sodale di Putin Evgenij Viktorovi? Prigožin, corrompe il dialogo civile su ogni tema, epidemia, economia, Quirinale, perfino la tragica morte di uno studente in fabbrica.
Mentre tanti analisti e studiosi si illudono ancora su una opinione pubblica divisa in compartimenti stagni, i Giornalisti, i Docenti, i Disinformatori, gli Apostoli della Trasparenza, i Whistleblowers alla Greenwald, Snowden, Assange, l’Intelligence, il Cittadino online, Rid ci restituisce, crudele, cinica, spietata, la realtà, dove il campione di Wikileaks Julian Assange dialoga fitto fitto con le spie russe e gli hacker legati al Gru, intelligence militare, i giornali e le tv, a caccia di scoop, non guardano per il sottile su chi invia loro dossier segreti, perché, a che scopo e da quale canale, miscelando, alla Bittman-Bitt, senza scrupoli, Vero e Falso.
Non ci sono dunque Buoni contro Cattivi nella battaglia contro la disinformazione, evento campale per la sopravvivenza delle democrazie. Ma credere, come vaticinò Foucault e come replicano, a caccia di briciole di audience i talk show corrivi sul Covid, che Vero e Falso siano uguali, e non opposti, ci perderà.