la Repubblica, 28 gennaio 2022
Intervista a David Boies, l’avvocato di Virginia Giuffre
NEW YORK – «Quando il principe Andrea dovrà venire a New York per testimoniare al processo, potrebbe essere arrestato come Epstein e Maxwell. Abbiamo prove solide per un procedimento penale». David Boies è il principe indiscusso del foro americano. Ora è l’avvocato di Virginia Giuffre, che con l’accusa di violenze sessuali contro il principe Andrea fa tremare la monarchia britannica. Mi riceve al ventesimo piano del grattacielo dove lavora, con l’abituale sorriso affabile: ha appena aperto il suo studio a Milano, ama Roma, non nasconde la passione per l’Italia.
Andrea ha risposto alla sua causa, negando tutte le accuse.
«È lo stesso schema che usa sempre: negare. Credi a me, o ai tuoi occhi?
Abbiamo persone che dicono di averlo visto nella casa di Epstein a New York, con Virginia, nell’isola ai Caraibi. Testimoni oculari. Il suo approccio è negare e scaricare la colpa sulla vittima. Non ha funzionato molto bene per Maxwell».
Perché ha scelto questa strategia?
«Davvero non lo so, è sconcertante.
Prima di presentare la causa gli avevamo scritto: vorremmo evitare il processo, parliamone. La risposta è stata un muro di pietra. Poi ha fatto di tutto per non ricevere l’atto giudiziario. Ciò lo fa apparire orribile. Scappare da un castello all’altro, nascondersi sul sedile posteriore delle auto, è un’indicazione della colpevolezza».
Perché ha chiesto un processo davanti alla giuria?
«Lo avevamo già chiesto noi, riflette la nostra domanda».
Significa che finirà davanti ai giurati?
«Sì».
E dovrà testimoniare in pubblico, spiegando ad esempio perché mentre ballava con Virginia non sudava?
«Esattamente».
Perché non evita questo enorme danno d’immagine?
«Non lo so. La sua strategia non mi sembra desiderabile o efficace».
Il suo avvocato ripete che Virginia aveva firmato un accordo con Epstein per non fare rivelazioni.
«Come il tribunale ha già indicato, l’accordo non si applica a lui».
Cosa succederà adesso?
«Dobbiamo completare la presentazione delle prove entro il 14 luglio, il processo sarà entro l’anno».
Lei ha detto che ha almeno 5 o 6 testimoni per confermare le accuse. Chi sono e cosa diranno?
«Non posso rivelarlo ora».
Ma conferma che li ha?
E cosa diranno?
«Di averlo visto con Virginia, cosa era accaduto nella casa di Epstein a New York e nell’isola ai Caraibi».
Andrea testimonierà?
«Deve farlo, non ha scelta. Dovrà testimoniare alla deposition. Se lo farà, potremmo usarla al processo, invece di averlo di persona. Ma sarebbe un’altra cattiva decisione dei suoi avvocati».
Avete testimoni che diranno: l’ho visto fare questo con Virginia?
«Esatto. E la domanda diventa perché questi testimoni dovrebbero inventare tutto? Cosa hanno da guadagnare? Nulla. Negare e scaricare la colpa sulla vittima non prevarrà».
Andrea fa così perché è potente e pensa di bloccare la causa?
«Non sono sicuro che abbia riflettuto abbastanza. La gente ricca e potente spesso pensa di essere al di sopra della legge. Ma quando andranno in tribunale, lui e Virginia saranno uguali davanti alla legge».
Nella causa lei cita l’articolo 130, che comprende lo stupro.
Dovrebbe diventare un caso penale?
«Potrebbe. Noi lo abbiamo denunciato alle autorità britanniche, che finora non lo hanno perseguito.
Non ha cooperato con le autorità americane, e i procuratori Usa si sono lamentati pubblicamente».
Quando arriverà a New York il procuratore potrebbe interrogarlo?
«Corretto».
Arrestarlo?
«Potrebbero, come hanno arrestato Epstein e Maxwell».
Ghislaine aveva complici?
«Nelle carte processuali abbiamo identificato Sarah Kellen, Alan Dershowitz e altri. Un’operazione di queste dimensioni, in vari continenti per decenni, non poteva accadere solo con Epstein e Maxwell. Serviva la connivenza di molte persone ricche e potenti».
La procura dovrebbe indagare sugli altri vip?
«Sì, anche se col tempo diventa più difficile processarli».
Questo non vale per Andrea?
«Non c’è prescrizione e ci sono testimoni».
La procura britannica lo protegge?
Ma negli Usa no?
«Negli Usa è una persona come un’altra».
Ci sarebbe il dovere di arrestarlo, quando si presenterà al processo?
«Non voglio parlare per la procura, ma abbiamo un caso molto forte. L’ex procuratore Geoffrey Berman del Southern District of New York aveva detto di essere interessato ad Andrew».
Lo stupro di una minorenne non crea un obbligo morale a farlo?
Oltre ai testimoni, avete prove materiali?
«Avremo prove dirette di lui con Virginia. Non solo da lei, ma da altri testimoni».
Quando Ghislaine aveva presentato Virginia ad Andrea l’aveva sfidato ad indovinarne l’età, e lui aveva risposto 17 anni.
Conferma?
«Sì, è confermato»
Quindi sapeva che era minorenne?
«Sì, lo sapeva».
I procuratori potrebbero trovare altro in un processo penale?
«Possono costituire un Grand Jury, dove spesso le testimonianze sono il modo di creare un caso. La procura ha diversi strumenti a disposizione che un avvocato civilista non possiede».
Virginia è disposta ad accettare un risarcimento?
«Penso voglia una rivincita, per lei e le altre vittime. Può venire in vari modi, non voglio togliere nulla dal tavolo. Potrebbe essere finanziaria, l’accettazione della responsabilità, una combinazione delle due cose».