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 2022  gennaio 27 Giovedì calendario

Intervista a Drusilla Foer


«Emozionata? Sì, è chiaro: il Festival è come le partite dell’Italia quando ci sono i Mondiali, ci si immedesima, si sta sul divano a tifare. Ci saranno tutti, a vedere Sanremo: chi mi conosce e soprattutto chi no. E quindi mi sto preparando. Certo, anche a scendere le scale. Che poi, alla mia età, diciamolo pure, si fa molta più fatica a salirle…». Capelli del colore del ghiaccio che fa tintinnare nel bicchiere del gin tonic, Drusilla Foer, 55 anni, con la sua svampita ironia è diventata in un lampo la principale curiosità del Festival di Sanremo dopo che Amadeus l’ha inclusa tra le cinque donne che l’affiancheranno sul palco dell’Ariston: proprio lei, che all’anagrafe è Gianluca Gori, e che non solo per questo è una creatura impossibile da catalogare.
Fiorentina altoborghese dai modi aristocratici, attrice, scrittrice, star del web, icona fashion, modella, Drusilla divide, aggrega, incuriosisce, suscita attese e un po’ di scandalo.
Cominciamo dall’ovvio, Drusilla: come si vestirà?
«Beh, se qualcuno si aspetta di vedermi con un outfit di chissà quale brand, resterà deluso.
Metterò un abito di un atelier di Firenze, di quelli dove in giro è tutto un ago e filo. E poi sfoggerò un paio di mise che ho già da tempo.
Eleganza è anche saper ripescare nell’armadio: un messaggio che parla di economia dal basso mi sembra importante in un momento come questo».
C’è una sua canzone del cuore, nella storia di Sanremo?
«Dio come ti amo : la cantavano Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti. Certo, da allora di tempo ne è passato. Ma sa, ho vissuto tanto all’estero. Di recente però ho amato Mahmood e i Måneskin. Dei Måneskin mi piace il ringhio rock, il sesso felice, Damiano che bacia il chitarrista. E a me baciare piace, mi è sempre piaciuto. Senza distinzioni».
Dopo il naufragio del ddl Zan, che peso può avere la sua presenza su un palcoscenico così popolare?
«Premessa: io non voglio convincere nessuno. Non mi piace persuadere, ma ispirare. Detto ciò, se la mia vena naïf può servire alla causa Lgbtq+ ne sono felice. Ma vorrei essere la paladina anche delle donne maltrattate e di tutte le persone per qualsiasi motivo tenute ai margini».
Però c’è chi fa polemiche. Il senatore Pillon ha detto che sarebbe più giusto mettere un padre di famiglia al suo posto.
«Guardi, io rispetto il pensiero di chiunque. Figurarsi, può anche essere una bella idea far presentare un papà accanto ad Amadeus. Ma è il mettere “al posto di” che non mi piace, perché allontana dalla civiltà. E la civiltà è la convivenza. Del resto, il nostro è un Paese dove da sempre convivono il pesto con la pizza margherita, la canzone napoletana con la scuola genovese dei cantautori. Pillon credo non sappia cosa dicono i miei messaggi di leggerezza. Gli ha solo dato un’etichetta. E comunque sono incredibilmente sorpresa nel vedere quante persone sono con me. Nel mondo del web, della politica, della cultura».
Anche quando la definiscono attrice en travesti è un’etichetta?
«Certo. È uno spreco mettere davanti al contenuto l’involucro: io sono quel c he faccio, quello che studio, cosa dico».
Lei si è più volte definita “soubrette âgée”. È finita l’epoca delle Belen e delle farfalline all’Ariston?
«A parte che io, modestamente, quanto a stacco di coscia, la Belen la supero di parecchi centimetri… ( ride ). Penso che Amadeus abbia voluto dire: stiamo tutti insieme, c’è posto per tutti. È stato creativo scegliere giovani talenti come Lorena Cesarini e Maria Chiara Giannetta, e oltre a me due bellissime signore come Ornella Muti e Sabrina Ferilli. Percepisco la mia presenza a Sanremo in questo senso. E se riesco a ricordarmelo, riuscirò anche a scendere più tranquilla quella scalinata…».