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 2022  gennaio 22 Sabato calendario

Il caso Fraccaro

MILANO – L’ombra del sospetto, il remake: attore protagonista al posto di Antonio Banderas, Riccardo Fraccaro. In casa 5 Stelle è pronta l’istruttoria contro l’ex ministro ai Rapporti con il Parlamento e alla democrazia diretta (Conte I) e poi sottosegretario alla presidenza del Consiglio (Conte II), un pezzo da novanta del Movimento e non a caso uno dei tre “giudici” nel tribunale interno del partito, cioè il Collegio dei probiviri. Ora però Fraccaro passerà dall’altra parte, quella dell’“inquisito”; considerati gli addebiti, appunto il sospetto di aver tramato alle spalle di Giuseppe Conte con Matteo Salvini, promettendogli 30-40 voti del M5S da portare in dote alla candidatura di Giulio Tremonti, l’espulsione è un’ipotesi concreta. «Qualsiasi sanzione, nel caso in cui venisse riscontrata la violazione dei doveri stabiliti dalla Carta dei principi e dei valori e dal Codice etico, non potrà che essere comminata all’esito di una puntuale istruttoria, nel rispetto delle garanzie sostanziali e procedurali statutariamente previste e del principio del contraddittorio», è la nota garantista fatta filtrare dalle “fonti 5 Stelle”, vale a dire l’ inner circle di Conte. Ma comunque, la sostanza è che l’ex presidente del Consiglio è su tutte le furie e in diversi gli avevano chiesto di prendere provvedimenti. In assemblea coi deputati, giovedì sera, il capogruppo Davide Crippa era stato chiaro: «Credo sia una mancanza di rispetto grandissima l’iniziativa, totalmente senza mandato, che alcuni colleghi hanno cercato di portare avanti in maniera abbastanza improbabile, cercando di contattare, agganciare, danneggiando la trattativa in corso e rischiando di compromettere il percorso che stiamo facendo». Non era stato fatto il nome di Fraccaro, ma che si fosse visto con Salvini tre giorni prima era di dominio pubblico e il riferimento chiaro. Dopodiché Fraccaro nega tutto, i sottosegretari Carlo Sibilia e Dalila Nesci considerati complici della proposta a Salvini idem, lo stesso segretario della Lega si è scomodato per scagionare l’ex collega di governo. In pochissimi nel Movimento, a dire il vero, sono disposti a dar credito alle smentite. Il faccia a faccia con Salvini non era avvenuto in un bar a caso ma nello studio romano dell’avvocato Michele Crisostomo, presidente dell’Enel. Grazie al tramite di Antonio Rizzo, ex consigliere proprio di Fraccaro quando era sottosegretario e molto vicino proprio a Tremonti. Fatto sta che l’affare-Fraccaro ha ancora una volta messo a nudo le debolezza interne ai 5 Stelle di fronte al delicato passaggio quirinalizio. Domani sarà una giornata clou, con una cabina di regia dei vertici e poi un’assemblea congiunta coi gruppi parlamentari. Tutta l’attenzione è rivolta al centrodestra, in attesa di capire se davvero la candidatura di Silvio Berlusconi andrà avanti. Conte ieri ha anche avuto un colloquio telefonico con Giorgia Meloni, per dire il tentativo di trovare ampissime convergenze. I nomi in ballo di cui ufficialmente nessuno parla ma nella realtà tutti parlano sono diversi: Paola Severino, Andrea Riccardi, Filippo Patroni Griffi, Paolo Gentiloni, Liliana Segre (come nome di bandiera); e poi Sergio Mattarella se ci stesse e Mario Draghi se non ci fossero alternative praticabili («è un bene che sia stato tolto il veto su di lui perché meno veti mettiamo e più possiamo essere determinanti», ragiona Sergio Battelli; «non lo voterò mai», sentenzia invece sempre Fraccaro). All’ora x, l’inizio ufficiale del voto, mancano ormai 48 ore e comunque vada sono previsti i fuochi d’artificio.