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 2022  gennaio 21 Venerdì calendario

Olivier Giroud studia la Bibbia

La stella polare è una frase di Nelson Mandela. Olivier Giroud è un calciatore completo dentro e fuori dal campo. Da esperto centravanti, 35 anni e tanti successi tra Montpellier, Arsenal, Chelsea e Nazionale francese, è abituato a coprire tutto il fronte d’attacco. Al termine di partite e allenamenti, l’attaccante del Milan conserva la stessa attitudine svariando da un argomento all’altro con curiosità e ironia. [...]
Ha origini italiane da parte delle nonne. Che cosa ha scoperto dell’Italia vivendoci?
«Che mi piace tantissimo il tiramisù. Mia nonna Antonia lo faceva buonissimo. E le lasagne, che mia mamma cucina bene. Ma non solo la gastronomia. È bellissimo andare a Milanello vedendo il cielo azzurro, che mi ricorda quello di Montpellier e della mia Savoia: Chambery e Grenoble, dove sono nato e cresciuto. Londra è speciale, ma quel cielo non ero più abituato a vederlo».
È molto religioso. A Milano ha già scoperto qualche chiesa dove andare a messa?
«In italiano église si dice chiesa, come l’attaccante? Allora da oggi Chiesa mi piace ancora di più come calciatore. Anzi, ne approfitto per fagli il mio in bocca al lupo per un recupero veloce. Non sono ancora andato a messa a Milano perché, con questo Covid, è meglio evitare luoghi affollati. Ma tutte le settimane faccio un incontro a distanza con il mio pastore di Londra. Studiamo la Bibbia. Per me è aria fresca. Ho bisogno di nutrirmi con queste parole. Sono un cristiano evangelico. La fede è il mio motore. Mi aiuta nelle decisioni importanti. Come quando ero vicino all’Inter, ma poi ho capito che nel mio destino ci sarebbe stato il Milan».
La Juventus l’ha mai cercata?
«Sì, nell’estate 2020, quando c’era Pirlo allenatore. Ma ho preferito restare al Chelsea con cui poi ho vinto la Champions League. Per la Juventus ero una delle tante opzioni, non l’unica».
Lei segna sempre a San Siro, Ibrahimovic in prevalenza in trasferta. Vi siete messi d’accordo?
«Facciamo così per spiegare a Pioli che dobbiamo giocare una partita a testa, io in casa e Ibra fuori. Così con la Juventus parto titolare io (ride). Scherzi a parte, ho segnato e fatto assist soprattutto quando ho giocato dall’inizio. Provo a dare il massimo anche quando entro dalla panchina. Ma le statistiche sono eloquenti».
Ha vinto in ogni squadra dove ha giocato. Succederà anche al Milan?
«Ecco, volete farmi dire che vinceremo lo scudetto. Sono uno che vuole sempre competere al massimo. É la spinta che mi dà una forte emozione nel profondo del cuore. Non tollero la sconfitta. Abbiamo le qualità per giocarcela. A dire il vero, nelle mie esperienze precedenti, ho sempre vinto alla seconda stagione. Ma al Milan ce la farò già al primo anno».
In Italia siamo a corto di centravanti. Ha visto qualche giovane interessante?
«Scamacca ha grandi potenzialità. Sarà il futuro della vostra Nazionale. Io ho lasciato spazio ai giovani nella Francia. Penso solo al Milan e alla famiglia. Spero che l’Italia riesca ad andare al Mondiale. Anche se questo comporterebbe la mancata qualificazione del Portogallo del mio amico Leao. Posso solo augurarmi che vinca il migliore».