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 2022  gennaio 20 Giovedì calendario

Intervista a Giancarlo Magalli

Presidente è pronto?(Silenzio) Sono alla finestra.
Ha il telefono sempre occupato.(Ride) Non sono consultazioni.
Sette anni fa prese molti voti nel nostro quesito sul Colle.
(Tono austero) Ripeto: sono alla finestra e aspetto cosa può accadere.
(Nel 2015 Giancarlo Magalli conquistò migliaia di preferenze sul fattoquotidiano.it, tanto da vincere la classifica del presidente della Repubblica più desiderato dai lettori. Quelle migliaia di voti non si fermarono al web, ma trovarono una preferenza nel segreto dell’urna. “Quella storia mi ha divertito molto”).
Fu un grande exploit.
È che i cittadini non ne potevano più di sentire certi nomi, sempre gli stessi. E alcuni di quei nomi ci sono pure dopo sette anni.
Tipo?
Prodi e Amato.
Ora c’è pure Berlusconi.
È un bell’indicatore di quanto siamo alla disperazione.
Mario Draghi…
In teoria mette tutti d’accordo.
In teoria.
Con lui al Colle si tornerebbe alle elezioni.
Suo compagno di scuola.
(Ci pensa) Siamo in una situazione assurda: è come se avessimo un solo antifurto per proteggere o la casa o il negozio.
Un po’ limitante.
È brutto, ma in questo momento c’è la sensazione che in Italia ci sia un solo uomo.
Un Mattarella-bis?
Ha rifiutato in tutti i modi.
A suo tempo si diceva lo stesso di Napolitano.
Sì, però Mattarella non è un ragazzino, non può reggere sette anni; stiamo peggio del 2015.
Draghi lo sente?
Ogni tanto ci scambiamo dei messaggi: mi farebbe piacere rivederlo, ai tempi di scuola avevamo un bel rapporto.
Già da studente aveva un certo successo…
Non era un secchione, non stava con la mano sul foglio per impedire di copiare; (pausa) vinceva tutte le gare di sport.
Altri “quirinabili”: Casini…
(Silenzio) Mi dica gli altri…
Pera…
(Silenzio)
Veltroni…
(Silenzio)
Franceschini…
(Il silenzio non si interrompe).
Ancora nomi?
Casini è per tutte le stagioni, ma lo reputo perbene; mentre conosco Veltroni sin da bambino.
Con lei non ne scappa uno.
La mamma di Walter lavorava con me in Rai: a volte restavamo in ufficio fino a tardi, così le chiedevo di mangiare una pizza: “Non posso, c’è mio figlio”. “Portiamo anche lui”. E scendeva un Walterino di appena nove anni, già con gli occhiali.
Una donna al Colle?
Ce n’è una di valore? Le quote rosa le trovo offensive: se c’è un nome importante, condivisibile, sono d’accordo, ma non a priori.
Una certezza sul Colle…
Che nel caso non sarei contento di Berlusconi presidente. Eppure nel 1994 l’ho votato.
Cos’è cambiato?
Nel 1994 ho barrato sul simbolo basandomi sul suo passato da imprenditore e oggi dico di “no” con lo stesso parametro: giudico i successivi 28 anni.