ItaliaOggi, 19 gennaio 2022
L’asino è l’animale dell’anno
I tedeschi hanno scelto l’asino come Haustier, animale domestico dell’anno. L’ho letto sulla Süddeutsche Zeitung nella sezione dedicata nel weekend ai bambini. Il giornale di Monaco cerca di allevare i lettori di domani, e gli articoli sono sempre informativi, niente affatto bambineschi. Perché premiare l’Esel, l’asino?
Si comincia a spiegare che animali domestici non sono solo quelli da salotto, ma tutti quelli che hanno accompagnato la vita dell’uomo nei secoli e nei millenni. Anche una mucca e una pecora sono un Haustier. Da una ricerca scolastica compiuta qualche anno fa, si è scoperto che molti bambini alle elementari non avevano mai visto una mucca, credevano che il latte fosse un prodotto artificiale venduto in tetrapack. L’asino, si aggiunge, ha una straordinaria intelligenza e coraggio, mentre in realtà i cavalli sarebbero stupidi e timorosi.
Gli asini sono rari, alcuni tipi rischiano l’estinzione, in Germania ne vivono appena 12mila, contro dieci milioni di cani, e 16 milioni di gatti.
Sicuramente, pochi bambini, e adulti, ne hanno visto uno in campagna, e gli asini si incontrano ormai nei giardini zoologici, o nelle fattorie educative mantenute in cittá, dove vengono condotti gli scolari in visita d’istruzione.
I bambini di città non hanno mai visto spesso neanche una gallina o una pecora. Eppure l’asino appare in una statua, sia pure in compagnia di un gallo, di un gatto e di un cane, nel monumento che ricorda i quattro musicanti di Brema, la favola dei fratelli Grimm. Ed è l’asino che porta paziente sulla schiena gli altri tre compagni.
Il giornale di Monaco ha ricordato ancora che su un asino Gesù entrò a Gerusalemme, e la finisce con le citazioni per non abusare della pazienza dei lettori. Senza rischio, ritengo, avrebbe potuto aggiungere che su un asino Giuseppe e Maria fuggono in Egitto, e che un asino con il bue riscalda Gesù Bambino a Betlemme come si vede, o si vedeva, in ogni presepe.
Si sarebbe potuto citare anche Collodi: Lucignolo, il compagno di Pinocchio, finisce tramutato in un asino, la sorte che attende i bambini cattivi nel Paese dei balocchi. Ormai, solo i bisnonni dei lettori forse avranno subito l’onta a scuola di essere puniti con un berretto con le orecchie d’asino, marchio dell’ignoranza, ma tra gli Ittiti le orecchie d’asino erano un simbolo di sapienza.
Collodi ricorda L’asino d’oro, di Apuleio, era l’animale sacro a Iside, e appare in tutte le mitologie. In Cina l’asina bianca era la cavalcatura degli immortali. In India lo cavalca Nairrita, guardiano del regno dei morti. Per gli Egizi era una bestia infernale, il dio Typhon rappresentato con una testa d’asino aveva poteri malefici.
Nel Medioevo diventa simbolo di ignoranza. Nel paradosso dell’asino di Giovanni Buridano muore di fame e sete perché non sa decidersi tra un secchio d’acqua e una manciata d’avena.
L’asino, il ciuco in Toscana, lo scecco in Sicilia, da bambino lo vedevo tirare i carretti in campagna e al mercato, o a volte trasportare obbediente sacchi enormi.
Un asino apparve in scena al Sistina, in Rinaldo in campo, tra Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, e decretò il successo dei due comici palermitani. Ma oggi non servono a niente, o quasi, e sette razze hanno rischiato l’estinzione.
Erano oltre un milione alla fine della guerra, una ventina d’anni fa gli asini erano meno di trentamila, oggi sono raddoppiati grazie alle cure degli amatori. Nel 2005, dell’asino romagnolo restavano appena 76 esemplari, oggi sono 560. L’asino amiatino, razza del Monte Amiata, immortalato da Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova, era ridotto a 89 superstiti nel 1995, oggi sono oltre un migliaio. In Toscana sono stati salvati anche dai tedeschi, sempre loro, che li mantengono nelle case comprate per le vacanze.
L’asino non è più una bestia da soma, ma non viene allevato solo per amore o gratitudine. È impiegato nella onoterapia, la cura asinina, come compagno di bambini e di persone anziane: con la sua pazienza e docilità aiuta a combattere la depressione. Cleopatra si bagnava nel latte d’asina, per preservare la sua bellezza, oggi il latte, ricco di calcio, serve contro l’osteoporosi.