1 - GRAY, L'INCORRUTTIBILE «VICE DI DIO» CHE HA IN MANO IL DESTINO DI JOHNSON, 18 gennaio 2022
LA DONNA CHE PUÒ FARE LO SCALPO A BORIS - SI CHIAMA SUE GRAY ED È L’INCORRUTTIBILE FUNZIONARIA BRITANNICA CHE CONDUCE L’INCHIESTA SULLO SCANDALO DELLE FESTE A DOWNING STREET. HA GIÀ INTERROGATO IL PRIMO MINISTRO E IL SUO RAPPORTO POTREBBE ESSERE PUBBLICATO ENTRO QUESTA SETTIMANA. MA IL DESTINO DI “BORIA” È SEGNATO: IL PARTITO CONSERVATORE HA GIÀ DECISO DI FARLO FUORI. LUI INTANTO CERCA DIVERSIVI PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE, CON UNA SERIE DI ANNUNCI POPULISTI: DAL PATTUGLIAMENTO DELLA MANICA AL CONGELAMENTO DEL CANONE DELLA BBC -
Luigi Ippolito per il "Corriere della Sera" La chiamano «la donna più potente di cui non avete mai sentito parlare», ma anche «quella che governa davvero il Paese»: o, più semplicemente, «la vice di Dio». Sue Gray è l'incorruttibile funzionaria britannica ultrasessantenne che conduce l'inchiesta sul Partygate, ossia lo scandalo delle feste a Downing Street in pieno lockdown: in altre parole, la persona che ha in mano il destino di Boris Johnson.
Sue Gray, secondo il Daily Telegraph , ha già avuto modo di interrogare il primo ministro: e il suo rapporto finale potrebbe essere pubblicato entro questa settimana. Allora sapremo che fine farà Boris: se sarà accompagnato alla porta dai maggiorenti del partito conservatore o se riuscirà a cavarsela per l'ennesima volta.
«Mi ci sono voluti due anni - ha raccontato tempo fa un ministro - per capire chi è che governa la Gran Bretagna. Il nostro grande Regno Unito è di fatto interamente condotto da una donna di nome Sue Gray: a meno che lei non sia d'accordo, le cose semplicemente non accadono».
Una fama meritata: dopo una lunga carriera nella pubblica amministrazione cominciata subito dopo la scuola, Sue ha guidato fra il 2012 e il 2018 la Commissione per la Correttezza e l'Etica che forniva le linee guida al governo. E in quella veste ha messo fine alla carriera di diversi ministri. La sua «vittima» più illustre è stato Damian Green, il vicepremier di Theresa May, costretto a dimettersi nel 2017 dopo che erano state trovate immagini pornografiche sul suo computer di lavoro.
Ma anche un capogruppo parlamentare conservatore ha avuto la carriera stroncata da Sue Gray dopo che aveva chiamato «plebaglia» un poliziotto. D'altra parte, Sue non ha mai guardato in faccia a nessuno.
Un particolare bizzarro della sua biografia è la «pausa» che si prese alla fine degli anni Ottanta per andare a gestire un pub in Irlanda del Nord assieme a suo marito, che è un cantante country-western originario dell'Ulster. Il pub era a pochi chilometri dalla frontiera inter-irlandese, una zona così violenta da essere chiamata «Bandit Country», la terra dei banditi: e infatti una volta una pattuglia armata dell'Ira fermò Sue con l'intenzione di sequestrarle la macchina.
Ma lei li mandò a quel paese: i terroristi, sbigottiti, la lasciarono passare. Figuriamoci quindi se adesso Sue si lascia intimidire dal fatto che deve investigare il primo ministro, dal quale formalmente dipende in quanto funzionaria pubblica. Anche se in realtà il suo rapporto non sarà probabilmente un giudizio definitivo: si tratterà di una ricostruzione fattuale di quello che è avvenuto a Downing Street, ma le conclusioni politiche dovranno trarle altri.
Nel frattempo Johnson è passato alla controffensiva, annunciando una serie di misure populiste: dal pattugliamento della Manica da parte della Marina in funzione anti-migranti al congelamento del canone della Bbc. Tuttavia la base del partito conservatore è furiosa: il quaranta per cento vorrebbe le dimissioni del premier e i deputati stanno aspettando l'esito del rapporto Gray per decidere il da farsi.
La conclusione dell'inchiesta potrebbe slittare all prossima settimana se nel frattempo, come si teme, verranno fuori altre rivelazioni. Ma il linguaggio che Sue adopererà sarà determinante: se lei concluderà che i party di governo erano una palese violazione delle norme anti Covid, allora i deputati conservatori probabilmente troveranno il fegato per sfiduciare Boris Johnson. E la «vice di Dio» aggiungerà un altro scalpo alla sua cintura.
2 - LA GUERRA AL CANONE BBC E LA MARINA NELLA MANICA JOHNSON CERCA «DIVERSIVI» Erica Orsini per “il Giornale”
Le tenta tutte Boris Johnson, per restare in sella, mentre da ogni parte si moltiplicano le richieste di dimissioni. Così, dopo le ultime rivelazioni sulla serie infinita di violazioni delle norme anti Covid avvenute negli uffici di Downing Street durante il lockdown, sembra che il premier britannico abbia trascorso il weekend a mettere a punto un piano d'offensiva da dispiegare su molteplici fronti, in modo da distrarre l'opinione pubblica dal riprovevole comportamento dei suoi rappresentanti politici.
Sono nate così, in 48 ore, le due operazioni «Save Big Dog» e «Red Meat», che ieri hanno riempito i titoli delle prime pagine dei giornali nazionali, nonché diversi notiziari televisivi. La prima (smentita da Downing Street) è presto spiegata: si tratterebbe di una furiosa estirpazione delle mele marce esistenti nello staff dei funzionari di Boris che, con la loro avventata condotta in tempi di pandemia, hanno finito per far ricadere ogni colpa sul primo ministro.
La seconda invece è un raffazzonato programma di iniziative, già definite populiste dai detrattori del governo, che mirano a ingraziarsi nuovamente gli elettori nella speranza di stemperare la loro rabbia cresciuta a dismisura nei giorni scorsi. Le grandi manovre sono iniziate già domenica con alcune indiscrezioni che davano per certa l'intenzione del ministro per la Cultura e i media Nadine Dorries di congelare per due anni, fino all'aprile del 2024, il canone dovuto alla Bbc e poi eliminarlo del tutto entro il 2027.
Una mossa che sa tanto di vendetta contro l'emittente pubblica nazionale sempre più spesso apertamente in contrasto con il governo e in realtà, già in parte smentita dal ministro per l'Istruzione Nadhim Zahawi che ieri ha confermato come le negoziazioni tra i vertici della Bbc e il ministero siano ancora in corso.
«È un patetico tentativo di distrazione da parte del primo ministro» ha commentato ieri il Ministro alla Cultura ombra Lucy Powell. Lo stesso giudizio è stato riservato all'idea di chiamare la Royal Navy a controllare le coste per bloccare i migranti clandestini che continuano a entrare senza sosta nel Regno Unito. Secondo quanto riportato dai media nazionali l'annuncio ufficiale dovrebbe venir dato dal ministro dell'Interno Priti Patel nelle prossime settimane, ma il presidente della commissione parlamentare per la Difesa Tobias Elwood ha già dichiarato che il piano non può funzionare.
Non solo, Ellwood ha aggiunto che togliere uomini alle forze armate danneggerebbe il loro impegno nel fronteggiare le minacce provenienti dalla Russia e dalla Cina. Il governo ha già replicato sottolineando che la gente chiede a gran voce di mettere fine al pericoloso attraversamento via mare dei profughi.
Secondo una fonte sentita dalla Bbc però, i dettagli dell'intera operazione sono ancora tutti da pianificare e il ministero della Difesa non sarebbe per nulla favorevole a venir coinvolto in un progetto molto complicato che richiede una preparazione altamente specifica.
A questo punto, l'ultima speranza per Boris risiede nel famoso «Levelling Up White Paper», il documento, promesso da mesi, che introduce le strategie per migliorare la qualità di vita dei piccoli centri dimenticati dai precedenti governi, favorendo il decentramento di poteri e competenze.
Il ministro Gove lo illustrerà a febbraio, ma dovrà essere molto incisivo per riuscire a superare lo scetticismo di un Paese ormai disincantato e deluso. E forse, l'unico cambiamento visibile a breve sarà l'azzeramento del piano B anti Covid, vista la discesa dei contagi. Quello sì, è già confermato a partire dal prossimo 26 gennaio.