ItaliaOggi, 18 gennaio 2022
Periscopio
La botta del Covid è stata durissima. Meno 60% in America, che è il posto dove guadagniamo di più; anche se la sede è ad Alba, e io sono un contribuente italiano. Oscar Farinetti, patron di Eataly (Aldi Cazzullo). Corsera.
Carige e Mps hanno una qualità degli attivi troppo bassa e una struttura dei costi troppo elevata per poter sperare di sopravvivere autonomamente. Alessandro Penati, economista (Domani).
Questioni inevitabili sorgeranno nel M5s fra chi, più giovane, da sempre nel movimento, capo sostanziale a Roma, e chi, sentendosi professore e capo formale, grazie a Di Maio, del Movimento, vuole esserne vero numero uno. Paolo Panerai. ItaliaOggi.
Chi oggi critica Macron finirà come Di Maio che ieri era il più imbarazzato. Il grillino infatti era accanto a Mattarella di cui aveva chiesto la messa in stato d’accusa, a Draghi contro il quale voleva uscire dall’euro e Macron che aveva insultato al fianco dei Gilet gialli. La foto simboleggia la fine dei Cinquestelle. Era dai tempi di san Paolo a Damasco che non assistevamo a conversioni così spettacolari. Matteo Renzi, sito.
Ci vuole un’azione politica contro l’evasione fiscale, che può essere soltanto europea. Un’azione che deve partire sia dal basso sia dall’alto. Dal basso: oggi chiedere la fattura o la ricevuta non conviene; se convenisse, ci sarebbero molte più fatture e più ricevute. Dall’alto: la via dei paradisi fiscali, se non sbarrata, dovrebbe essere un poco più complicata. Nello stesso tempo, una sforbiciata seria (non appena accennata) alle tasse che gravano sui produttori darebbe una sferzata al sistema economico. Non credo invece nell’allargamento della no tax area, che diventa a volte un paradiso fiscale in patria e in ogni caso è diseducativa: nessuno, né in basso né in alto, tantomeno il finto povero e il vero ricco, dovrebbe essere escluso, sia nel dare sia nel ricevere, dalla comunità nazionale. Aldo Cazzullo. Corsera.
Leonardo Sciascia, con Domenico Porzio, parlò del nonno zolfataro, della sua ammirazione per Pirandello, della passione per Savinio, del fratello suicida, dell’aristocrazia «rentier» siciliana, di romanzi polizieschi e di tragedia greca. Cercò di svelare gli arcani del Novecento dicendo che «in questo secolo la nostra esistenza è vorticante intorno a tre aggettivi: pirandelliano, kafkiano e borgesiano». Dimenticò «proustiano». Proust non era nelle sue corde. Diego Gabutti (ItaliaOggi).
Mio cugino Alfredo Reichlin, alto dirigente del Pci, non parlò mai del suo impegno nella Resistenza. Lo raccontò anni dopo, ma perché non dirlo anche a noi? Oltretutto mostrò un grande interesse per la classe operaia. Mi chiese di condurlo davanti a una fabbrica. E una mattina inforcando la bicicletta ci dirigemmo verso uno stabilimento nei pressi della Bicocca. A una certa ora vedemmo uscire le tute che allora non erano blu ma grigie. Pensavo che volesse parlare con alcuni degli operai. Ma, con mio grande stupore, si limitò a osservarli. Forse erano troppo diversi dal suo mondo, forse la timidezza ebbe il sopravvento. Da quei giorni non ci siamo più rivisti. Fu una sua decisione non frequentare dei parenti che presumo non ritenesse all’altezza del suo impegno ideologico. Eduardo Rescigno, divulgatore dell’opera lirica. (Antonio Gnoli). Repubblica.
Don Giuseppe Zilli, direttore di Famiglia Cristiana dal 1954 fino alla morte ogni sera pregava così: «Signore, fammi stufare cinque minuti prima dei miei lettori». È diventata la mia orazione. Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia Cristiana (Stefano Lorenzetto), l’Arena.
Alla fine Mauro De Mauro il cronista con un passato fascistissimo nel 1959 viene assunto dall’Ora, combattivo quotidiano di area Pci: le sue inchieste sulla corruzione, sul malaffare, sulle collusioni tra mafia e politica finiscono sempre in prima pagina. È l’uomo giusto per un giornale corsaro, da opposizione. Ma alla fine degli anni Sessanta, qualcosa si spezza: De Mauro, inspiegabilmente, viene destinato alla redazione sportiva. Il più brillante cronista palermitano di nera e giudiziaria, l’inchiestista che si è occupato del “sacco” di Palermo e della speculazione edilizia, delle grinfie della mafia che strozzano sempre più la Sicilia, che per primo aveva raccontato la struttura e la catena di comando di Cosa Nostra, viene spedito a occuparsi di pallone e terzini in braghette. È il segnale che qualcosa è cambiato. Forse ha pestato troppi calli, per troppo tempo. O gli equilibri politici si sono spostati. Mauro De Mauro, fatto scomparire dalla mafia. Maurizio Pilotti. Libertà.
Nei carrelli noti più detersivi che pandori, e pasta, e zucchero, e caffè, come si facesse scorta di beni essenziali. Molti clienti hanno i capelli bianchi, anziane coppie corrucciate. Colmano i sacchetti come per tranquillizzarsi: in casa, comunque, ci sarà da mangiare. Nessun lockdown è stato annunciato. Questa variante Omicron, dicono, è davvero invasiva, e nelle farmacie non si può entrare, tanta è la coda di gente in cerca di un tampone. Così presunti o veri positivi peregrinano da una farmacia all’altra, sui mezzi. La gente tiene la mascherina alzata fino agli occhi. A sera in tv dicono che in un giorno sono raddoppiati i contagi, 30mila nelle ultime 24 ore, e ben 153 sono i morti. Marina Corradi, scrittrice (Avvenire).
Mia madre ha fatto anche la lavandaia in un albergo di lusso di via Veneto. Mio padre da giovane fu assunto come manovratore nelle Ferrovie dello Stato grazie all’intercessione di un prete a cui aveva chiesto una raccomandazione mia nonna che era, come si diceva una volta a Roma, una bizzoca, una bigotta. Ma non durò tanto. Perché a ventidue anni partecipò allo sciopero generale dei sindacati contro lo squadrismo e venne immediatamente licenziato. Tornò a fare il mestiere del padre, lo scalpellino, un lavoro massacrante con il quale si producevano sanpietrini come quelli che vediamo in questa piazza. Alfonso Belardinelli (Nicola Mirenzi). Huffington Post.
Nel 1972, Brodskij viene espulso dalla Russia. Prima tappa: Vienna, dove incontra il suo idolo, il poeta inglese Wystan Hugh Auden, che dal 1958 vive in Austria. Quindi prosegue per gli Stati Uniti (dove, nell’85, avrà la cittadinanza): Iosif Brodskij (poeta) diventa Joseph Brodsky (saggista). In Russia il poeta lascia la pittrice Marina Basmanova (conosciuta nel ’62, nel «cerchio magico» dell’Achmàtova) e il loro figlio, Andrei, che porta il cognome materno per evitare rappresaglie. Iosif Brodskij (Sebastiano Grasso). Studi cattolici.
Una persona è onesta soprattutto quando fa i nostri interessi. Roberto Gervaso.