Mara, qualche rissa?
«Ma no, fare il giudice qui è molto più semplice, tutto più rilassato, siamo contenti dello show: Elio è fuori da ogni schema, divertente, simpatico, ha una parola per tutti e ci prende in giro. Poi si presenta con i suoi travestimenti assurdi, con una tale nonchalance».
Forse ha ragione lui, la gente ha anche voglia di distrarsi.
«Certo il momento storico non è tra i più divertenti, la pandemia non finisce, stando in casa la tv diventa centrale. Al di là dei telegiornali che raccontano come vanno le cose — non ho ancora sentito dire meglio — abbiamo tutti voglia di dimenticare e di sorridere».
Non è stanca di fare il giudice?
«In questo caso no. Dico se mi piace un’esibizione o se non mi piace.
Invidio le persone che partecipano.
Lavorano tutto il giorno e la sera studiano e si preparano. Io la sera mi metto il pigiama di pile. Beati loro e beati noi che ne usufruiamo. Poi ci sono quelli vicini al professionismo, gli acrobati, i ginnasti. Che fatica».
Però ha ideato un road show folle, “Quelle brave ragazze” che sarà proposto da Sky, una vacanza a sorpresa con Orietta Berti e Sandra Milo. Che avete combinato?
«Ci siamo divertite molto perché siamo pestifere. Io e la Milo siamo sugli “anta”, ma la Berti è giovane.
Quando l’ho vista a Sanremo con le conchiglie sulla blusa, mi sono detta: ha un coraggio da leone. Sono tutte e due fortissime, Sandra è sciantosa».
Si è fatta tentare dalle conchiglie?
«Ma no, ho il mio look solito, non riesco a modificare niente. Però vorrei vestirmi da Belle Époque» .
Il suo stile è sempre stato: classica nell’abito, meno nel lessico.
«Dice che dovrei fare il contrario?».
Ha visto “X Factor”?
«Ho visto qualche puntata, è sempre quello. Loro bene, insomma non posso giudicare tanto. Hell Raton è l’unico produttore, Mika è carino, Emma è forte, meno incazzosa.
Manuel è l’uomo del mistero».
Perché mistero?
«Perché ha una presenza misteriosa».
Non le sembra che i concorrenti lascino meno il segno?
«A questo punto della storia le canzoni sono fondamentali. Guardi la Berti con Fedez e Achille Lauro: la modernità dell’arrangiamento con la sua voce che prende forza, ha creato un successo pazzesco».
Conta sempre di più la canzone?
«La canzone è sempre stata decisiva. Puoi cantare bene o male, ma un pezzo forte è come un treno che viaggia. Ultimamente a X Factor faccio più fatica a capire qualche brano, anche chi è a casa non è attratto dalla difficoltà. A volte non sono d’accordo col repertorio, è un po’ così. Pensi a Paolo Conte che ha scritto Azzurro , un capolavoro pop».
Giudice a “X Factor”, “Italia’s got
talent”, “Amici di Maria De Filippi”.
Le manca “The Voice Senior”.
«Ci posso provare, è una trasmissione divertente. Clementino mi fa ridere».
Ci andrebbe come cantante?
«Scherza? Mi abbattono, sono una delle peggiori cantanti del mondo.
Non becco una nota, ma mi piacciono molto i giudici. Orietta ha usato il fischietto per farsi ascoltare».
Ha detto: «Per me i bravi sono quelli che lavorano tanto» . Il talento va coltivato?
«Assolutamente, qualsiasi cosa tu intraprenda, se non lavori non si sviluppa. Rimane un dono di natura sciupato. Uno dotato con poco talento ha molte più chance di uno che ne ha tanto e non lavora».
I Må neskin hanno talento?
«Damiano di sicuro, è affascinante. I ragazzi sono speciali, hanno quello che si meritano, poi sono grandi lavoratori. Formidabili, tutti e quattro. Come li ho visti a X Factor mi sono detta: sono fortissimi».
Che direbbe a chi vuole fare il cantante: meglio umile o sfacciato?
«Consapevole. Se vuoi fare un lavoro devi stare attento alle mode e al tempo che passa. Devi essere lucido, ascoltare quello che il mondo ti comunica ed evitare di dare la colpa agli altri se sbagli, perché la colpa è tua che li hai ascoltati».
Sognava di fare la vallettona a Sanremo, non è andata.
«Dovrò rimandare ai miei 81 anni».
Del quintetto la vallettona chic è Drusilla Foer, che ne dice?
«Mi piace e fa ridere, l’ho conosciuta, ci ho lavorato. Una vera signora, non c’è dubbio. Cinque donne sono un bel mix: è un bene che ci sia molto materiale umano.
Crea interesse».
Chi le piace tra i big in gara?
«Devo sentire prima la canzone, per me fa la differenza. Se un cantante, anche bravo, porta una canzone modesta quello che uscirà sarà modesto».
Che pensa dell’eterna sfida tra Gianni Morandi e Massimo Ranieri?
«Sono due ragazzi gagliardi, come dicono a Roma. Per cui bene.
Morandi è più âgé. Sono una fan storica di Sanremo, è la settimana in cui le canzoni sono protagoniste».
E Amadeus?
«È un camaleonte, si adegua. Bravo, serio, tradizionale e nello stesso tempo moderno. L’ideale per Sanremo: come presentatore non è invadente ma sa essere uomo di spettacolo. Secondo me è perfetto».