Corriere della Sera, 17 gennaio 2022
Analisi del fenomeno Tesla
Tesla non si ferma. Se la crisi dei semiconduttori unita a quella pandemica hanno penalizzato i volumi della maggior parte dei costruttori, il costruttore di elettriche americano sembra non aver accusato il colpo. Il 2021 ha segnato un nuovo record di vendite a livello globale per Tesla, grazie a 936.172 immatricolazioni totali, con una spinta in particolare nell’ultimo trimestre dell’anno scorso di 308.600 nuove auto.
La crescita è distribuita equamente sui diversi mercati, Italia compresa. Il nostro paese nel 2021 ha visto 6.045 nuove Tesla immatricolate, con una crescita sull’anno precedente del 58,8%. Numeri che hanno consentito al costruttore americano di raggiungere una quota di mercato nel nostro paese pari allo 0,41%, ben più di quanto facciano marchi generalisti conosciuti, come Mitsubishi (0,27%) o Subaru (0,16%), e premium blasonati come Lexus (0,32%) o Jaguar (0,28%). Le preferenze dei clienti italiani di Tesla, seguono l’andamento del mercato generale che privilegia le architetture compatte ai danni dei veicoli più grandi, pensati prevalentemente per Stati Uniti e Cina.
La Tesla più venduta in Italia nel 2021 è stata la Model 3. La berlina compatta è stata consegnata in 5.047 unità (7,5% di quota tra le auto a zero emissioni) ed è stata la quinta auto elettrica di maggior successo nei dodici mesi dell’anno scorso, davanti a Volkswagen ID.3, Renault Zoe e Peugeot e-208. Nella gamma Tesla il secondo posto è del suv coupé Model Y con 978 unità immatricolate. Questi due modelli valgono la quasi totalità (99,7%) delle immatricolazioni del costruttore americano in Italia, visto che le consegne delle ammiraglie Model X e Model S si sono attestate rispettivamente ad appena 13 e 7 unità nell’arco di tutto l’anno passato.
Sul territorio nazionale la distribuzione dei compratori di Tesla non è uniforme. Le prime cinque posizioni sono occupate da regioni del Nord con la Lombardia sul gradino più alto del podio con il 33,3% della quota di mercato pari a circa 2.000 esemplari. Seguono Veneto (circa 800), Trentino Alto Adige (circa 750), Emilia Romagna (550) e Toscana (circa 500 unità). La mappa delle immatricolazioni segue a grandi linee quella dell’infrastruttura di ricarica pubblica e privata, maggiormente sviluppata al centro nord e ancora piuttosto carente al sud. Il numero dei Tesla Supercharger nel nostro paese è arrivato a 400 (il prezzo della ricarica è di circa 0,44 centesimi di euro per kWh), con potenze di ricarica che vanno da 150 a 250 kW, mentre i piani di sviluppo per l’Italia parlano di una crescita ulteriore di circa una quindicina di stazioni nel corso del 2022.
L’evoluzione delle architetture e dei modelli ha modificato l’identikit del compratore italiano di Tesla. «Se inizialmente si trattava in prevalenza di imprenditori e liberi professionisti di alto profilo nei più svariati settori e proprietari di Model X e Model S, con l’arrivo di Model 3 e Model Y si sono aggiunte nuove categorie professionali da impiegati a piccoli imprenditori», racconta Daniele Invernizzi, presidente di eV-Now!, ente privato di ricerca, sviluppo e promozione della mobilità elettrica e fondatore del Tesla Owners Italia, club ufficiale nato nel 2017 che conta ad oggi 2.519 soci in Italia con un’età media di 38 anni. La ricarica delle loro Tesla avviene per di più a casa, dove la maggior parte degli utenti non richiede l’installazione di un contatore dedicato, ma il semplice innalzamento della potenza del contatore tradizionale da 3 a 6 kW accompagnato da una wallbox per la migliore gestione dei flussi di potenza.
La percorrenza media delle loro vetture? 30mila chilometri all’anno, con punte che arrivano a 75mila per i privati e a oltre 100mila per tassisti o società di noleggio con conducente. La voglia di associarsi è parte caratterizzante del compratore di Tesla: «Il denominatore comune è la forte passione per tecnologia e sostenibilità energetica. Chi acquista una Tesla in Italia non lo fa solo per l’esclusività e le prestazioni, ma anche per il rapporto qualità-prezzo e dei costi totali di proprietà del veicolo molto competitivo», continua Invernizzi.
Riunirsi tra appassionati è piuttosto comune tra i proprietari delle elettriche di Elon Musk. «Il nostro club è riconosciuto da Tesla come ufficiale e organizziamo raduni, eventi e aggiornamenti, visite guidate ed approfondimenti. Siamo anche fortissimi sui social dove gestiamo una vera e propria community sulle varie piattaforme che raggiunge e supera i centomila appassionati in tutta Italia». Un approccio completamente diverso rispetto a quanto avviene per l’auto che Invernizzi chiama tradizionale: «Per i costruttori automobilistici la creazione e la gestione di community di appassionati dovrebbe rappresentare una strategia unica. Il possessore di auto elettriche oggi si sente parte a tutti gli effetti di una famiglia. La ragione più importante? I proprietari di auto elettriche oggi si sentono innovatori, pionieri, è dunque naturale che siano coordinati in un gruppo organizzato».