la Repubblica, 17 gennaio 2022
Wordle, il puzzle game del momento
Il gioco di parole è già nel nome. Di chi l’ha inventato: Josh Wardle, uno sviluppatore gallese laureato al Royal Holloway di Londra ma che oggi abita a Brooklyn, dov’è arrivato da Oakland, California. E quel gioco, come ha scritto il New York Times che aveva annusato il fenomeno già alla fine di novembre segnalandolo in una delle sue newsletter, è un’autentica storia d’amore.
Nel senso che il puzzle game del momento, Wordle, è fatto in casa. È nato cioè per saziare la passione per i cruciverba della compagna Palak Shah. E poi delle famiglie dei due, circolando privatamente su WhatsApp. Passatempo ideale per ammazzare il tempo durante lockdown e la nuova normalità fatta di vita sociale fortemente ristretta a causa dei contagi da coronavirus. Alla fine, qualcuno ha convinto l’autore a rilasciare quel giochino online, su un sito (no, Wordle non ha applicazioni né su iOS né su Android). Appena il primo novembre scorso ci giocavano 90 persone. Negli ultimi giorni si sono moltiplicate fino a toccare quota due milioni. E il meccanismo, anche grazie agli strumenti di condivisione sui social – in particolare su Twitter, dalla metà di dicembre invaso da quadratini verdi, grigi e gialli, testimoni di abilità ma senza spoilerare la parola del giorno – è ormai decollato. Tanto che nelle scorse settimane sono fioccate sui negozi ufficiali di Apple e Android decine di applicazioni clone che hanno provato a cavalcarne il successo per monetizzarlo ma sono state presto rimosse (anche se qualche imitatore resiste, meglio fare attenzione). Quanto all’italiano, sono spuntate online versioni identiche all’originale battezzate “Parole” o “Parolette”.
Su Wordle è tutto gratis. Non c’è pubblicità né bisogno di iscriversi. Ogni 24 ore ci si collega via browser desktop o mobile e bisogna indovinare una parola inglese di cinque lettere selezionata in un database di 2.500 termini. Solo sei i tentativi a disposizione: se una lettera diventa verde vuol dire che la sua posizione nella parola del giorno è giusta, quindi va tenuta in quella casella. Se è gialla significa che quella lettera è inclusa nel termine da azzeccare ma non si trova nel punto giusto; se è grigia che non compare nella parola.
L’impennata è avvenuta appunto alla metà di dicembre quando Wardle, che in passato ha lavorato a Reddit, ha aggiunto i pulsanti per condividere i risultati sui social. Dal primo novembre al 13 gennaio su Twitter sono fioccati 1.3 milioni di post su Wordle e le discussioni crescono del 26% al giorno. Il gioco è in inglese ma non occorre di certo essere madrelingua per divertirsi: linguisti ed esperti si stanno sperticando fra teorie e strategie per arrivare prima alla soluzione ma la realtà è che, con un minimo di competenza, per passare qualche minuto può bastare padroneggiare un vocabolario anche abbastanza ristretto.
Un fenomeno di pura viralità, insomma, prodotto quasi naturale delle restrizioni che ci hanno a lungo chiuso in casa. Ma che al contempo mette insieme pezzi di passato e di cultura popolare come il celebre gioco da tavolo di crittoanalisi Mastermind (che però lavora sulle combinazioni di colori), l’enigmistica classica e i quiz televisivi come lo statunitense “Lingo”, visto anche in Italia ai primi anni Novanta, o il più recente “Reazione a catena”.
Non è la prima volta che Wardle innesca fenomeni di questo tipo: già quando lavorava a Reddit aveva per esempio lanciato un paio di esperimenti come The Button e Place. Ma stavolta ha scavalcato ogni confine per diventare la gustosa abitudine con cui centinaia di migliaia di persone mettono alla prova elasticità mentale, intuito e competenza linguistica: «È qualcosa che ti incoraggia a trascorrere tre minuti al giorno – ha detto lo sviluppatore al New York Times – e questo è tutto, non chiede altro tempo. E non sta cercando di fare qualcosa di strano con i tuoi dati o i tuoi occhi. È solo un gioco divertente». Un gioco divertente che faremo sempre di più.