La Stampa, 16 gennaio 2022
Ricordi di Maurizio Costanzo sugli ex presidenti
Siamo prossimi alla elezione del nuovo Capo dello Stato e nella grande quantità di articoli, di servizi, di indiscrezioni, di saggi politici sull’evento, a chi scrive sono tornati alla mente piccoli ricordi di giornalista che ha avuto l’onore di essere più volte invitato al Quirinale dai precedenti Presidenti. Il primo fu Francesco Cossiga, che avevo conosciuto quando era Ministro degli Interni durante il rapimento Moro. Lo andai ad incontrare come giornalista per avere notizie in proposito e sbottò in una disperata denuncia che non avevano ancora trovato niente e che non sapeva come sarebbe andata a finire. Sono tornato a rivedere Cossiga perché ebbe la gentilezza d’invitarmi al Quirinale dove mi fece anche vedere una piccola collezione di trenini elettrici che aveva e che lo divertivano. Devo ammettere di avere avuto con il Presidente Cossiga un rapporto duraturo nel tempo, anche quando non era più al Quirinale. Veniva spesso al Maurizio Costanzo Show. Come peraltro vi veniva Sergio Mattarella, che non ho mai incontrato al Quirinale, ma che ebbi occasione di conoscere come Ministro della Difesa e come Responsabile di Partito. Quando è stato eletto Presidente della Repubblica ho fatto vedere in televisione alcuni momenti delle sue partecipazioni al “Maurizio Costanzo Show”. In questi mesi ho annunciato che, ad aprile dell’anno corrente, saranno 40 anni che esiste la mia trasmissione televisiva. Quando ho annunciato questo, ho potuto anche dire, su sua autorizzazione, che il Presidente Mattarella mi faceva molti auguri.
Andando indietro nel tempo, ricordo la gentilezza del Presidente Ciampi e di sua moglie Franca Pilla, ancora vivente a 101 anni, che più di una volta mi hanno invitato a pranzo al Quirinale essendo appassionati del mio programma televisivo. Una coppia affabile, dolce, li vivevo dentro di me quasi come parenti.
Fui invitato al Quirinale anche da Oscar Luigi Scalfaro al quale chiesi di raccontarmi la sua esperienza e mi parlò per più di due ore con una verve, un entusiasmo veramente memorabili. In ufficio erano preoccupati perché non mi vedevano tornare. Pensavano che, per qualche errore, i corazzieri mi avessero arrestato.
Non posso dimenticare Sandro Pertini. Durante il suo settennato, io dirigevo un quotidiano popolare che si chiamava L’Occhio e, nell’ultima pagina, per più di un mese, abbiamo pubblicato, disegnata, la vita di Sandro Pertini. Doveva esser fatta molto bene perché, per ben due volte, dal Quirinale, Pertini mi cercò e, con la sua voce importante, mi gridò al telefono: «Ma dove hai trovato la notizia che hai pubblicato oggi?». Evidentemente era una notizia vera e quindi, malgrado l’aria leggermente di rimprovero, Pertini faceva ai miei collaborati, e a me stesso, un complimento.
Ho avuto occasione di conoscere il Presidente Napolitano prima ancora che diventasse Presidente della Repubblica quando era un dirigente di partito. Fui invitato da lui al Quirinale e mi parlò con entusiasmo del suo impegno che, rispetto agli altri, è stato anche più lungo. Però, ogni tanto, conversando, mi chiedeva se mi ricordavo alcuni momenti di quando si occupava di politica. Mi auguro che il prossimo Presidente della Repubblica, in occasione che non so nemmeno immaginare, mi possa offrire occasione di un altro ricordo.