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 2022  gennaio 16 Domenica calendario

Elio giudice a Italia’s Got Talent

Da un talent a un altro, professione giudice. Dopo aver fatto per 5 volte X Factor, Elio cambia genere e passa a Italia’s Got Talent (da mercoledì su Sky Uno). 
Ci dobbiamo aspettare dei travestimenti?
«Come no! Ho puntato tutto sulle maschere e ho investito gran parte della paga sui travestimenti. Uno dei motivi per cui ho accettato questo talent è perché posso dare sfogo alle mie manie esibizionistiche».
Impersonare un altro è un modo di vivere altre vite e sfuggire alla propria?
«In realtà non c’è dietro un pensiero così articolato. Ho imparato a muovermi istintivamente, per sensazioni semplici, mi piace/non mi piace. Mi ha sempre fatto ridere chi si travestiva, mi è sempre piaciuta anche nella musica questa esagerazione, penso ai Kiss, a Frank Zappa. Io vedo tutti gli artisti che mi hanno fatto ridere come dei santini, e li ringrazio; è gente che mi ha fatto del bene e a cui voglio bene. In questo senso ho sempre pensato che chi va sul palco è una specie di benefattore, quindi quando è stato il mio turno ho subito indossato abiti strani: mi travesto perché mi piace farlo, mi fa ridere e immagino che molti ridano. Come a Lol: non pensavo che l’ennesima stupidaggine che mi era venuta in mente potesse avere una eco così enorme, ma sono contento».
A «X Factor» c’era competizione tra i giudici...
«Sì, la parte di intrattenimento finiva con le audizioni, poi iniziava la competizione dura. A Got Talent è diverso, è intrattenimento puro, è una grande festa continua».
Cosa guida i suoi giudizi?
«Io cerco sempre l’originalità e la stranezza, ma non fini a se stesse; mi piacciono quelli che osano, che vanno sul palco e rischiano; e rischiare vuol dire anche esibirsi e fare una pessima figura. Conosco le fatiche, le sconfitte attraverso le quali ciascuno di noi è passato per arrivare su un palco. E non me lo scordo; infatti ho detto pochi no». 
Gli altri giudici sono Frank Matano, Federica Pellegrini e Mara Maionchi. Chi è il più cattivo di voi quattro?
«Senz’altro Frank, che è una persona cattiva anche nella vita. Federica è un’altra piuttosto inflessibile; qui non si tratta cattiveria ma di spirito agonistico che è un tratto insito negli atleti di alto livello. Mara la conosco da anni, mi sembra da sempre, ci siamo subito presi bene: mi piace la sua spontaneità; non è mai finta, è quello che vedi». 
È in tour con lo spettacolo «Ci vuole orecchio», in cui lei canta e recita Enzo Jannacci. Perché l’ha scelto?
«Jannacci rappresenta quello che piace a me: un pazzo che va in scena e fa una cosa che non ha fatto nessun altro. Un marziano per quei tempi».
La solita domanda, con le Storie Tese è finita davvero?
«Davvero non lo so. Siamo amici da 40 anni, è come se fossimo imparentati, fermare le attività ci ha fatto bene, l’effetto positivo è che adesso siamo contenti quando ci vediamo: non abbiamo impegni o obiettivi, non abbiamo nessuna menata di lavoro o soldi, stiamo bene insieme. Poi magari verrà un nuovo impulso a salire sul palco, o magari no».
Tra poco arriva Sanremo, lo guaderà?
«A differenza di altri io non mi vergogno di dire che guardo il Festival; lo guardo sempre. Mi piace perché è brutto, ma è quel brutto a cui mi sono affezionato».