Corriere della Sera, 16 gennaio 2022
Storia del rapporto tra Kazakistan e Europa
Gli eventi delle scorse settimane in Kazakistan ci hanno colto di sorpresa. Anche i più attenti lettori delle vicende internazionali hanno stentato a capire che cosa accadesse nel Paese e chi fossero i maggiori protagonisti della regione. Ho preso qualche nota che può forse aiutare a conoscere le caratteristiche di un Paese asiatico nel cuore dell’Europa «politica».
Il Kazakistan non è la sola regione asiatica dell’Europa centro-orientale. Esistono il Kirghizistan, l’Uzbekistan, il Turkmenistan, il Tagikistan. Ciascuno di essi porta il nome di uno dei popoli provenienti dall’Asia centrale che si misero in marcia verso ovest e s’installarono in terre più fertili ed accoglienti. Queste terre furono conquistate dai russi in epoche diverse e divennero, anche se la parola non venne mai usata, le colonie dell’Impero zarista. Mentre quasi tutti gli Stati europei dell’Europa centro-occidentale s’impadronivano di terre scoperte dai loro esploratori o comprate dai loro mercanti in Africa e nelle Americhe, la Russia estendeva la sua sfera d’influenza nei Paesi confinanti e incoraggiava i suoi cittadini ad abitarvi (sono 3.793.764 i russi del Kazakistan su una popolazione di 22 milioni).
Molti, grazie alle loro ricchezza minerarie, hanno spesso conservato legami economici con la madrepatria. Ecco qualche dato per alcuni Paesi: nel Kazakistan (la prima economia della regione e la più ricca) vi sono ferro, carbone, petrolio, potassio, metalli usati nell’elettronica. L’Uzbekistan ha oro, uranio, rame, gas naturale.
Il Tagikistan ha argento, oro, uranio, tungsteno. Il Turkmenistan ha gas naturale (la quarta più grande riserva del mondo), tungsteno, mercurio. La sconfitta della Russia nella Grande guerra e la rivoluzione dell’Ottobre 1917 cambiò il loro status e la loro sorte. Lenin sognava di farne il primo gruppo di una congregazione di popoli asiatici che si sarebbe progressivamente esteso portando con sé l’ideologia comunista per diffonderla in altre terre dell’Asia. Il suo consigliere preferito in quegli anni per le zone non russe dello Stato sovietico era Iosif Stalin. Quando lo conobbe a Vienna nel gennaio 1913 disse agli amici di avere scoperto un «meraviglioso georgiano»; e quando divenne segretario del partito nel 1922 si servì di lui ogni qualvolta dovette affrontare questioni che concernevano i popoli non russi dello Stato. Il suo giovane amico georgiano, grazie alle sue origini, aveva evidentemente maggiore familiarità con la multinazionalità dello Stato russo e divenne per Lenin il maggiore conoscitore della Russia asiatica. Quando Lenin morì nel 1924 Stalin ne ereditò la carica e legò le regioni asiatiche alla Russia inserendole in uno stesso sistema economico: la Nep (Nuova politica economica) che Lenin aveva adottato negli ultimi anni del potere, e il grande Piano quinquennale con cui Stalin trasferì allo Stato l’industria privata del Paese. Da quel momento non è facile distinguere la storia della Russia da quella delle sue asiatiche sorelle minori. Mosca è molto più di una semplice finestra sull’Asia. In alcuni momenti, può sembrare addirittura il più europeo degli Stati asiatici. Ma è certamente lo Stato europeo che ha maggiore familiarità con l’Asia.