Il Messaggero, 16 gennaio 2022
Lodovica Comello si racconta
Cauta, quando parla del suo futuro professionale la 31enne Lodovica Comello coniuga i verbi al plurale: «valuteremo», «capiremo», «ci penseremo». O forse è solo uno strascico della sua vita precedente, quando la cantante friulana conquistava a vent’anni l’America Latina nei panni di Violetta, protagonista dell’omonima telenovela di Disney Channel, seguita da un codazzo di staff, assistenti e fan. Per il sesto anno alla guida di Italia’s Got Talent, in prima serata da mercoledì su Sky Uno, Comello farà da conduttrice e domatrice della giuria del talent (Federica Pellegrini, Mara Maionchi, Frank Matano e il nuovo acquisto Elio), alla ricerca dell’artista da premiare con il golden buzzer, cioè il campanello con cui si arriva direttamente in finale.
Dopo sei anni si sente una vera conduttrice?
«Credo di aver imparato il mestiere, almeno in parte. Quando ho cominciato mi sentivo più una musicista che una conduttrice. Oggi metto la musica in secondo piano, preferisco investire su quest’altra carriera».
Non le manca il successo di Violetta?
«Sono contenta della mia nuova vita, di Teo (il figlio avuto nel 2020 dal marito, il produttore argentino Tomas Goldschmidt) e della mia famiglia. Violetta è capitata al momento giusto, quando avevo vent’anni e l’energia mentale per mangiarmi il mondo. Adesso, per quanto quella roba possa essere appagante, mi peserebbe di più».
La vita di una star può essere pesante?
«Per carità, momenti bellissimi. Però una volta in Guatemala ho trovato un fan nascosto dietro una tenda in camera mia. La gente assediava gli hotel dove ci fermavamo. La produzione a un certo punto ha dovuto isolare i piani con la security e i bodyguard. Ti bussava alla stanza il servizio in camera, aprivi la porta e invece erano i fan».
Sembra più centrata di altre ex star Disney. Come mai?
«Perché io sono io. Certo, potevo perdere la rotta e partire per la tangente: nessuno di noi era preparato a un simile successo. Io credo però che chi emerge negli Stati Uniti sia automaticamente più esposto di chi, come me, emerge in America Latina. Ricordo la pressione e i ritmi che ci imponeva la Disney e non oso immaginare cosa possa aver passato una come Miley Cyrus. Capisco l’esigenza di volersi smarcare. Non ne condivido le modalità. Il mio mito, in questo senso, è Zendaya: partita da Disney, oggi è quotatissima».
Perché è tornata in Italia?
«Violetta era finita, avevo un progettino in ballo. Volevo lanciarmi come solista e avevo già qualche data. All’inizio è stata dura, sono passata dagli stadi pieni ai teatrini mezzi vuoti. È stata una doccia fredda, un crudo ritorno alla normalità».
Chi ha suonato il golden buzzer per lei, portandola in finale?
«Lorenzo Mieli (presidente di Fremantle Italia, ndr). Mi vide ospite in una puntata di E poi c’è Cattelan e mi chiamò per offrirmi Italia’s got talent. Con Cattelan siamo in ottimi rapporti, per me è uno dei più grandi talenti come conduttore. Non sono riuscita a vedere il suo programma, Da Grande, ma sarebbe bello se gli facessero condurre Sanremo».
E magari a lei X Factor. O no?
«È un programma che seguo da sempre, da fan. Se un giorno dovesse arrivare l’occasione, la valuteremo».
A Le Iene manca una conduttrice. Si propone?
«Anche là, è un programma che ho sempre guardato. Ho partecipato l’anno scorso ed è stata una bellissima esperienza in un ambiente tutto nuovo, con artisti che ammiro come Nicola Savino e la Gialappa’s. Vedremo, mai dire mai».
In mezzo, nel 2017, è stata anche a Sanremo. Che ricordi ha?
«Di gioia e di terrore, perché il palco dell’Ariston farebbe tremare le gambe a chiunque. Ma la frenesia di quei momenti è bellissima. E la competizione non è feroce, anzi, ti puoi anche divertire. Certo, devi capitare con le persone giuste in albergo. Io stavo con Samuel (frontman dei Subsonica, ndr), mi ricordo belle chiacchierate la sera al bar».
Tornerebbe?
«Come dicevo, la musica in questo momento non è la mia priorità».
E come attrice? Appende il curriculum al chiodo?
«Dipende. Il cinema è un mondo bellissimo, un ambiente prezioso che guardo con gli occhioni sgranati e luccicanti. Mi sono già messa alla prova in varie occasioni e se dovesse ricapitare sarebbe stupendo. Invece con la serie tv (Extravergine, su Fox) ci fermiamo. Non avrà un seguito. È stata un’avventura iniziata e conclusa là».
E poi ha un podcast, L’Asciugona, sulla maternità. Continua?
«Continua per forza, perché è andato benissimo. Ci saranno altre stagioni, ma non sono riuscita a metterci mano. In questo momento non ho la testa per farlo».
Farà vedere a Teo Violetta?
«Non vedo l’ora di fargli vedere le mie cose, Violetta è parte di me e avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Ne ho solo ricordi felici. Sarò contenta di riaprire quel cassetto per lui».