ItaliaOggi, 15 gennaio 2022
Periscopio
Come il grande Sordi, Checco Zalone osserva vizi e debolezze dei connazionali trasformandoli in comicità. Politicamente scorretto sempre, politicamente schierato mai, rappresenta, al meglio, il peggio dell’italianità. Perciò non si discute, chiaro? Massimo Donelli. QN.
E’ davvero incredibile che i pm di Napoli abbiamo potuto dar credito, a danno di Enzo Tortora, a personaggi come Giovanni Pandico (camorrista schizofrenico, sedicente braccio destro di Raffaele Cutolo: ascoltato diciotto volte, solo al quinto interrogatorio si ricorda che Tortora è camorrista), o a Pasquale Barra ’o nimale (in carcere uccide il gangster Francis Turatello, e ne addenta l’intestino). Valter Vecellio, ItaliaOggi.
Consapevole della storica opportunità di diventare premier che potrebbe palesarglisi davanti, pronta solo per essere raccolta, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio ha impostato sul navigatore la modalità palombaro, quella propria dei veterani della Repubblica: profilo bassissimo, navigazione subacquea, meglio una mossa in meno che una in più, una parola in meno e non una in più. Cesare Lanza. Alle 5 della sera.
Non è chiaro se il centro-destra (che dispone di più voti dell’alleanza Pd-5Stelle) abbia un proprio candidato capace di raggiungere il quorum necessario alla quarta votazione (la metà più 1 dei grandi elettori). Cercare voti nel mondo grigio dei gruppi misti, ricettacoli dei senza partito, è una strada da tante controindicazioni. Domenico Cacopardo. ItaliaOggi.
La Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) ha reso noti i risultati di un’indagine condotta negli ospedali di Bologna, Brescia, Genova, Roma, Avellino e Bari. Ebbene, il 34 per cento dei pazienti calcolati come Covid è stato ricoverato per tutt’altre patologie ed è risultato positivo al tampone al momento del pre-ricovero. Insomma sono stati ricoverati non per il virus, ma con il virus. Eppure quei numeri gonfiano le ansiogene statistiche ufficiali. Michele Brambilla. QN.
Bobo Craxi vuol rilanciare il Psi. Al suo fianco si sono schierati, tra gli altri, Giorgio Benvenuto, Ugo Intini, Fabrizio Cicchitto, Mauro Del Bue, Giulio Di Donato, Ugo Finetti, Paolo Pilliteri, Sergio Pizzolante, Rino Formica, Claudio Martelli. Piero Sansonetti, direttore de Il Riformista, ha scritto orgoglioso: “Voterò il compagno Craxi”, Sergio Staino ha disegnato una vignetta: “Non sono io il Bobo che si presenta. E’ un altro, ma molti miei amici lo voteranno”. Carlo Valentini. ItaliaOggi.
Con il democratico Joe Biden, la sensazione del declino Usa si è accentuata, all’interno (immigrazione, pandemia ) e all’esterno (Afghanistan, Cina, Russia, Iran). E la domanda prevalente non riguarda più le responsabilità politiche dell’umiliazione violenta (non insurrezione per l’Fbi) inflitta al tempio della democrazia. Riguarda le cause a cornice. Voglio dire che la rivolta trumpiana va considerata un sintomo del declino di cui sopra. Riflette una sfiducia crescente nel sistema e soprattutto nei metodi di selezione elettorale. Cesare De Carlo. QN.
QAnon è una religione che ha per messia Donald Trump, il quale sta alla satanista Hillary Clinton come Abraham Van Helsing, il cacciatore di vampiri, al Conte Dracula. Un po’ come i «rasta» giamaicani, in tempi più miti, avevano per messia Hailé Selassié, il Negus, che sotto Mussolini figurava tra le figurine Liebig del regime come il re (da abbattere) delle «faccette nere». Diego Gabutti. ItaliaOggi.
Il figlio Stefano ha letto, in occasione dei funerali dell’economista Francesco Forte nella chiesa di Gesù Nazareno a Torino, una poesia ritrovata tra le carte dell’economista e scritta a mano (quasi un testamento spirituale) qualche giorno prima della sua scomparsa. Il titolo è: “La verità del gabbiano”. Il testo: “Io sono /un gabbiano / quando morirò / presto sarò / nel cielo oppure / nel mare / perché il gabbiano / è vero / anche quando/ scompare”. Corrado Sforza Fogliani.
Non mi ricordo lo stato d’animo al momento del crollo del fascismo. So che ero a letto quando mia sorella mi svegliò per dirmi che il fascismo era caduto. Quella notte ci furono manifestazioni di giubilo in piazza Duomo. Invece quello che notai la mattina dopo era lo sguardo vuoto di mia madre. Per vent’anni aveva atteso quel momento e mi sembrò delusa. Forse perché una grande tragedia ha bisogno di un gran finale, perché il male quando viene sconfitto pretende che il bene trionfi in modo eclatante. E invece in quella circostanza vedevo mia madre seduta sulla poltrona e con la mano faceva ruotare un anello di legno. Sembrava assente: tutto finiva nel nulla come dal nulla quella storia miserabile era cominciata. Eduardo Rescigno, divulgatore dell’opera lirica. (Antonio Gnoli). Repubblica.
Dalla lettura di Koestler nascono molte domande: il fine giustifica sempre i mezzi? Un individuo è solo il risultato di una massa di un milione diviso un milione o è qualcosa di unico e irriducibile? Può essere sacrificato in nome del bene collettivo? Rubascëv darà la sua risposta aberrante: confesserà colpe che non ha commesso perché “non riesce a trovare nella sua mente alcuna ragione per non farlo”. Giustizia e verità hanno smesso di avere valore da tempo: è una creatura del Partito, e lui con una certa fierezza accetta di annichilire il suo “Io” borghese e antirivoluzionario per quel “Noi” collettivo in nome del quale si commettono le peggiori atrocità. Maurizio Pilotti. Libertà.
Ero socio della Nord Bitumi, quando decisi di mettermi in proprio. Il primo atto fu quello di cedere il 25 per cento del pacchetto azionario della Index ai cinque principali dirigenti, in modo da coinvolgerli, trattenendo il 75 per me. L’idea era di creare nuovi brevetti da esportare. Cominciammo a studiare il polipropilene di Giulio Natta, il premio Nobel. Mescolandolo con il bitume distillato, ottenemmo prodotti impermeabilizzanti che resistevano alle temperature estreme, da meno 30 gradi a più 140. Fu una rivoluzione. Nel 1984 aprimmo uno stabilimento nell’Arkansas, vicino a Little Rock, e due anni dopo uno a Ube, in Giappone. Il nuovo prodotto piacque subito ai grandi architetti, da Mario Botta a Ron Arad. Luigi Carlon, imprenditore, collezionista d’arte (Stefano Lorenzetto), l’Arena.
Un amico che mi è rimasto dal tennis è Manolo Santana. Ha cinque anni meno di me ma non parla più, che tristezza. Orlando Sirola, compagno di mille doppi, era un fratello per me. Nicola Pietrangeli, tennista. (Gaia Piaccardi). Corriere della Sera.
Ci vuole un bel coraggio a temere la morte dopo aver conosciuto la vita. Roberto Gervaso, scrittore.