Corriere della Sera, 14 gennaio 2022
Candian, lo scacchista squalificato per un trillo
TREVISO Chi osservava i due sfidanti, divisi solo dalla scacchiera, vedeva un ragazzino di 14 anni che mossa dopo mossa metteva all’angolo il gran maestro Nigel Short, vicecampione del mondo. I presenti erano increduli. «Ero partito in svantaggio, poi sono andato in vantaggio, lui ha fatto un errore, sentivo che avrei potuto vincere, mancava poco». L’avventura di Lorenzo Candian, fino a quel momento, era molto simile a una favola ma la sfortuna si è messa di traverso: il telefono che teneva nello zainetto ha suonato. «Era la sveglia programmata per le lezioni di scacchi» racconta con una tristezza che proprio non va via. Per colpa di quella piccola dimenticanza il genietto degli scacchi di Treviso è passato da una vittoria quasi certa a una sconfitta a tavolino: nei tornei internazionali il cellulare va spento.
«All’inizio ero un po’ agitato, ma non così tanto – racconta di quel 3 gennaio alla Vergani Cup di Cattolica —. Mi è piaciuto giocare contro di lui, era una bella sfida. Erano trascorse due ore e mezza quando ho sentito una sveglia. Ci ho messo un po’ a capire che era il mio telefono, l’ho preso dallo zaino e l’ho spento. Ma Nigel è andato a dirlo all’arbitro e mi hanno dato persa la partita. Ci sono rimasto molto male».
Solo che la storia di quella incredibile partita, del vicecampione del mondo che rischiava di perdere contro un ragazzino, è volata su tutte le chat e i siti del settore: ne parlavano tutti. Qualcuno ha provato a insinuare che il 14enne si fosse fatto aiutare da un computer. «Mi è dispiaciuto quando ho letto quelle cose, ho solo studiato tanto – risponde Lorenzo —. Perché dovrei barare? Che felicità c’è? E anche il mio avversario poi ha detto che non era vero, che io non ho mai barato».
Lorenzo Candian gioca a scacchi da quando ha 8 anni: papà Matteo voleva dargli un’alternativa alla Playstation, ma si è accorto presto che il figlio aveva stoffa. È un ragazzino concentrato e appassionato, si allena tutti i giorni, dopo i compiti di scuola oppure online e il suo eroe è Bobby Fisher. «Amo gli scacchi perché sono uno sport intelligente, e poi mi piacciono le cose difficili» sorride.
Quella partita rimasta a metà gli ha lasciato un po’ di amaro in bocca e così, con i genitori e il circolo di scacchi Regina Cornaro di Asolo ha deciso di sfidare nuovamente Short. «Lo inviteremo in Italia per un altro duello – annuncia —. Adesso è questo il mio sogno. Alla fine credo che accetterà perché se rifiutasse di giocare con uno del mio livello... Insomma, non farebbe una bella figura». Lorenzo vuole la rivincita.