La Stampa, 13 gennaio 2022
Il Monopoli che rispetta le diseguaglianze
Sei una donna? E allora guadagnerai meno di un concorrente uomo, passando dal via. Sei un disabile? Non potrai utilizzare le stazioni e ti rifileranno due punti ogni volta che tirerai i dadi. Sei bianco, con un’eredità di riguardo? Cominci la partita con più proprietà degli altri. Così si gioca al «Monopoli delle diseguaglianze», da pochi giorni in vendita in Francia. Una versione anticapitalistica del gioco da tavolo più capitalistico che ci sia, diventato strumento pedagogico per sensibilizzare sulle discriminazioni di ogni tipo.
All’origine della novità, in realtà, c’è un creativo torinese, Andrea Stillacci, fondatore a Parigi di Herezie, un’agenzia pubblicitaria ormai affermata in Francia, con clienti internazionali di peso. Ma anche l’Observatoire des inégalités, un piccolo organismo indipendente, con sede a Tours, che da anni studia i divari di ogni tipo (sociali, razziali, economici, sessuali…). «Per loro avevamo ideato un filmato di promozione – ricorda Stillacci – e, per sensibilizzare sulle ineguaglianze, avevamo immaginato un gruppo di ragazzi che giocavano a quel tipo di Monopoli lì, che in realtà non esisteva». I giovani si arrabbiavano, perché non si ritrovavano a giocare tutti alla pari. Il video era poi rimbalzato moltissimo sui social. «E in tanti alla fine ci avevano chiesto: ma perché non lo fate davvero un Monopoli delle diseguaglianze?».
Ebbene, ci sono voluti tre anni di studi per arrivarci, comprese le sperimentazioni in diverse scuole, soprattutto a Parigi. Hanno collaborato l’Observatoire, Herezie e Hasbro, il produttore mondiale del gioco. In un certo senso si ritorna alla prima finalità del Monopoli. Perché l’idea originale fu, all’inizio del Novecento, negli Stati Uniti, di Elizabeth Magie, che inventò «The Landlord’s Game» («Il gioco dei proprietari terrieri»), con il quale voleva denunciare la «natura antisociale del monopolio sui terreni» e l’oppressione degli investitori immobiliari sugli affittuari. Poi, nel 1931, Charles Darrow, disoccupato dalla grande crisi del 1929, scoprì per caso il gioco dai vicini e, sfruttando il concetto, ne ideò uno suo, il Monopoli, che diventerà piuttosto la consacrazione della corsa al mattone.
Ma ritorniamo alla nuova edizione francese. Destinata alla fascia d’età 11-25 anni e venduta direttamente dall’Observatoire des inégalités, è un’estensione del Monopoli classico (si gioca con lo stesso tabellone, che, infatti, non viene fornito). Ci sono dieci carte che corrispondono ad altrettanti personaggi diversi (e più o meno fortunati, e 37 carte che comportano varie probabilità (maternità, disoccupazione, omofobia nell’impresa, razzismo, problemi di salute…).
Il «Monopoly des inégalités» è destinato essenzialmente alle scuole, a centri di formazione e collettività (e in effetti il kit più completo, che costa 150 euro, comprende pure una guida per l’animatore, un libretto pedagogico, materiale didattico e webdocumentari). Si comincia «e ogni ragazzo deve giocare un personaggio che non assomigli a lui, per non stigmatizzarlo – osserva Constance Mounier, responsabile del progetto per l’Observatoire –. Si cerca di fare in modo che capisca come le ineguaglianze non siano una fatalità». È previsto che il gioco duri due ore ma quello vero e proprio va avanti per appena mezzora. Il resto è dibattito, provocato dall’animatore, anche sulla base delle inevitabili proteste e recriminazioni dei ragazzi, che si vedono penalizzati ingiustamente. E reagiscono. Tra l’altro questo Monopoly, a ogni ingiustizia affibbiata passo passo, dà anche una «quantificazione» reale (scritta dietro la carta in questione). Per cui si spiega che «2,3 milioni di francesi vivono in condizioni pessime di alloggio», «il 7% ritiene che l’omosessualità sia una perversione che bisogna combattere» e «tre ore e mezza è il tempo dedicato ai lavori domestici dalle donne contro due per gli uomini».
Non è la prima volta che il Monopoli è utilizzato per focalizzare l’attenzione su realtà sociali. Nel 1970 Robert Sommer, psicologo ambientale dell’University of California, inventò «Blacks and Whites», che è stato riproposto negli Usa l’anno scorso per sensibilizzare i giovani americani sui privilegi dei bianchi. Più recentemente in Francia, una coppia di sociologi da anni impegnati nella denuncia delle ineguaglianze sociali, Michel e Monique Pinçon-Charlot, ha creato «Kapital», gioco da tavolo di «sociologia critica», che è un ibrido di Monopoli e del gioco dell’oca. Ma molto più cerebrale dell’ultima novità. —