La Stampa, 13 gennaio 2022
Gli sponsor sui monumenti
Ponte Vecchio che brilla come un cielo stellato. Immagine poetica, sino a quando non appare la scritta «American Express». L’Istituto degli Innocenti che risplende di edificanti immagini natalizie sino a quando non spunta a caratteri cubitali la carta di credito che sponsorizza il video mapping. È una Firenze che il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt non esita a definire «vilipesa nel suo patrimonio» quella andata in scena dall’8 dicembre al 9 gennaio, vale a dire per tutta la durata di F-Light, il festival delle luci promosso da Palazzo Vecchio e organizzato dai musei fiorentini.
Ieri, a son et lumière abbondantemente spenti, ad accendersi è stata la polemica. Attaccato dall’opposizione in Consiglio comunale, poi dalla Sovrintendenza, e pure dal numero uno degli Uffizi, il sindaco Dario Nardella ha dovuto fare marcia indietro: «L’amministrazione comunale – ha detto – sostiene da anni F-Light, manifestazione sempre apprezzata da fiorentini e turisti: si tratta di un progetto nato per valorizzare il patrimonio culturale che ha sempre avuto quest’unica finalità. In merito alle immagini degli sponsor, per quanto “Mus.e” ci abbia riferito che si è trattato di una proiezione di pochi istanti, ritengo che quelle immagini non siano appropriate a quei luoghi». Poi il buon proposito che suona come una svolta: «Dall’anno prossimo vieterò la presenza degli sponsor nelle proiezioni sui monumenti, troveremo altre forme di riconoscimento per i sostenitori del progetto. Ma rivendico con forza che la mia amministrazione è stata la prima a regolare la pubblicità sui cantieri sui principali monumenti della città».
A parte le critiche dell’opposizione, all’indirizzo di Nardella ieri mattina sono arrivati due j’accuse molto pesanti. Prima quello dell’aggueritissimo soprintendente Andrea Pessina:«Non abbiamo mai autorizzato la proiezione dei loghi degli sponsor sulle facciate auliche. I monumenti non sono manifesti pubblicitari, inoltre alcune immagini proiettate sull’Istituto degli Innocenti erano deturpanti e fuori luogo». Poi è arrivato l’attacco, per molti inaspettato, del direttore degli Uffizi Eike Schmidt: «Quando ho visto le foto della pubblicità proiettata su Ponte Vecchio, che tra l’altro comprendeva anche una parte del Corridoio Vasariano – ha detto – sono rimasto inorridito. Non ci è mai stata chiesta alcuna autorizzazione, come invece sarebbe prescritto dalla legge. Ovviamente non avremmo mai approvato un tale vilipendio del nostro patrimonio».
Così, mentre per giorni a interrogarsi sull’opportunità di trasformare i simboli del Rinascimento in cartelloni pubblicitari c’erano soltanto gruppi di turisti disorientati e armati di iPhone, ieri a occuparsi del problema sono intervenuti anche gli intellettuali e gli storici dell’arte: «Un intervento tardivo, ma giusto quello del sindaco Nardella – ha commentato il critico Vittorio Sgarbi – e se da un lato l’esistenza degli sponsor può salvare il destino di alcuni beni culturali, come quelli che necessitano di un restauro, bisogna sorvegliare sull’utilizzo invasivo dei medesimi qualora non rispetti questi beni». Frecciata finale al sindaco, su un tema che ormai per Sgarbi rappresenta un grande classico: «Se poi oltre a tutelare l’architettura il primo cittadino volesse fare qualcosa anche in nome dell’arte non sarebbe mai troppo tardi eliminare l’albero di Penone da piazza della Signoria». Tranchant più che mai lo storico dell’arte Tomaso Montanari: «Il sindaco Nardella si è finalmente accorto che Firenze è una scenografia di cartone marchiata dai padroni del mercato, e ha abbandonato al loro destino i responsabili delle proiezioni contestate, cui pure aveva dato il patrocinio. A risvegliare il bell’addormentato nel suk sono stati stavolta il sacrosanto sdegno dei social, e la voce ferma e indignata del soprintendente Pessina». Secondo Montanari, però, ci sarebbe ben altro di cui l’amministrazione dovrebbe preoccuparsi, ovvero «la trasformazione del più bel complesso sacro del centro in un resort per ultraricchi». Ma questa è un’altra storia. In serata il sindaco affiderà la sua amarezza a un grintoso post su Facebook: «Un’immagine con il logo dello sponsor che giudico sbagliata perché inadeguata a quei luoghi non può diventare il pretesto per aggredire con questa violenza la reputazione di una città e di chi la amministra. Se la Soprintendenza valuta possibili denunce contro gli organizzatori del Festival ci difenderemo con grande serenità perché abbiamo la coscienza a posto». E ribatterà a Tomaso Montanari: «Lui ha scritto che “la città di Firenze è stata umiliata e si è prostituita”. Io ribatto che Firenze in questi anni è cresciuta culturalmente come non mai».
Un tweet di un «anonimo fiorentino» a fine serata darà il giusto valore alla polemica: «Non si capisce come mai tutto ciò sia esploso a babbo morto, forse i politici han preferito finire prima le vacanze. Ma la carta di credito sul Ponte Vecchio, caro Dario, proprio non la si può vedere».