La Stampa, 13 gennaio 2022
Il sondaggio sulla pandemia
Il 2022 si apre con la nuova classifica delle priorità su cui il Governo dovrebbe concentrare le sue attenzioni secondo le opinioni degli italiani. Con sorpresa al primo posto viene indicata la salute e il contrasto alla pandemia con le dichiarazioni di 1 italiano su 3 (31,6%). In seconda posizione, con il 19,3% delle preferenze, viene segnalato il lavoro e la disoccupazione. Seguono la ripresa economica (16,9%) e la riduzione delle tasse (11%), il carovita (6,8%), la giustizia (2,7%) e la scuola (2,4%). Esattamente un anno fa – il 12 gennaio 2021 su questo giornale – nel pieno del clima snervante per tutte le limitazioni imposte allora, al primo posto della stessa classifica era indicato il lavoro (24,8%), seguito da un piano di rilancio dell’economia nazionale e solo al terzo posto con il 17,2% delle preferenze la salute e la riorganizzazione del sistema sanitario nazionale.
Leggendo i cambiamenti ci si accorge che per molti versi gli italiani sono stati piuttosto stupiti dalla rapidità con cui sono tornati a crescere i contagi nel nostro Paese. Non è solo l’efficacia dei vaccini ad essere stata messa sotto pressione – è ampiamente testimoniata la loro efficacia nell’aver indebolito l’avanzata più violenta del virus -, ma il totale cambiamento di prospettiva di fronte al quale ci troviamo oggi rispetto all’approccio risolutivo di un anno fa, quando il vaccino era ancora solo per pochi eletti. In campo scientifico sono stati fatti passi da gigante tuttavia, nel criterio generale, si è facilmente attribuito al virus una capacità di calcolo razionale per la quale saremmo riusciti ad arginare il malefico Covid-19 ponderando 3 semplici elementi come l’estensione del vaccino a quasi tutta la popolazione (a ieri l’89,49% della popolazione over 12 ha almeno 1 dose), il Green Pass e il rispetto delle regole di distanziamento unitamente al portare la mascherina in luoghi affollati. E così è andata per un buon periodo in cui ci siamo meritati anche i complimenti del presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, ultimi in tutte le classifiche di contagio. Fino ad autunno inoltrato il governo ha sempre preso iniziative risolute per arginare la pandemia, eppure una nuova variante arrivata dal Sud Africa ha messo in crisi tutte le certezze.
La sensazione generale è quella di rincorrere il virus in ogni sua mutazione. E se la scienza lo ha come obiettivo primario, la politica per i cittadini, sempre basandosi sugli sviluppi scientifici, dovrebbe riuscire a pianificare quelle azioni concrete per essere preparati e proteggere al meglio la salute di tutti. L’intervento del governo con le indicazioni del 5 gennaio e rispiegate a grandi linee nella conferenza stampa del presidente del Consiglio lunedì 10 gennaio è stato giudicato prudente e poco chiaro per il 60,7% degli italiani. È passato chiaro il messaggio – più semplice – dell’obbligo vaccinale per gli over 50 condiviso peraltro da praticamente il 70% del campione intervistato. Tuttavia il realismo con cui il cittadino guarda il futuro è pervaso dalla percezione che non ci siano stati cambiamenti significativi dallo sviluppo della pandemia ad oggi in alcuni ambiti specifici come la scuola, i trasporti, la sanità di base, il tracciamento del virus, i mezzi di trasporto e soprattutto i controlli… Questa valutazione così severa è resa ancora più rigida dal fatto che la popolazione un cambiamento importante lo ha già registrato a sue spese trovandosi di fronte all’aumento del costo della vita, con l’incremento del costo dell’energia, degli alimenti e di altri beni.
La fiducia, che potremmo definire cieca, nell’azione di Mario Draghi e del suo governo la riconosciamo in una maggioranza del Paese che si riconosce in quel 53,8% che condivide le ultime disposizioni nazionali per arginare la pandemia Covid-19 e nell’indice di fiducia del presidente del Consiglio che ad oggi si afferma al 54,2% (-1,6% rispetto al 17 dicembre). Coloro che si distinguono mettendo in discussione questa maggioranza si ritrovano principalmente nell’elettorato di Fratelli d’Italia e del Movimento 5 Stelle.
«Desidero una vita normale» ci dice un ragazzo di 19 anni residente in una cittadina del centro Italia intervistato dal nostro istituto. È un’ambizione condivisa da tutti (unità), anche se non abbiamo ancora definito e interpretato cosa sarà “normale” in questo nuovo anno che ci aspetta. —