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 2022  gennaio 13 Giovedì calendario

Pasolini in India con Moravia (e le sue donne)

Nei primissimi anni Sessanta, in seguito all’esplosione del “boom” economico che avrebbe regalato a tutti, come gridava la pubblicità, “un pollo su ogni tavola”, un frigorifero e una Lambretta, gli italiani guardavano al Terzo mondo con occhio commiserevole. Soprattutto piansero lacrime di coccodrillo sulla “fame nell’India”.
Così Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini il 31 dicembre 1960 partirono per Bombay. Li avrebbe seguiti, a breve, anche Elsa Morante. L’occasione fu un convegno su Tagore, il grande poeta indiano.
Al ritorno, dopo qualche mese da quel viaggio, Moravia e Pasolini raccolsero gli articoli che mandavano ai loro giornali e, nel 1962, pubblicarono entrambi un libro sull’India. Moravia lo intitolò Un’idea dell’India e Pasolini L’odore dell’India. Già dai titoli si intravedeva la diversa esperienza indiana dei due. Allora Moravia era conosciutissimo, i suoi romanzi figuravano nelle edizioni Penguin e si potevano trovare anche nelle librerie indiane, mentre Pasolini e la Morante erano quasi sconosciuti.
Dinanzi all’estrema povertà, in particolare, ebbero reazioni diversissime. Moravia viaggiava all’inglese, con il suo atteggiamento illuministico e un carico di letture riguardanti l’India, a partire da Un barbaro in Asia di Henri Michaux. La povertà la guardava con distacco, meravigliato dell’immersione pasoliniana tra la gioventù e della sua religiosità che condivideva con quella morantiana.
Pasolini raccontò nel suo libro che Moravia a mezzanotte lo lasciava e tornava in albergo “terreo”, anche per i continui rimproveri di sua moglie Elsa, che voleva riportarsi a Roma un ragazzo bellissimo che le aveva presentato Pasolini. Alla fine decisero di ricoverarlo in una casa d’accoglienza. Intanto Moravia aveva lasciato a Roma la sua nuova fiamma, la “principessina” Dacia Maraini ed Elsa il suo amante Bill Morrow, il giovanissimo pittore gay con cui conviveva.
Mentre in Un’idea dell’India non ci sono riferimenti ai compagni di viaggio, ne L’odore dell’India Pasolini racconta ironici episodi di quel viaggio per lui meraviglioso: aveva appena abbandonato i ragazzi di vita delle borgate romane, e credeva di averli ritrovati intatti. Fu un viaggio lunghissimo. Attraversarono in macchina tutta l’India. Moravia raccontò delle statue del kamasutra, Pasolini no. La Morante tacque su quel viaggio. Non c’era giorno che non facesse le valigie, dopo i continui litigi con il marito. Poi le disfaceva e tornava la calma piatta.
Il terreo Moravia aveva paura dei luoghi in cui c’erano briganti che sequestravano e a volte uccidevano gli occidentali, mentre Elsa e Pier Paolo ridevano di lui. Quando Moravia mi invitò a fare la prefazione della ristampa del suo libro era vicino alla sua dipartita, ma sembrava ancora eccitato da quell’esperienza. Ancora oggi molti turisti occidentali che si recano in India portano in valigia quei due volumi.
Ora si avvicina il centenario della nascita di Pasolini e mentre a febbraio uscirà il mio Moravia e Pasolini. Due volti dello scandalo per Einaudi, Dacia Maraini pubblicherà Caro Pier Paolo e Roberto Galaverni un’antologia delle poesie più belle dedicate all’autore di Petrolio, da Montale al sottoscritto. Naturalmente Walter Siti farà il punto critico su Pier Paolo editando anche un’edizione completa di Petrolio,
illustrata dalle foto nude nella torre di Chia. Quel mondo è irripetibile, ormai del tutto perduto, e riapparirà ancora una volta in tutto il suo splendore.