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 2022  gennaio 13 Giovedì calendario

Federica Pellegrini sul grande schermo. Intervista

Una Divina al cinema: non Greta Garbo ma Federica Pellegrini. Per lei, nella serata evento a Milano al Gloria, c’erano diversi amici ad assistere alla prima del film documentario «Federica Pellegrini – Underwater», diretto da Sara Ristori, scritto insieme a Valdo Gamberutti, Davide Savelli e Alessandro Caroni, prodotto da Fremantle e distribuito da Notorious Pictures. Dal 20 gennaio sarà visibile su Amazon Prime.
Federica, che effetto le ha fatto vedersi sul grande schermo?
«È un film che racconta il dietro le quinte della preparazione all’Olimpiade. Una Fede molto più intima, privata, che apre le porte di casa e della piscina durante gli allenamenti, fino a quando mette il piede sul blocchetto. Ho fatto vedere ciò che di solito non si vede o non si conosce di me».
Come le difficoltà ad arrivare a Tokyo 2020, per il rinvio di un anno.
«Non è stato facile da digerire, avendo già 32 anni e con la pandemia mondiale aono stata costretta a ripartire da zero».
Si parla ancora di no-vax. Lei ha fatto una campagna pro-vax.
«I no vax? Gli direi di vedersi quei video con le casse da morto uscire dagli ospedali ormai due anni fa».
Quante volte ha pianto e sorriso assistendo al film?
«Ho sorriso nei racconti durante il lockdown, a un certo punto eravamo fuori di testa pure io e Matteo (Giunta, il compagno, ndr). Ho pianto in un’unica scena quando Matteo ha ricordato Rio 2016 ed è scoppiato in lacrime».
Dove lei arrivò quarta ma poi tornò più forte con tre ori mondiali.
«Rio è stato per noi due un momento difficile da superare. Lui come allenatore, io come atleta: restare giù dal podio dopo un anno incredibile per due decimi fa male. Riprendersi da una botta del genere è stata tosta. Però l’abbiamo scelto in due di continuare e devo dire che dall’anno dopo abbiamo cominciato a sognare».
A un certo punto ha pensato di ritirarsi?
«Non è stato facile convivere con queste due anime: da un lato crescevo e dentro di me si radicava il pensiero di fare una famiglia; ma dall’altro, sentivo che mi mancava un tassello prima di smettere».
È già entrata nel futuro?
«Sono nella commissione atleti del Cio, a breve partirò per le Pechino, la mia prima olimpiade invernale e dall’altra parte della barricata. Sono molto gasata».
Che Olimpiadi saranno? Da record per l’Italia?
«Il Cio si sta impegnando per rendere i Giochi molto più sicuri e protetti. Pronostici? Lascio il compito a Malagò che è molto più bravo di me in questo».
Hanno accostato Goggia a lei.
«Beh giustamente. Ma siamo sotto Olimpiade, lasciamola in pace fare le sue cose».
Federica, cosa lascia allo sport italiano?
«Penso di essere sempre stata una combattente, questo sì, indipendente dal mio carattere, che può piacere oppure no, ma sono sempre stata una combattente fino alla fine, finché ho potuto. Perché avevo una grande passione. Quando c’è quella riesci a superare anche le cose brutte che possono capitare».
Come la morte del suo allenatore, Alberto Castagnetti, che si rivede nel film. Se dal cielo avesse visto questo film cosa avrebbe detto?
«Non si può dire... Penso gli sarebbe piaciuto molto. Però Alberto era molto cinico, mi avrebbe fatto qualche battutina abbastanza feroce...».
Alla fine del film, dice di aver chiuso in pace. E ora?
«Vorrei imparare a fare tante cose: per esempio non so sciare, giocare a tennis, non so l’inglese, dovrei anche imparare a cucinare, una delle cose che mi appassiona di meno».
Anche perché c’è un matrimonio alle porte. Come vanno i preparativi?
«Ho scoperto che organizzare un matrimonio è complicatissimo. Quando mi si chiede cosa farò dopo è un po’ strano per me. Mi fa strano dire cosa dovrò fare da adesso in poi. Adesso comincerò a vivere. Mamma Cinzia da quattro anni mi batte l’orologio sul fatto di allargare la famiglia. Ci ho provato con il cane, poi con due, poi con i cuccioli, ma adesso...».