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 2022  gennaio 10 Lunedì calendario

Intervista a Stefani Vignaroli, il deputato che si rilassa sparando col Kalashnikov

«Mother Russia, poetry majestic». Sceglie un brano degli Iron Maiden, il deputato romano del M5S Stefano Vignaroli, come colonna sonora di un video che lo ritrae intento a sparare con un kalashnikov. Immagini che vengono pubblicate da Vignaroli sui social e poche ore dopo, ovviamente, esplode la polemica. Da Italia viva chiedono le sue dimissioni per l’inopportunità del gesto, mentre altri stigmatizzano la scelta di sparare proprio con un arma simbolo delle violenze mafiose. Ancor più grave – gli viene rinfacciato –, se si considera che Vignaroli ricopre anche il ruolo di presidente della commissione Ecomafie. Per lui, invece «è una polemica incomprensibile. Ero in un poligono. Cosa avrei dovuto fare, giocare a carte?».
Al di là dell’ostentazione machista, non crede passi un messaggio sbagliato?
«Al poligono si imbracciano le armi e si spara. Io la vivo come una cosa emozionante. Se lo avessi fatto in un supermercato avrei capito le critiche. Se volevo fare il macho, giravo su un carrarmato per Roma».
Si parla di opportunità, visto il suo ruolo politico e di presidente dell’Ecomafie.
«Ero al poligono di tiro dietro casa mia e ho un regolare porto d’armi. Chi ha il porto d’armi deve avere la fedina penale pulita, basta molto poco per farselo togliere. Ed ero in sicurezza. Come me, lì sparano uomini delle forze dell’ordine, medici, avvocati, magistrati».
Non ha pensato nemmeno un minuto di rimuovere il video dai social dopo le polemiche?
«A volte sui social mostro anche quello che faccio nel privato, al di là del lavoro. Potrei cancellarlo, certo, ma non ne vedo il motivo».
Dice di avere il porto d’armi e una pistola. Perché?
«Per difesa personale. Un’arma è una cosa molto delicata e volevo conoscerla ed essere in grado di usarla. Per questo ho fatto il corso. Poi mi è piaciuto, anche a livello sportivo. È una cosa rilassante. Devi essere molto concentrato».
Ha motivo di temere per la sua incolumità?
«Questioni personali, che non mi va di affrontare».
Legate a minacce ricevute per la sua carica di presidente dell’Ecomafie?
«Meglio non dire nulla». —