Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  gennaio 09 Domenica calendario

Che fine ha fatto Francesca Chaouqui? Intervista

La Papessa Francesca. È un soprannome a vita.
Lo rivendico, è stato mio marito a chiamarmi così la prima volta.
Cioè quando venne nominata nella fatidica Cosea, la commissione voluta da Francesco per la rivoluzione finanziaria in Vaticano.
E l’abbiamo fatta. Grazie alle nostre riforme la situazione non è più ingestibile come una volta. Gli scandali di oggi vengono dal passato.
Però lei ci ha rimesso una condanna a 10 mesi per il Vatileaks 2.
Il processo a Becciu (il cardinale “spogliato” dal papa per l’affare del palazzo londinese e non solo, ndr) dimostra che ho combattuto una buona battaglia. Fu Becciu a farmi arrestare. Ho perso solo su un fronte. Ed è una cosa che non sopporto.
E qual è?
Mi hanno fatto passare per una mignotta. Mi hanno massacrata e nessuna donna mi ha difeso.
La presunta notte con monsignor Balda (condannato a 18 mesi per Vatileaks 2, ndr) a Firenze.
Disse che dimenticai il baby doll in albergo. Ma lei mi ci vede in baby doll? Io mi sono laureata a venti anni, ho lavorato negli Stati Uniti, a trent’anni ero in Vaticano. Ho già due decenni di esperienza e senza aver mai dovuto mostrare tette e culo.
Francesca Immacolata Chaouqui ha festeggiato 40 anni a dicembre. Oggi è a capo di una società, la View Point Strategy, che si occupa di lobbying e comunicazione. La sede è in centro a Roma.
Lobbista, dunque.
E comunicatrice. Aiutiamo i nostri clienti, solitamente aziende, a raccontarsi. E sa una cosa? Si legge sempre di meno, facciamo solo video. Il futuro del learning è guardare e ascoltare.
Una sua passione è raccogliere informazioni.
Ma io non faccio dossieraggi. Uso le notizie che ho.
Tiene sempre dal notaio gli altri fascicoli della Cosea?
Certo. E un commissario pontificio non è mai sciolto dal segreto. Quindi non dico più nulla.
Lei è stata indagata a Terni, poi archiviata a Roma, per l’uso delle sue informazioni, diciamo così. C’era anche Mario Benotti nell’inchiesta, il cui nome oggi evoca le mascherine ai tempi di Arcuri.
Benotti era mio amico e cliente. Una persona cui ho voluto molto bene.
Secondo i pm faceva la bella vita e aveva un’amante.
Incredibile. Lo consideravo una sorta di sacerdote. L’ho conosciuto in Vaticano. Quando venne traslata la salma di Giovanni Paolo II dalle grotte vaticane alla basilica di San Pietro era una delle dieci persone ammesse.
Potente.
Era pronto a fare politica. Facemmo un format sui social intitolato “Un democristiano in borghese”, intervistava vari personaggi.
Lei ha contatti con i Servizi segreti?
Lo direi a lei?
Questi uffici sono belli e grandi, quanto fattura?
Due milioni di euro all’anno. Con me lavorano 24 giovani.
Tutto suo?
All’80%, il 20 è di mio marito.
La vita non si è fermata dopo Vatileaks 2.
Ecco il punto. La narrativa su di me non è più quella di cinque, sei anni fa.
Il lobbismo però alimenta altri sospetti, in Italia.
Il lobbista spiega non spinge.
In che senso?
Non paghiamo mazzette per fare pressione. Semmai cerchiamo di far capire la bontà delle istanze dei nostri clienti.
Chi sono?
Nomi non ne faccio.
Ovviamente.
Diciamo che operano in vari settori: tecnologia, sanità e cinema. Io interpreto il lobbismo all’americana.
Però conosce Luigi Bisignani, faccendiere e uomo macchina del berlusconiano Gianni Letta. Lobbismo all’italiana.
Bisignani è solo un amico, non ho mai lavorato con lui. Mi dà consigli.
Tipo?
Su dove mandare mio figlio all’asilo, su come conciliare il mio ruolo di imprenditrice con quello di mamma.
Un vero amico allora. Sa che è pregiudicato?
Se bastasse un’etichetta giudiziaria non bisognerebbe parlare con mezzo mondo.
Vedo il simbolo massonico di squadra e compasso.
E sotto c’è la scritta Jerusalem. Israele per me è fondamentale. Il futuro parte da lì.
Sul simbolo non mi ha risposto. Bisignani e la contessa buonanima Pinto Olori del Poggio che la aiutò sono nomi della cosiddetta cattomassoneria.
La massoneria è sopravvalutata. E glielo dice la più grande conoscitrice del potere in questo Paese.
E come è fatto il potere?
È strutturato in tre cerchi.
Il primo.
Duecento persone.
Il secondo.
Duecentomila che interagiscono col primo cerchio.
Un po’ troppe.
Con i Cinque Stelle il potere è diventato liquido.
Non si sa con chi parlare, per intenderci.
Appunto.
E il terzo?
La massa di aziende, imprese, industrie.
Lei era renziana. 
Renzi ha una capacità tattica straordinaria.
Conosceva Carrai.
E Bianchi.
Altri indagati.
In Italia non sei nessuno se non sei indagato.
Oggi però lei vota Lega. L’altro Matteo.
Salvini è un mio amico ed è l’unico che sa spiegare le cose al popolo.
Maria Giovanna Maglie, la Fallaci di Salvini, è una sua cliente.
Cliente e amica, è la madrina di mia figlia.
Lei ha frequentato VeDrò di Enrico Letta. Lo sente ancora?
Un lobbista non perde mai i suoi contatti.
Potere e politica si sovrappongono, diciamolo.
Per questo, come dice il papa, vorrei sporcarmi le mani e dare il mio contributo.
Quando?
Prima porto la mia azienda al top.
Ce la fa per le Politiche?
Forse. Nelle mie attività ho sempre fatto la differenza e non ho mai fatto il numero due.
Non le resta che fondare un partito. 
Non ho detto questo.
Accettare qualche offerta, magari della Lega stessa.
Devono avere le mie stesse idee: fine dell’assistenzialismo, supporto al terzo settore e cura degli over 60.
Un’altra buona battaglia, per citare San Paolo. La papessa va a messa?
Morirei senza.
Lei va ancora in Vaticano? Incontra il papa?
Secondo lei se non avessi accesso al Vaticano starei ancora qua?