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 2022  gennaio 09 Domenica calendario

Intervista a Paolo Roversi, fotografo di Kate

La serra dei meravigliosi Kew Gardens è stato il set green dei tre ritratti dei quarant’anni di Kate compiuti oggi. E qui in questi giardini botanici reali c’è anche una delle più importanti raccolte di semi, tra cui quelli in estinzione salvati nel 1985 da Sir David Attenborough, messi in una capsula di vetro che verrà aperta nel 2085. Il modello di bellezza che Kate oggi rappresenta è tutto in questo suo profilo, un classico di certi dipinti rinascimentali, e per consegnarci una nuova immagine di sé (che entrerà a far parte della National Portrait Gallery di Londra, museo di cui la Duchessa di Cambridge è patronessa) ha scelto un maestro della fotografia, artefice di iconiche visioni con le égéries della moda, Paolo Roversi. Nato a Ravenna nel 1947 (dove ventenne aprì il suo primo studio di ritrattistica e fu tra i primi ad usare le Polaroid 20x25) Roversi è parigino dal 1973. La sua è una pratica artistica nutrita dalla letteratura, dalla filosofia, dal teatro, dalla musica, dal lavoro di altri grandi colleghi. Non si contano le tante celebrità che ha fotografato: Naomi Campbell, Kate Moss, Natalia Vodianova, Sting, Rihanna, Madonna, Belmondo, Ezra Pound…
Novembre scorso a Kensington Palace, con Kate e il suo staff a un tipico tè delle cinque, con biscottini. Ed è la prima Altezza Reale che lei immortala.
«Un bell’incontro, e poi delle belle foto. Ma sulle prime la Duchessa era apprensiva. Ogni giorno è mitragliata dai fotografi ma non abituata a posare; conoscendo le mie foto con le modelle era un po’ timorosa nell’affrontare una vera e propria seduta, che ha richiesto poi circa quattro ore di lavoro. Ma una volta cominciato sarebbe stato facilissimo, l’ho rassicurata. E così è stato. Kate, che ha fatto studi d’arte anche a Firenze, è molto appassionata di fotografia, in particolare di autori come Julia Margaret Cameron e Lewis Carroll».
Dal 2019 è patronessa della Royal Photographic Society, da quando Queen Elizabeth II le lasciò il ruolo dopo 67 anni. Luce naturale o artificiale per ritrarla?
«Tutto a luce naturale. Lei con poco trucco, nessuna acconciatura, semplici orecchini di perle, un anello…. Non la volevo troppo signora duchessa, troppo establishment, ma più pura e più contemporanea possibile, anche più timeless».
Come Angelica
Tutto a luce naturale. Lei con poco trucco, con l’abito in organza è anche un po’Angelica del Gattopardo di Visconti
Atemporale, ma anche preraffaellita. Alla maniera di Dante Gabriel Rossetti o di Sir David Coyle Burne-Jones, in particolare quel suo disegno «Desiderium» del 1873, donna di profilo….
«Proprio così. Kate per ispirarmi mi ha mostrato alcune riproduzioni di opere di quegli autori, ma del resto sono preraffaellita da sempre».
Tre foto e tre Kate diverse. La prima, di profilo, regale e di una maturità che va oltre la sua età e l’abito bianco che smorza la serietà di un’effigie. La seconda scelta da William e dai figli dove torna ragazza spensierata. La terza a colori è come lei si vede, un po’ più glamour.
«Nel ritratto che considero ufficiale, lei è anche un po’ Angelica del Gattopardo di Visconti».
Poi dice che attraverso le lenti del suo obbiettivo vede tante cose, in profondità. La persona di Kate che cosa le ha rivelato?
«È una donna simpatica, accogliente, che mette a proprio agio, rispettosa del lavoro di tutti. Sprizza gioia di vivere. Aperta, generosa, luminosa, penso che possa portare tanta speranza all’Inghilterra e al mondo intero».
Certo una condizione davvero privilegiata la sua, ma per Diana fu molto diverso.
«Lady Diana ha vissuto un dramma che l’ha resa infelice, lei sta invece vivendo la sua favola. Però ha una responsabilità enorme, ogni suo gesto è guardato al microscopio».
A dicembre, la selezione delle foto, su 250 scatti quasi tutti in bianco e nero.
«Che alla fine sono diventati una settantina. La prima scrematura l’ho fatta io, una decina le sue preferite, poi siamo arrivati a 3 mie preferite e una sua, la foto ufficiale è quella che prediligiamo entrambi. Kate è stata però meno decisa di me nella scelta ultima. La stilista Sarah Burton (suo l’abito da sposa di Kate) ha scelto i vestiti: uno solo era rosso, gli altri neutri. Per il ritratto ufficiale ha indossato quello in organza, quasi da ballerina classica. Alla fine ho voluto fare delle foto in movimento, così con quella meravigliosa gonna ampia l’ho fatta danzare davanti al mio obbiettivo, una specie di valzer accelerato misto a un pizzico di rock’n’roll». Ed è per ora un’immagine segreta.