La Stampa, 9 gennaio 2022
Mariarosaria Rossi chiede a Berlusconi di farsi da parte
Conte ter? No grazie.
Ricordate quando nel gennaio dello scorso anno, venuto meno l’appoggio di Renzi, l’avvocato degli italiani si trovò senza sponde costretto a rimettere il mandato nelle mani del Presidente Mattarella? Quello che accadde dopo è noto. Meno noto quello che sarebbe potuto accadere. Tutti si scagliarono contro il povero Giuseppi, nessuno gli tese la mano a parte qualche parlamentare (come la sottoscritta ndr) ribattezzato poi dalla vulgata come «responsabile».
E Silvio Berlusconi?
Anche lui non gli offrì sostegno. Non importava se infuriava la tempesta del Covid, non importava se si metteva a rischio il Pnrr. Niente. Conte doveva cadere. Fu proprio in quei giorni che Berlusconi non pensò a quanto sarebbero potute cambiare le cose se lui avesse sostenuto il Conte ter. Non immaginò come quella mossa lo avrebbe smarcato da quel marasma di centrodestra offrendogli una nuova “vita politica”. Si limitò a pensare che Forza Italia non era nella maggioranza e che toccava all’improbabile duo Pd- M5S trovare una soluzione.
Non a lui. Si limitò a dire che servivano nuove elezioni omologandosi al giudizio dei più. Perché non si smarcò?
Problemi di fiuto? Forse. Mancanza di prospettiva? Può essere. Quel salvagente avrebbe aiutato sì Conte ma avrebbe soprattutto rilanciato la figura di SB. “Berlusconi rispolvera il vestito da statista e salva il governo”. “Berlusconi salva il governo e rischia di spaccare il centro-destra”. I titoli dei giornali sarebbero stati più o meno questi ed avrebbero fatto breccia nel cuore di molti. Soprattutto di quel popolo grillino che lo aveva sempre demonizzato ma che, in quella circostanza, lo avrebbe obtorto collo, accettato insieme al suo partito come componente di governo.
Sarebbe stato ancora una volta il Salvatore della Patria esattamente come in quel magico 1994.
Ma c’è di più, avrebbe compiuto un altro miracolo politico. Forse il più grande mai riuscito. Avrebbe trasformato il tramonto di una stagione politica durata quasi 30 anni in una nuova aurora ed oggi non parleremmo di Draghi Presidente della Repubblica ma solo di Berlusconi perché sarebbe stato il Presidente di tutti gli italiani.
Invece Super Silvio e Super Mario si sfideranno fino all’ultimo voto, ed alla fine Super Mario siederà al Colle per lo stesso motivo per cui è seduto a Palazzo Chigi.
Un quadro a tinte fosche è vero, ma nutro una speranza e cioè che intorno a SB non siano rimasti solo lacchè o yes-man sprovvisti di pensiero libero ed abili negli accordicchi. Mi auguro che la verità vinca sugli interessi personali in modo da poter permettere al Presidente Berlusconi una decisione consapevole; quella di non presentare la propria candidatura e di convergere su Draghi così da poter compattare un’Italia ancora troppo divisa e conservare quella dignità che merita un uomo con la sua storia. Lo dobbiamo a Lui, lo dobbiamo al Paese.