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 2022  gennaio 08 Sabato calendario

Le lettere di William Borroughs ai colleghi

Mito vivente della Beat Generation – ma non solo, vedi la collaborazione con i Nirvana di Kurt Cobain – che però non viene mai citata nelle missive raccolte ora da Adelphi nel volume Il mio passato è un fiume selvaggio. Lettere 1946-1973 (a cura di Ottavio Fatica, traduzione di Andrew Tanzi), William Burroughs scrive ad Allen Ginsberg il 1° settembre 1946: «La roba l’ho eliminata e non mi manca affatto», salvo poi raccomandarsi, il 19 febbraio 1947: «Attento a come spedisci l’erba. Sulla confezione metti un destinatario e un mittente fasulli». L’11 marzo dello stesso anno aggiunge: «Per qualche ragione idiota i burocrati ce l’hanno più con la maria che con la roba. Qui in Texas il mero possesso della maria è un reato punibile con la reclusione fino a due anni... mandami i semi di papavero, per favore... quaggiù è estate e spuntano orde di scorpioni giganti, tarantole e zecche, pulci penetranti e zanzare. Ieri ho ammazzato dieci scorpioni. La casa è infestata da pantegane grosse come opossum. Ho sparato a una così cicciona che era rimasta incastrata nella sua tana, ma ce ne sono a centinaia e appena vedono un’arma scappano. Sto considerando l’acquisto di un furetto».
Ginsberg è il principale destinatario della corrispondenza, ma naturalmente non è il solo a cui Burroughs scrive nel corso dei decenni in cui partorirà romanzi lesti a diventare, come il loro autore, leggenda – a partire dall’esordio con La scimmia sulla schiena e dal successivo Pasto nudo – e in cui girovagherà inseguito dalle proprie ossessioni tra l’America, l’Europa e il Nordafrica. Ecco dunque lettere indirizzate a personaggi come Timothy Leary o Truman Capote, a cui rimprovera di non essersi battuto per l’abolizione della pena capitale: «Lei ha scritto un insulso libro illeggibile, A sangue freddo, che potrebbe aver scritto qualsiasi redattore del New Yorker... si goda i suoi luridi soldi... è uno scrittore finito». A Kerouac confessa: «Non ho ’sta gran voglia di incontrare Bowles... lui e compagnia sono assolutamente conformisti e hanno paura dei deviati». Si alternano così considerazioni letterarie, confessioni intime, richieste di sostanze, narrazioni di incubi e sogni, lamentele nei confronti di editori mai troppo generosi, e delusioni. «Le migliori menti della sua generazione, mai slogan più infondato di questo di Ginsberg», scrive in coda al volume Fatica nella sua bellissima Posfazione Atrofizzata, «erano una cabaletta di velleitari un po’ svitati, un paio dei quali dotati di talento, circuiti da un démi-monde di delinquentelli esotici. Il tempo di conoscerlo e fecero di Burroughs il loro guru», trovando affascinanti i suoi antiquati modi all’inglese. «Dopo un anno di sperimentazione intensiva sto imparando a usare il metodo cut-up», comunica nuovamente a Ginsberg. «Guarda fuori non dentro. Nessun dialogo con il cosiddetto io. Nessuna “introspezione”. Via gli occhi dall’ombelico. Guarda verso lo spazio». A Bill Belli, dopo un viaggio in Scandinavia, rivela: «Un luogo efficiente noioso ben fornito di figa disponibile». Alla madre, non proprio entusiasta della sua reputazione, spiega: «Per quanto mi riguarda preferirei evitare la pubblicità ma è l’unico modo di vendere libri... uno scrittore che evita di finire sui giornali non pubblica niente e se anche ci riesce non fa soldi». Ancora a Ginsberg, da rue Git-le-Coeur a Parigi, lì dove un piccolo hotel è destinato a diventare meta di pellegrinaggio per innumerevoli beatnik e semplici lettori: «Sarebbe fantastico se mi mandassi un po’ di mescalina in una lettera. Qui non è illegale e non c’è pericolo che venga aperta. Mi paro costruendomi la fama di Intellettuale». E dal Nordafrica: «Tangeri è spacciata. Ho visto trascinare queen urlanti fuori dal Parade, le hanno sistemate nel carcere locale dove stanno a marcire sessanta Figli di Sodoma».
Proprio le lettere da Tangeri testimoniano una svolta decisiva: il tono è già quello che caratterizzerà Pasto nudo. Anche se non si trova granché né sull’uxoricidio commesso (forse) per gioco né sulle cure a cui si sottopose per liberarsi dall’eroina, queste pagine sono la migliore autobiografia possibile di uno scrittore indubbiamente misogino e misantropo, che aveva un rapporto problematico con la propria omosessualità e adorava Mick Jagger: «È fantastico ma non lo si riesce a separare dalle groupie che sono una perdita di tempo incredibile». Racconta ancora Fatica: «Dandy fino all’ultimo, per la sepoltura lo vestirono di tutto punto, con gli occhiali nel taschino e una penna stilografica nella tasca interna. Più una moneta da cinque dollari in oro dell’Ottocento, tre spinelli e un sacchetto di eroina. Sul bavero la rosetta di Commandeur des Arts et des Lettres e quella dell’American Academy of Arts and Letters. Il fedora grigio. Al fianco il bastone con la lama incorporata e la.38 speciale a canna corta, con cinque colpi, quella che teneva sotto il cuscino di notte». Oggi le fanatiche del nuovo moralismo lo farebbero a pezzi su Twitter.
A Jack Kerouac1° gennaio 1950,
Città del MessicoCaro Jack, ogni volta che ricevo notizie dagli USA mi congratulo con me stesso per essermi trasferito qui. Le leggi nigra, eh. Questo è il colmo. Qui non devi dar retta a nessun Jean de Brasse. Qui se gli spari il massimo che possono darti è otto anni. Un Jean de Brasse qui è sullo stesso piano di un tranviere.Spero tu parli sul serio quando dici di voler venire qui a febbraio. So che ti piacerà. Qui pare estate. Mi sono messo in contatto col bel mondo e qui nessuno li infastidisce. Per come vedo le cose da qui, non so se vorrò mai tornare negli USA. Temo che stiano andando verso il socialismo, il che significa, ovviamente, sempre più interferenze negli affari di ogni singolo cittadino. Cos’è mai successo al glorioso retaggio lasciatoci dai pionieri, che consentiva a ognuno di farsi gli affari propri. Il pioniere ormai si è ridotto a un burocrate disgraziato e liberal che s’intromette dappertutto. A proposito, Allen è stato completamente traviato da quegli psichiatri liberal. Parla di diventare un segretario di sindacato! Gli ho scritto cosa penso dei segretari di sindacato, dei sindacati e dei liberal. Forse mi sarei dovuto moderare un po’ ma sono un uomo semplice e diretto che parla come viene. Allen si sta schierando con un elemento cancerogeno che soffocherà ogni residuo di vita libera negli USA. Hai notato come qualunque pezzo di legislazione oppressiva e ingerente (leggi contro le armi, contro il sesso, contro lo sballo) venga sempre sostenuta a gran voce dalla stampa «liberal». La parola liberal ormai sta per la tirannia più esecrabile, una tirannia piagnucolosa e ipocrita formata da burocrati, lavoratori sociali, psichiatri e rappresentanti sindacali. Il mondo di 1984 è lontano meno di trent’anni.Se apro un bar sul confine ovviamente mi trasferisco lì. Al momento non ho ancora un piano ben definito. In ogni caso resto qui ancora qualche mese. Intendo fare un giro molto ampio del Messico per capire quale parte mi piace di più. Città del Messico è davvero gradevole ma voglio vedere l’intero Paese. Tutto quel che ho visto finora mi piace. Qualche esempio: gli ubriachi dormono sul marciapiede lungo la via dello struscio. Nessun poliziotto si azzarda a disturbarli; chi vuole gira con la pistola. Ho letto di diverse occasioni in cui degli sbirri ubriachi che stavano sparando ai frequentatori abituali di un bar sono stati presi di mira da cittadini armati che non si fanno rompere il cazzo da nessuno. Tutte le forze dell’ordine sono corruttibili; i messicani adorano i bambini. Qui è impensabile che a qualcuno venga negata una stanza perché ha dei figli; l’imposta sul reddito è bassissima; le cure mediche hanno prezzi molto ragionevoli perché i medici pubblicizzano le proprie tariffe e puntano quindi al ribasso. Per farsi curare lo scolo bastano 2,40 $ oppure puoi comprarti la penicillina e fartela in vena da solo. Non ci sono leggi a limitare l’automedicazione. Aghi e siringhe sono acquistabili ovunque. Questi sono solo alcuni esempi dell’atmosfera generale di libertà da qualunque interferenza che prevale qui. Come va col libro? Ricordati di mandarmene una copia non appena ne hai a disposizione. Tanti saluti a tutti. Spero di vederti tra un mese.Con affetto,Bill***A Allen Ginsberg18 Junio 1953,
PucallpaCaro Allen, fermate le macchine! Tutto quel che ho scritto sullo yage può essere rivisto alla luce delle esperienze successive. Non è come l’erba, né come nient’altro che abbia mai provato. Ora sono pronto a credere che i brujos abbiano davvero qualche segreto e che lo yage puro sia ben diverso dallo yage preparato con le foglie e le piante che ci aggiungono i brujos. Mi sento la versione maschile di Dorothy Thompson che si precipita quaggiù per scrivere la storia dello yage in due settimane. Ieri sera l’ho preso di nuovo con il brujo del posto. L’effetto non è esprimibile a parole. Cercherò di delinearlo nei limiti del possibile. Stavo seduto con circa sei indios all’aperto sul limitare della giungla (ero ben cosparso di citronella); in cerchio, bevevamo lo yage o l’ayahuasca come lo chiamano qui, e nessuno parlava né faceva alcun rumore. Prima ho provato una sensazione di serenità e saggezza e quindi mi andava bene starmene lì seduto per sempre.Quello che è successo dopo è stato indescrivibile. Era come essere posseduto da uno spirito azzurro. (Ne dipingerei uno se sapessi dipingere). Azzurro violetto. E sicuramente del Pacifico del Sud, come i disegni dell’Isola di Pasqua o dei maori, una sostanza azzurra per tutto il corpo, e un volto arcaico e ghignante. Allo stesso tempo una violentissima carica sessuale, ma etero. Non è stato per niente spiacevole, ma poco dopo mi sono sentito le mascelle serrarsi e tremori convulsivi a braccia e gambe, e ho pensato fosse più prudente prendere fenobarbital e codeina. Il senso della misura era bello che andato, quindi ho preso dieci grani di fenobarbital e tre di codeina. Abbastanza da mandare culo a terra il fu Phil White. Nel giro di qualche minuto i tremori si sono calmati e tutti gli effetti dello yage sono svaniti. Mi sentivo perfettamente normale e solo un po’ assonnato, ma avevo freddo e le zanzare avevano cominciato a pungere e volevo andare a letto. Subito lo sciamano ha detto (e ti dico, c’era buio assoluto. Non mi poteva vedere): «Il signore vuole andare via».Me ne sono andato a casa a piedi, facendo una tappa per il caffè (con tutto quel fenobarbital in corpo non avrei dovuto nemmeno essere in grado di camminare), ho annotato qualcosa e sono andato a letto due ore dopo aver preso il fenobarbital. Ovviamente i barbiturici sono l’antidoto chimico allo yage, poiché si neutralizzano a vicenda. Adesso mi ricordo di aver provato l’invasamento azzurro la prima volta che ho preso lo yage, ma non quando me lo sono preparato da solo. Mi ero completamente dimenticato di questo aspetto, credo a causa dell’amnesia fisiologica provocata da un’overdose paurosa. Tra qualche giorno discendo il fiume per incontrare un altro sciamano che qui ha una reputazione straordinaria.Come ho detto non sono più molto sicuro di avere le idee chiare ma in ogni caso non rimarrò oltre due settimane. Sono stanco di fraternizzare con poliziotti e ufficiali dell’esercito e preti e – puah – missionari protestanti, e governatori e pallosi nobilotti del genere. Voglio tornare a Città del Messico e a New York. Verrò di sicuro a New York e presto. Durante la prossima spedizione sto un po’ tra gli indios e poi me ne vado. Mi porto dietro un po’ di yage, ovvio, ma non posso promettere gli spiriti azzurri. La pianta deve essere fresca, mescolata ad altre foglie. Gli alcaloidi estratti non hanno alcuno spirito. Mi porto dietro alcune liane intere e un po’ di estratto.Con affetto, BillP.S. Ho i vermi. Che schifo di malattia.***
A Truman Capote23 luglio 1970,
LondraMio caro sig. Truman Capote, questa non è la classica lettera di un lettore appassionato – piuttosto direi di un lettore appassito. Chiamiamola una lettera del «lettore» – le statistiche demografiche non hanno la maiuscola – una selezione dalle note a margine del materiale che ci ha sottoposto dato che tutti gli «scritti» vengono sottoposti a questo reparto.Seguo la sua evoluzione letteraria fin dal principio, portando avanti su incarico del reparto che rappresento una serie di indagini esaustive come le sue recenti ricerche nello stato dei girasoli. Ho intervistato tutti i suoi personaggi a partire da Miriam – nel suo caso un’astinenza da zuccheri protratta per qualche giorno si è rivelata un mezzo sufficiente a renderla piuttosto loquace – preferisco avere i fatti a disposizione prima di agire.Inutile dire che ho letto il recente scambio di gentilezze tra lei e il signor Kenneth Tynan. Credo che quest’ultimo sia stato fin troppo indulgente. Mi ha colpito la sua recente comparsa di fronte a una commissione senatoriale durante la quale si è espresso in favore della perpetuazione dell’attuale pratica delle forze di polizia di ottenere confessioni negando all’accusato il diritto di rivolgersi a un difensore prima di rilasciare qualunque dichiarazione. Si è espresso a tutti gli effetti a sostegno della procedura poliziesca ordinaria: ovvero ottenere affermazioni con la brutalità e la violenza, quando un corpo di polizia ragionevole si affiderebbe alle prove piuttosto che a confessioni forzate. Si è ulteriormente immeschinito ribadendo l’argomentazione banale che risuona nelle lettere all’editore ogni volta che viene sollevata la questione della pena capitale: «Perché tutta questa compassione per l’assassino e neanche un po’ per le vittime innocenti».Per dovere, ho letto tutte le opere che ha pubblicato. La prima parte della produzione, per certi aspetti, era promettente – mi riferisco soprattutto ai racconti brevi. Aveva la possibilità di approfondire determinati aspetti psichici. Per un po’ sembrava che stesse facendo buon uso di questa possibilità. Ha scelto invece di vendere un talento che non ha il diritto di vendere. Ha scritto un insulso libro illeggibile (A sangue freddo) che potrebbe aver scritto qualsiasi redattore del «New Yorker» – (un periodico reazionario sotto copertura asservito agli interessi dei ricchi storici d’America).Ha messo i suoi servigi a disposizione di quegli interessi che stanno trasformando l’America in uno stato di polizia grazie al semplice stratagemma di alimentare deliberatamente le condizioni che fomentano la criminalità per poi esigere il potenziamento delle forze di polizia e il mantenimento della pena capitale per gestire la situazione che essi stessi hanno creato. Ha tradito e venduto il talento che questo reparto le aveva concesso. Quel talento le viene ufficialmente revocato. Si goda i suoi luridi soldi. Non avrà mai nient’altro. Non scriverà mai una frase una tacca al di sopra di A sangue freddo. È uno scrittore finito. Passo e chiudo.Mi segue. Sa chi sono. Mi conosce, Truman. Mi conosce da tempo. Questa è la mia ultima visita.© 2012 The William S. Burroughs Trust