Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  gennaio 08 Sabato calendario

Intervista a Santo Mercuri, l’uomo che ridà capelli e giovinezza

«Sembriamo più giovani di dieci anni e abbiamo più capelli, questo è quello che ho visto accadere nell’ultimo ventennio grazie ai progressi di Dermatologia e Tricologia», parola del professor Santo Mercuri che il 24 gennaio 2002 diventava primario di Dermatologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano e che, con la sua chioma alla Sandokan e la sua pelle liscia, sembra il manifesto dei 50 che sono i nuovi 40. Mercuri, volto anche tv (Basta poco e Myr su La5), chirurgo dermatologico e pioniere della medicina estetica rigenerativa, ha clienti illustri, primo fra tutti, Silvio Berlusconi.
Nei suoi quattro lustri di attività, cosa non è cambiato?
«L’ossessione per la caduta dei capelli e per la bella capigliatura. D’altra parte, già gli antichi romani portavano parrucche. Nel ’700, erano status symbol tanto che venivano rubate. Oggi studi scientifici hanno dimostrato che perdere i capelli provoca calo di autostima e problemi psicosociali».
Sono molto afflitti i pazienti che arrivano da lei?
«Arrivano con sacchetti–feticcio pieni di capelli perduti. Dicono: guardi, li ho raccolti tutti oggi sotto la doccia».
Quanti se ne possono perdere senza allarmarsi?
«Fino a 50 o 70 al giorno. Se sono di più, serve una diagnosi per capire la causa. Il motivo più frequente di visita tricologica è il telogen effluvium, una perdita violenta dovuta a ragioni come il parto, una febbre o il Covid...».
Che progressi ci sono contro la caduta dei capelli?
«La svolta è il PrP, il plasma ricco di piastrine, arricchito in monociti: una tecnica di medicina rigenerativa che in Italia abbiamo sviluppato noi e che consiste nel prelevare sangue dal paziente, separarlo dalle piastrine, concentrare i monociti che hanno capacità rigenerativa analoga alle staminali. Si fanno microiniezioni sul cuoio capelluto. In tre sedute, bloccano la caduta».
E aiuta anche nella classica calvizie?
«Aiuta chi i capelli ancora li ha, ma l’alopecia androgenetica evolve sempre coniugando il verbo cadere e mai il verbo crescere. È importante iniziare subito con farmaci come il Finasteride, che però può provocare calo del desiderio sessuale, per cui, i più preferiscono restare calvi. Poi, c’è il Minoxidil, che ha meno effetti collaterali».
Un luogo comune falso sui calvi?
«Che sono più virili. Nella calvizie, pesano gli ormoni ma non in quel senso».
Quand’è che passa la mano ai chirurghi perché resta solo il trapianto?
«Io sconsiglio il trapianto prima che la calvizie sia stabile, perché finché i capelli cadono, si rischia di entrare in una catena di operazioni. Oggi, c’è il turismo tricologico: molti vanno a fare il trapianto in Turchia, ma ci sono strutture serie e altre meno che fanno il trapianto anche se è troppo presto o troppo tardi. Ho pazienti di ritorno da lì a cui i capelli non sono cresciuti e una giovane l’ha scampata perché le ho dimostrato che i suoi erano solo indeboliti».
Per la pelle, quali le novità per il ringiovanimento?
«La parola d’ordine è rigenerare. Il PrP si fa anche su viso, collo, décolleté».
Nel 2014, disse che Berlusconi aveva la pelle di un quindicenne. Oggi, che direbbe della sua pelle?
«Non posso ripetermi sui 15 anni ma ce l’ha splendida: è merito della genetica».
Se viene da lei, un aiutino glielo fornirà.
«Dirò solo che ama un mio siero con ialuronico e collagene, non in vendita».
Mettiamola così: una pelle matura da che trattamenti può trarre benefici?
«Da ultrasuoni focalizzati o laser frazionale Frax, detto “lifting della pausa pranzo” perché non lascia segni e si può subito tornare al lavoro».
Anche Emilio Fede è suo storico paziente.
«Ma quando apparve gonfio in tv non fui io. Non posso prendermi quel merito».
Cristiano Malgioglio ha raccontato che l’ha salvato da un melanoma che rischiava di farlo morire.
«Era venuto a farmi vedere un neo, stava andando in Brasile e non l’ho fatto partire».
Anche Al Bano è suo fan.
«Siamo amici, gli ho consigliato il PrP per mantenere la bellezza della chioma».
Lei come fa ad avere i capelli neri a 57 anni?
«Non mi tingo, è Dna e uso integratori: basta farsi consigliare quelli giusti per noi».