ItaliaOggi, 8 gennaio 2022
«Il cibo lo pagate troppo poco per cui non vi lamentate se vi danno spazzatura». Lo dice il ministro Czem Özdemir ai tedeschi
Mangiare costa troppo poco? Subito dopo Natale, il nuovo ministro dell’agricoltura, il verde tedesco Czem Özdemir, in un’intervista alla Bild am Sonntag, il domenicale della Bild, ha denunciato che i generi alimentari hanno prezzi da spazzatura, e questo è un male per la salute, per il clima, e porta alla rovina i contadini. Senza dimenticare gli animali allevati pensando solo al profitto. Tutto vero, ma le parole di Özdemir, nato in Germania, di origine turca, sembrano giungere al momento sbagliato, durante le feste, mentre l’inflazione a dicembre ha toccato il 5,3%, e probabilmente sarà al sei a fine gennaio. La spesa costa sempre di più, mentre esplode il costo dell’energia.
In altre parole è colpa dei consumatori, cioè anche mia? Non sappiamo scegliere al mercato. «Non possiamo credere che la carne tritata venduta a meno di sei euro al chilo sia buona», ha ammonito il ministro, «o che ci faccia bene il pane a un euro». Come in Italia, dove si accusano le signore che fanno la spesa di non combattere il caporalato. Non dovrebbero acquistare i pomodori troppo a buon mercato grazie a quanti li raccolgono per due euro all’ora. Dovrebbero chiedere al verduraio un certificato di provenienza? Se li paghiamo cari salviamo la nostra coscienza?
I tedeschi si preoccupino dei prezzi di carne e verdura come della loro auto, ha detto il ministro, nessuno si sentirebbe sicuro guidando una vettura costata troppo poco. Czem Özdemir, 56 anni, è una persona seria. Si faceva il suo nome come ministro degli esteri, sarebbe stata un’ottima scelta per la Germania e per l’Europa. Un simbolo di integrazione riuscita, Ma ha dovuto cedere la carica alla leader del partito, Frau Annalena Baerbock. L’agricoltura non è un premio di consolazione, è un ministero vitale per l’economia tedesca e per la salute. Ma le buone intenzioni hanno un prezzo.
Mio nonno, più di un secolo fa, nel 1918, acquistò un bosco sopra Cefalù, solo perché era bello. Oggi continuano a salvarlo con gravi sacrifici i miei cugini. Anche la bellezza costa, è considerata un lusso dall’ufficio imposte, benché non renda nulla. Ricordo mio zio, un verde in anticipo sui tempi, che nel piccolo frutteto non usava anticrittogamici. Tutto doveva essere naturale. Un giorno di fine estate mise in tavola una gigantesca pera William, l’unica salvata da insetti e uccelli. Appena l’aprÍ si sparse un profumo intenso per l’intera sala, che non ho mai dimenticato. A me e ai miei cugini, e alle zie, toccò un pezzettino a testa. Una sorta di rito familiare. Ma quanta sarà costata quella pera?
Nei mercati di Berlino, anche in quelli dei turchi, sono tentato da frutta dall’aspetto stupendo e senza sapore. Cocomeri e uva senza semi, come pretendono i tedeschi. Una volta ne ho comprato uno senza controllare il nome. Era un ananas a forma di melone. Mi ero ingannato per il prezzo esoso, e mi sono trovato innanzi a un mostro creato da un innesto.
So bene che i panini a 15 centesimi l’uno, cioè tre euro al chilo, sono pessimi, sfornati da produttori che li forniscono semicongelati a 50mila punti vendita. Ma il pane ottimo e sicuro costa venti euro al chilo. E la carne tritata per gli hamburger, quasi senza grasso, costa almeno 18 euro al chilo. Ma sono sicuro che manzi o vitelli siano stati allevati come pretende il ministro? Quanti possono permettersi questi prezzi?
Ozdemir promette di tutelare i consumatori che devono fare il conto con pensioni esigue o vivono grazie all’assistenza pubblica? Si dovrebbe procedere al contrario, prima viene il benessere sociale e poi la difesa del clima, ha risposto Werner Schneider, presidente della Deutschen Paritätischen Wohlfstand Verband, l’associazione per il benessere paritetico, prima bisogna garantire gli aiuti e poi parlare di prezzo.
L’Hartz IV, l’assegno che equivale alla lontana al nostro reddito di cittadinanza, è stato aumentato dal primo gennaio dello 0,70%, ben lontano dal tasso di inflazione, ed è salito di tre euro a 449 euro al mese. Basta per una spesa ecologica? I prezzi salgono anche perché sale il costo dell’energia, +11,3% nell’ultimo anno, ma sulle bollette della luce e del riscaldamento peserà molto di più.