1 dicembre 2021
Tags : Patrizia Reggiani Martinelli
Biografia di Patrizia Reggiani Martinelli
Patrizia Reggiani Martinelli, nata a Vignola (Modena) il 2 dicembre 1948 (73 anni). Vedova di Maurizio Gucci, per il cui omicidio fu arrestata insieme a quattro complici il 31 gennaio 1997 e condannata a 26 anni di carcere, di cui sedici trascorsi a San Vittore. Liberata il 16 settembre 2013. Tra sconti per buona condotta, le mancavano tre anni alla fine della pena, che le è stata sospesa.
Titoli di testa «È meglio piangere in Rolls Royce che ridere in bicicletta» (Patrizia Reggiani).
Vita Cresce nella periferia più povera di Milano. È figlia di Silvana Barbieri, lavapiatti in un bar di via Padova. Padre ignoto, o fuggitivo • A 22 anni la madre conosce un ricco imprenditore, Ferdinando Reggiani. Lui ha 55 anni ed è sposato ma nel 1956 rimane vedovo. Sposa Silvana e adotta Patrizia, la quale assumerà così anche il cognome dell’uomo • «“Mio padre era molto carino nei miei riguardi, mi dava sempre ragione. Mi ha dato i soldi per comprare la mia prima casa. E questa è una cosa che mi è rimasta in mente”» [Bazzi, Il Domani] • A 15 anni la ragazza ricevette dal padre un visone bianco. A 18 una Lancia Fulvia Zagato [Angelo Pergolini – Maurizio Tortorella, L’ultimo dei Gucci, Marco Tropea editore 1997] • «Io e mia madre non potevamo stare nella stessa stanza. Perché io sono anche un po’ pazza e lei è un po’ pazza anche lei, quindi due pazze insieme non potevano stare» [Bazzi, cit.] • Nella Milano degli anni Sessanta, i giovani della buona borghesia milanese si ritrovano sotto la galleria di San Babila, dove Patrizia non manca mai • «Occhi stupendi, blu, anzi viola, ma è bassa, come altre ragazze, solo che lei non lo sopporta. E allora: capelli cotonatissimi, più capelli che faccia» [Bazzi, cit.]. Lei non cerca il grande amore ma un portafogli gonfio • Conosce Maurizio Gucci a una festa il 23 novembre 1970: «Patrizia vestita di rosso, rosso dell’abito, viola degli occhi, non sa chi sia (sincerità, un cuore puro). Neanche Maurizio lo sa, e chiede agli amici: “Chi è quella bella ragazza che somiglia a Liz Taylor?”» [ibid.] • A lei non piaceva «Aveva una macchina piccola e io pensai: “Che sfigato”» e poi «aveva lo sguardo di un pesce lesso e capelli che non si potevano vedere» • I due iniziano a frequentarsi di nascosto dal padre Rodolfo Gucci – che in lei aveva riconosciuto l’amore per i soldi. Rodolfo Gucci chiede aiuto perfino al cardinale Giovanni Colombo. • «Qualche giorno dopo Maurizio la chiama: “Senti, visto che ho scoperto un ristorante molto carino, cosa ne dici di venire domani sera?”, e la sera stessa: “Senti, ma cosa ne diresti tu di chiamarti Patrizia Gucci?”» [Bazzi, cit.] • Si sposano il 28 ottobre 1972 nella chiesa dei Cavalieri del Santo Sepolcro a Milano davanti a 500 inviati. Ci sono tutti tranne i Gucci. Lui ha sei garçons d’honneur, lei sei damigelle e un enorme bouquet • Solo lo zio Aldo Gucci aiuta gli sposi a metter su famiglia • «Case ad Acapulco, ville a St. Moritz, e feste, amicizie importanti, eccola Patrizia Reggiani, da figlia illegittima a principessa, imperatrice di una stagione meravigliosa, italiana, americana. Patrizia ha tutto, forse le manca giusto un’amica. Una vera amica» [Bazzi, cit.] • Nel 1976, a Ischia, conosce Pina Auriemma, la maga che non sa leggere i tarocchi ma accompagna Patrizia dalle cartonanti • Le due diventano inseparabili. Patrizia Reggiani: «Mi faceva ridere. Amava molto intrufolarsi, sapere la rava e la fava. Quando io e Maurizio eravamo seccati per qualche motivo lei con la sua sceneggiata napoletana ci aiutava a sdrammatizzare. A Milano noi signore dell’alta società avevamo l’abitudine di andare a colazione tutte insieme, ma a me non andava di andare a dire le mie cose a tutte quelle galline. Preferivo prendere il telefono e parlare con Pina a Napoli» [ibid.] • Per la nascita della prima nipote, Rodolfo, che nel frattempo ha fatto pace con il figlio, regala alla coppia un attico di 880 mq a New York, sulla Fifth avenue: «Facevo una vita incredibile, al mattino Jim, l’autista, mi aspettava di sotto con la mia Bentley» [ibid.] • Poi un attico a San Babila, con terrazza, piscina, giardino pensile con piante di banano. Personale in servizio nell’attico di San Babila: 2 maggiordomi, 4 cameriere e un cuoco francese da 6 milioni di lire al mese. Per i pranzi di Capodanno Patrizia fa ricamare a mano tovaglie con scritte di auguri e con la data dell’anno che terminava. Dopo l’uso vengono buttate. Al momento del commiato, per gli ospiti c’era sempre un ricordo in oro o in argento [Pergolini-Tortorella, cit.] • Per la nascita della seconda figlia, Maurizio regala alla moglie una tenuta agricola nel Connecticut e uno yachy, il Créole, «un tre alberi maestoso, sessantacinque metri di lunghezza: “Il più bel ricordo che ho con Maurizio è quando ho visto per la prima volta il Créole”. Sebbene abbia la fama di portare sventura – le due mogli del proprietario precedente, l’armatore greco Niarchos, entrambe morte a bordo. Compra la barca ma da subito, in realtà, sembra più un regalo fatto a sé stesso. Patrizia, messa da parte, inaugura a suo modo la goletta: “Io ti garantisco che questa barca riassumerà la sua nomea di barca maledetta”. E oggi, ricorda: “Per lui la barca era più importante delle bambine”» [Bazzi, cit.] • «Sono gli anni Ottanta, la stagione dei grandi stilisti, quando Rodolfo Gucci muore. Nel 1983 le quote passano al figlio Maurizio che, a detta di Patrizia, perde la testa. Si sente libero, indipendente, il ragazzo d’un tempo ora è uomo, come si comporta un uomo? Patrizia non ha grande stima di Maurizio imprenditore, cerca di intervenire, di ottenere un ruolo attivo nella gestione dell’azienda: “Da persona debole quale era, senza il mio pugno di ferro, sarebbe stato un uomo perduto”. Quando Maurizio arriva ad avere la maggioranza, sale alla guida dell’azienda: “Da lì è stata la devastazione, perché Maurizio non è stato mai capace di reggerla”» [Bazzi, cit.] • Patrizia, innamorata delle pellicce, aveva 4 visoni, dal miele al lilla, manti di zibellino, lontra ed ermellino • «Amante dell’oro e ribattezzata Tutankhamon» [Andrea Galli] • Nell’inverno 1982 Patrizia decise di fare la stilista per la Gucci e creò delle trousse da sera piatte e squadrate usando metalli preziosi stampati come pelle di coccodrillo. Si chiamavano “Orococcodrillo” e vennero messe in vendita a 29 milioni l’una [Pergolini-Tortorella, cit.] • Il pomeriggio del 22 maggio 1985 Maurizio riempie una piccola valigia e annuncia alla moglie che parte per qualche giorno. Il 25 maggio un suo collaboratore chiama Patrizia per avvertirla che il marito ha deciso di non tornare più a casa [ibid.]. Pieno di debiti vende le sue azioni agli arabi della Investcorp: «Per Patrizia è un trauma, un lutto, un crollo nervoso, nonostante con la separazione l’ex marito si impegni a passarle 120 milioni di lire al mese» [Bazzi, cit.] • Maurizio, superstizioso, per paura che l’ex moglie, con le sue frequentazioni esoteriche, gli lanci dei malefici, arriva a bonificare l’aura delle case di St. Moritz [ibid.] • Venerdì 23 febbraio 1990, al Club Privé di Sankt-Moritz, Maurizio incontra Paola Franci, sposata – in crisi – con l’industriale del rame Giorgio Colombo. Paola, arredatrice, era presente al matrimonio di Maurizio e Patrizia: vestita completamente di rosso, compresi il lungo boa di struzzo e il cappotto di velluto. Bionda, alta, porta un braccialetto d’argento alla caviglia sinistra [Pergolini-Tortorella, cit.] • Nel 1991 la somma che Maurizio Gucci passa alla moglie è scesa a 20 milioni mensili. La governante dello chalet di Sankt-Moritz, dove la Reggiani vive, ha testimoniato che le spese di casa erano molto alte: «14 milioni al mese per gli alimentari e lo stipendio della servitù, altri 4 milioni per le telefonate, 2 milioni per vasi di orchidee fresche» [Sasso, Rep] • Nel 1992 Patrizia sviene, ha un tumore al cervello: «Quando sono entrata in sala operatoria nelle migliori delle ipotesi sarei uscita paralizzata, se non morta». Ma secondo Pina Auriemma: «Ci ha giocato, era solo un tumore benigno. Già da prima dell’intervento lei cercava un sicario» [Bazzi, cit.] • «Patrizia la bella è costretta a portare parrucche proprio quando stava cercando di riconquistare il suo uomo. E in ospedale, con lei, solo la madre e le figlie: “Pensavo che tutto potesse ricominciare come in una favola. Così non è stato”» [ibid.] • «Voglio dirti che tu sei un mostro e i mostri si sbattono in prima pagina. Alberti ha scritto che la vendetta non è solo dei miserabili, ma anche degli angeli. Dice: vendicati, poiché hai ragione. Sii spietata, perché sei stata offesa […]. Sei arrivato al limite estremo di farti disprezzare dalle tue stesse figlie, che non vogliono più vederti per dimenticare il trauma. Sei un’escrescenza deforme, sei un’appendice dolorosa, che tutte noi vogliamo dimenticare. Mi hai detto che durante il periodo della falsificazione della firma di tuo padre sei passato dall’inferno: eh no, ti sbagli Maurizio. L’inferno per te deve ancora venire» (Messaggio lasciato alla segreteria telefonica di Maurizio da Patrizia) • Nel 1994 la Corte d’Appello di Milano ratificò la sentenza di divorzio e Maurizio va a vivere con Paola Franchi. Ora Patrizia lo odia con tutta sé stessa: «Andavo in giro a chiedere a cani e porci: c’è qualcuno di voi che ha il coraggio di ammazzare mio marito?». Cercava un sicario perché «io non riesco a mirare giusto. Avevo timore che incontrandolo non l’avrei centrato. Quindi non potevo farmelo da sola. Così ho trovato questa banda Bassotti che me l’ha fatto» [Bazzi, cit.] • «Eppure all’inizio degli anni Novanta, prima della Banda Bassotti messa insieme da Pina Auriemma, effettivamente Patrizia Reggiani chiede aiuto agli amici, al salumiere, alla governante, all’avvocato. Offre soldi, molti soldi, in cambio della testa dell’ex marito. Nessuno la prende sul serio – “L’unica scema”, dice Auriemma, “sono stata io” –, qualcuno va persino a raccontarlo al signor Gucci, che prende atto ma non pensa di proteggersi» [Bazzi, cit.] • «Io non odiavo Maurizio. Non l’ho mai odiato. È stata stizza, la mia. Mi stizziva».
L’omicidio La mattina del 27 marzo 1995, appena varcato l’ingresso del palazzo al numero 20 di via Palestro dove aveva il suo ufficio, Maurizio Gucci viene freddato da quattro colpi di pistola: il primo lo raggiunge alla spalla sinistra, il secondo al braccio destro, il terzo al gluteo destro, il quarto, sparato dal killer quando Maurizio è già a terra, lo colpisce alla tempia sinistra, trapassandogli il cranio. Uscendo, l’assassino spara anche al portiere Giuseppe Onorato, ferendolo. Alle 11 di mattina dello stesso giorno le eredi di Maurizio Gucci presentano una richiesta di sequestro. L’ufficiale giudiziario mette i sigilli alla casa dove Maurizio vive con la compagna Paola e il figlio di lei • Patrizia, saputo per telefono che Maurizio è stato ammazzato, commenta: «Umanamente mi dispiace» [Ravelli, Rep] • «“Hai visto che regalo che ti ho fatto?”, le avrebbe detto l’amica napoletana, “Però tu adesso devi pagare. E ne devi tirare fuori un sacco. L’omicidio costa assai. Vogliamo 500 milioni subito, tosti, tosti. Oppure, fatto uno, ne facciamo altre due”. Ovvero le bambine • Il funerale di Maurizio Gucci si svolge il 3 aprile nella basilica di San Carlo. Patrizia, in prima fila, porta un tailleur nero spigato, lunghi guanti di pelle nera, cappellino con veletta e occhiali neri. Paola non partecipa alle esequie [Pergolini-Tortorella, cit] • «Dopo la tragica morte di Maurizio, Patrizia si è subito trasferita nell’appartamento di corso Venezia. Addirittura ha preteso di dormire nello stesso letto dove lui passava le notti con Paola. Ha assunto la segretaria di Maurizio. E ha cominciato a dare grandi feste» [Ravelli, cit.].
Il processo Gli inquirenti si concentrano sulle questioni finanziarie. Ma girano a vuoto. Intanto Patrizia e Pina vanno in vacanza insieme: crociere, Natale a St. Moritz • Grazie alla confidenza di un detenuto, gli inquirenti scoprono che dietro l’omicidio dell’imprenditore non c’è nessuna pista internazionale. Quell’agguato in stile malavitoso nasconde una squallida storia familiare, con una ex moglie ossessionata, accecata dalla gelosia [Randaccio, Rep] • Alle 4.30 del mattino del 31 gennaio 1997 la polizia arriva in corso Venezia, Patrizia Reggiani sente bussare alla porta, esce in sottoveste e mutandine, e dice: “Cos’è, un’invasione?”, “No, signora, siamo qui per arrestarla”. […] Indossa la pelliccia di visone e tutti i gioielli ma l’ispettore la ferma: “Signora, guardi che lei sarà arrestata e portata in carcere”, riposta: “I miei gioielli e la pelliccia stanno dove sto io”. Saluta le figlie: “Ci vediamo più tardi, arrivo tra poco” e viene condotta alla Criminalpol di San Sepolcro, proprio davanti alla chiesa dove lei e Maurizio si sono sposati. Quando esce dalla questura non avrà più la pelliccia: avvolta in un cappotto qualunque, prestato da un agente» [Bazzi, cit.] • Quello stesso giorno finisce in galera pure la maga Pina Auriemma, 51 anni: è stata lei, su incarico di Patrizia e con l’aiuto del portiere Ivano Savioni, a gestire l’ingaggio del killer, il pregiudicato Benedetto Ceraulo [Pergolini-Tortorella, cit.] • Il processo dura tre anni, dal 1998 al 2001, Patrizia sul banco degli imputati è sprezzante, guarda tutti negli occhi, la madre e le figlie accanto, crederanno sempre alla sua innocenza. Le condanne sono severe ma neanche troppo: 28 e 26 anni ai due esecutori materiali del delitto, Benedetto Ceraulo e Orazio Cicala, vent’anni a Ivano Savioni, organizzatore con Pina Auriemma, che prende 19 anni e mezzo. Ventisei anni per Patrizia Reggiani, ritenuta la mandante dell’omicidio» [Bazzi, cit.] • «Donna piccola e dallo sguardo sfuggente non si è mai dichiarata colpevole. I postumi di una operazione al cervello le sono valsi le attenuanti che le hanno evitato l’ergastolo» (Luca Fazzo) • Secondo la perizia psichiatrica è «a disagio in situazioni nelle quali non è al centro dell’attenzione, è egocentrica e si serve degli altri per raggiungere i propri scopi, è costantemente assorbita da fantasie di successo illimitato, di potere, di fascino, di bellezza, di amore ideale; ha la sensazione che tutto le sia dovuto»: «Questo è il terreno mentale sul quale, secondo i medici, si sarebbero abbattute le cinque insopportabili “ferite narcisistiche”. La prima quando Maurizio Gucci l’abbandona nell’85; la seconda quando l’ex marito sceglie la nuova compagna, Paola Franchi; la terza quando Patrizia si ammala e lui non la va a trovare, anzi “festeggia a champagne con l’amica”; la quarta quando le case di St. Moritz vengono riarredate (“le case” spiega Patrizia ai periti in carcere “facevano parte di me. Chi le toccava era un uomo morto”). La quinta ferita, infine, quando Maurizio Gucci decide di vendere l’azienda di famiglia senza consultarla. “È allora” scrivono i periti “che le sensazioni di Patrizia escono dalla logica comune”. E nasce l’idea di punire chi l’ha ferita: la donna comincia a chiedere a tutti di trovarle un killer; si affida a una strana amica, la sensitiva Auriemma» [Tortorella, Panorama].
Il carcere San Vittore non la cambia. In galera si trova bene: «All’inizio le ho prese, lo ammetto. Ma le ho subito restituite e con gli interessi. E da allora nessuno mi ha più toccata» [Fucilieri, Giornale]. Indossa una tuta di jersey a fiori, un lungo cardigan di lana pesante, un cappotto lungo con i bordi d’astrakan, e guanti di lana nera perché «l’unico problema è che fa freddo, va a finire che qui dentro mi prendo una polmonite». Ai piedi porta stivaletti di pelle con dieci centimetri di tacco. Mangia solo formaggio. «Gli altri cibi mi sembrano troppo cotti e troppo conditi. Non si può avere qualcosa in bianco?» [Pergolini-Tortorella, cit.]. Non rinuncia alla sua esuberanza neanche dietro alle sbarre: boa di struzzo, i brillantini negli occhi e i vestiti scollati [Bazzi, cit.] • «“Victor’s Residence, è così che io chiamo San Vittore, è il posto in cui ho passato diciotto anni. Diciotto anni di pace, sono volati. Dormivo, mi lavavo e scendevo in giardino con Bambi, il mio furetto, a leggere mentre lui zompettava in giro. Curavo le mie piante, non avevo problemi. Mi sono trovata benissimo, vorrei essere ancora lì”. Bambi un giorno si infila di nascosto nel letto di un’altra detenuta: “La proprietaria del letto si è seduta e l’ha schiacciato. È arrivato Bambi 2”. Aggiunge Pina Auriemma: “Là dentro valeva il suo cognome. Si faceva venire parrucchiera, chirurgo e dentista da fuori. Era la signora Gucci” […] E una sua amica che va a trovarla ricorda: “Sono rimasta sconvolta. Patrizia era in shorts, con una maglietta prendisole e un asciugamano sotto il braccio. Stava andando in cortile a prendere il sole con la stessa nonchalance con cui sarebbe salita su un bellissimo yacht”» » [Bazzi, cit.] • Patrizia Reggiani, quando gliela offrono, rifiuta la semilibertà con la quale sarebbe stata costretta a lavorare. In tailleur Curiel blu, sciarpa di velluto raso, trucco stile Dinasty, ha detto ai magistrati: «Io nella vita non ho mai lavorato. Preferisco restare in carcere» [Berizzi, Rep].
Libertà Il 16 settembre 2013 Patrizia Reggiani è di nuovo una donna libera. Quando esce dal carcere. è nullatenente. Va a vivere nella villa della madre con Loredana Canò. Loredana Canò, ex detenuta, conosciuta a San Vittore, condannata per detenzione d’arma modificata e ricettazione, che assume come assistente • Lavora per Bozart. Ha ideato per la primavera estate 2015 una linea di raffinate ed estrose borse in pelle plissettata e multicolore dal titolo a tema Rainbow’s tales, i racconti dell’arcobaleno. «I Manca descrivono la loro “dipendente” puntualissima, precisa, immersa nelle riviste di moda e al passo coi tempi, ma diffidente verso il computer. “Patrizia è molto competente in fatto di tendenze, perfetta per testare i prodotti – spiegano i titolari della Bozart -. Sa dirti quel che funzionerà o no, conosce alla perfezione cosa vogliono le donne o cosa detestano. Quando l’abbiamo incontrata ci ha scrutato con aria di sfida: ‘Così voi sareste i miei nuovi capi!’ Le abbiamo risposto: ‘Ammesso che lei ce l’abbia mai avuto, un capo!’”» [Fucilieri, cit.] • A lei però spetta, in base ad accordi stilati nel 1993 con Maurizio Gucci e secondo una sentenza del tribunale, un milione l’anno (ad oggi quindi 35 milioni). Le figlie si oppongono • Nel 2018 viene messa, su richiesta della madre Silvana, sotto amministrazione controllata. Teme che una volta morta la figlia sperperi tutti i denari • Nel 2019 Silvana muore e, tornata milionaria, Patrizia risarcisce sia il portiere Onorato che Paola Franchi. La fotografano mentre fa shopping in Monte Napoleone col suo enorme pappagallo Bo appollaiato sulle spalle e, quando le chiedono come vanno le cose, dice: “Mi trovo in un bel guaio: devo occuparmi dell’eredità che mi ha lasciato mia madre. Poi devo occuparmi dei miei appartamenti, che non sono pochi. Adesso tocca tutto a me”» • Nel 2020 la Cassazione conferma che alla Reggiani spetta il vitalizio • «Ma le porte della giustizia ormai sono sempre aperte. È l’aprile di quest’anno quando viene aperta un’indagine per circonvenzione d’incapace, nata da una denuncia delle figlie. Vengono coinvolti due avvocati, un consulente finanziario e un’ex compagna di cella e amica di Patrizia. Ma quando e perché Patrizia sarebbe diventata incapace? La donna nel corso dei processi fu sottoposta a varie perizie psichiatriche che la ritennero sana di mente. Lei ha rilasciato interviste ed è sempre parsa molto lucida. Ora però arriva una richiesta d’interdizione, direttamente dalla Procura. Come riporta La Verità, se il giudice dovesse accoglierla: “Allegra e Alessandra potrebbero di fatto ‘disinnescare’ il diritto della loro madre di far valere il vitalizio milionario che nel novembre del 2020 la Cassazione le aveva definitivamente riconosciuto… La Reggiani vanta tuttora nei confronti delle sue due figlie un credito di oltre 20 milioni di euro, a cui va aggiunto 1 milione di franchi svizzeri per ogni anno di vita. Insomma: una Lady Gucci interdetta non costerebbe un centesimo”. Un giallo, l’ennesimo, nell’infinita vicenda Gucci» [Oggi]. Intanto i giudici del Tribunale di Milano hanno emesso un ordine di protezione a tutela della Reggiani e buttato fuori da casa sua Loredana Canò. Della vita di Patrizia Reggiani l’Art Theatre di Londra ne ha fatto un musical, Mrs Gucci (2013) e Ridley Scott un film, House of Gucci, con Lady Gaga che nei panni di Patrizia punta al suo secondo Oscar. Uscirà in sala il 15 dicembre 2021.
Titoli di coda «Con mio marito abbiamo divorziato, è vero, ma a me non interessa: io sono Patrizia Reggiani Gucci».