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 2021  dicembre 13 Lunedì calendario

Biografia di Abigail Francine Lassman

Abigail Francine Lassman, in arte Abbe Lane, nata a New York il 14 dicembre 1931 (90 anni). Cantante, attrice e ballerina statunitense, famosa per i suoi fianchi e la sua mossa. Sua la stella dell’Hollywood Walk of Fame al 6381 di Hollywood Boulevard.
Titoli di testa «Voglio diventare un’attrice, non soltanto una sex symbol».
Vita Nata e cresciuta a Brooklyn in una famiglia di religione ebraica, a 4 anni sale per la prima volta su un palco, a 6 canta alla radio americana, a 13 fa l’indossatrice, a 15 debutta a Broadway come ballerina • La madre, Maria Grazia, di origine spagnola, fu Miss New York negli anni 30 • «A Brooklyn, probabilmente dai figli di nostri emigrati italiani, impara alcune parolacce della lingua italiana» [CdS] • «Avevo avuto un’educazione rigida. Mio padre era molto severo e la mamma mi seguiva ovunque andassi» • Una sera il direttore d’orchestra spagnolo Xavier Cugat capita in un teatro secondario di Broadway e nota subito, fra le ballerine di prima fila, una ragazza dai capelli rame, più nuda che vestita, giovanissima. La vuole come interprete delle sue creazioni • «Di me gli piacquero i capelli, gli occhi, la bocca, il vestito, la linea del corpo, gli piacque tutto, tutto». E la sua scelta fu fatta [Martini, Il Tempo] • Non bisogna dimenticare che proprio nello spettacolo di Cugat esordirono Rita Hayworth, Danny Kaye, Carmen Miranda ed altre future celebrità: «A un certo punto mia madre non poteva più seguirmi, ma non mi avrebbe mai lasciato partire da sola», così Cugat, sposato con Lorraine Allen, prende la giovane sotto la sua ala: «Accadde cioè che il famoso compositore di ritmi ispanoamericani, per di più cinquantenne, venne sorpreso da Lorraine alle quattro del pomeriggio nella stanza di Abbe Lane, in un albergo di Los Alamos; la porta della camera era aperta; le scarpe del musicista erano nel corridoio. Il divorzio di Cugat dalla sua quarta moglie fu inevitabile. E la ballerina diciannovenne, ormai scatenata, sembra vi abbia contribuito prendendo a schiaffi la moglie del suo futuro marito. Fu gelosia? Fu astuzia femminile? Abbe, smentisce assolutamente la scena degli schiaffi, ma la sua giustificazione – “non rientra proprio nel mio carattere” – appare scarsamente convincente. Cugat dal canto suo se la cava con la condanna a milleduecento dollari al mese di alimenti e senza rimpianti: la moglie ama soprattutto la vita di società, non lo segue mai, egli si sente solo» [Martini, Il Tempo] • Nel 1949 i due sono in Italia per girare Al diavolo la celebrità di Mario Monicelli e Steno • Di Abbe, dopo il debutto, un critico di Nuova York scrive: «La più recente scoperta di Cugat è anche, indubbiamente, la migliore» [CdS] • «Ne ero convinto personalmente al punto che ho fatto di lei mia moglie» (Xavier Cugat) • I due si sposano nel 1952, lei non è molto innamorata di lui ma dopo un po’ di tempo si convince: «Il ménage dei coniugi Cugat è un esempio di perfetta armonia coniugale. Dopo la scena degli schiaffi, che denotava un temperamento irrequieto, Abbe ritrasse completamente le sue unghie e divenne una moglie affezionata, fedele, e perfino moderatamente gelosa. Essa non fa nulla, non esce, non concede interviste, non si fa fotografare, senza prima aver chiesto il permesso di Cugat; egli le insegna lo spagnolo, ora anche l’italiano, quando capita la porta a visitare i musei e oggi Abbe è in grado di distinguere a prima vista un Velasquez da un Goya, artisti di cui prima non conosceva neppure i nomi. In compenso, in questi tre anni essa ha girato mezzo mondo e ha avuto tutto ciò che aveva sognato: il successo, gli applausi di pubblici deliranti (“oh, il pubblico italiano, meraviglioso simpatico divino!...”), una tenuta in California, con un allevamento di 2.000 microscopici Chihuahua, una villa a Hollywood, fama e ricchezza» [Martini, Il Tempo] • In America recita in tre film: «Tre film bruttissimi, da dimenticare» • Chiamata a Hollywood, è nel cast di due b-western targati Universal: Le ali del falco (1953) e La mano vendicatrice (1954). Non si lega a nessuno studios; appare al fianco di Glenn Ford in L’americano (1955), poi è femme fatale nel crime Il sindacato di Chicago (1955): «Film bruttissimi, da dimenticare», ripete • Nel 1954 torna in Italia: «Spero di affermarmi, ora, nei film italiani, che sono così umani e così vivi da aver conquistato tutte le simpatie anche del pubblico americano» [Cerretto, CdS] • «Xavier Cugat ha deciso: Abbe Lane diventerà una stella del cinema, l’Italia sarà il suo trampolino di lancio, e l’esempio cui guardare, la meta alla quale tendere avrà il nome di Rita Hayworth. La decisione è maturata nel corso di quest’anno e si è concretata in questi ultimi giorni del soggiorno romano della celebre coppia. Ciò non significa che Abbe smetterà di cantare e di ballare; tutt’altro, soltanto essa ballerà e canterà d’ora in avanti sullo schermo, contorcendosi davanti a milioni di spettatori, al ritmo delle canzoni che suo marito compone ogni giorno per lei, che è la sua regina e ispiratrice. Sdraiata in una poltrona nella hall dell’Excelsior, le braccia nude nonostante la stagione avanzata, la rotondità del collo messa in risalto da una sottile catenina d’oro, Abbe segue attenta le parole di Cugat. Non ne perde una. Assentisce. Al nome della Hayworth un brivido la percorre e sorride ergendosi sul busto. Le piace ascoltare suo marito parlare del suo avvenire; egli trova sempre le parole giuste, le espressioni che rispondono ai suoi più vivaci desideri» [Martini, cit.] • «È felice, perennemente sul punto di scoppiare a ridere, ma sarebbe un’ingenuità dire che è paga di quanto ha avuto. Nata in America, ma di origine spagnola per parte di madre, Abbe è una creatura di una femminilità vorace. Ama gli sports, cavalcare, sciare, giocare a tennis, come un’americana, ma adora essere protetta, vezzeggiata, ammirata, come un’europea. Una delle sue passioni più forti è la corrida, il combattimento nell’arena la incanta, la fa soffrire; la vista del sangue la eccita, ne parla con piccoli gridi soffocati. Le piace tanto che ha voluto registrare le sue impressioni su di un nastro magnetico, dal quale Cugat ha fatto ricavare un libro, stampato non senza fortuna in America. E naturalmente le piace spendere, comprarsi toilettes, pellicce lussuose e soprattutto gioielli. Quando parla di gioielli i grandi occhi le si illanguidiscono di un’infantile cupidigia. Fra tutti preferisce gli zaffiri. Ne ha uno, infilato al dito, che sembra un sasso. “Costa”, essa dice, “40 mila dollari”, ma possiede una perla che vale il doppio» [Martini, cit.] • Recita con Totò, Alberto Sordi, Walter Chiari, Vittorio De Sica • Dopo la Lollo e la Loren, i giornali parlano di lei come la “Terza L”. Abbe, in abiti che le fasciano il corpo a tal punto che molti dubitano faccia uso di biancheria intima, si afferma come femme fatale • Appare in diversi show televisivi è una danzatrice dalla mosse arditissime: «Canta con il corpo», dice chi la guarda • Una trionfale tournée con l’orchestra del marito la consacra regina del cha cha cha • Da 1955 la trasmissione Casa Cugat di Mario Landi di cui è protagonista accanto a suo marito e ai suoi chihuahua diventa un appuntamento irrinunciabile e dal sapore trasgressivo per migliaia di telespettatori • «La chiamano “statua di carne”. Ma che statua! Scultorea sì, ma scatenata! Un turbine!» [CdS] • Nel 1956 la Rai chiude il programma. Motivo? Abbe Lane muove troppo i fianchi • Vito Molinari: «Il pubblico televisivo maschile impazziva e le mogli inviavano lettere con reclami feroci» [Bovi, Sorrisi] • Nel 1958 si legge sui giornali: «Abbe Lane è arrivata a Roma in incognito per una breve vacanza. Si esclude che la bella Abbe possa tornare sugli schermi della televisione italiana. Non approva i “mutandoni della nonna” imposti ad ogni bella donna che voglia comparire sui nostri teleschermi» • Nel 1959 Abbe Lane è la protagonista di Roulette e roulotte di Turi Vasile: «Lavora a Sanremo sul set dalle 8 alle 10 ore al giorno. È, infatti, molto dimagrita» [CdS] • In tv torna nel 1960, partner di Corrado, nel programma televisivo Controcanale, scritto da Guglielmo Zucconi per la regia di Vito Molinari. Andrea Camilleri, che allora lavorava in Rai: «Ero l’ambasciatore dell’ufficio censura. Quello che doveva comunicare agli artisti le decisioni della commissione. Venne in Italia Abbe Lane, per esempio, ed ebbe l’ordine di esibirsi con lo sguardo sempre tassativamente fisso alla telecamera, senza mai voltarsi di schiena per ovvie ragioni» • In una trasmissione, addirittura, viene obbligata a mettere un fiore nella scollatura, troppo vistosa: ottenendo l’effetto contrario, perché tutti guardavano il fiore e le colline in fiore [Capelli, Vanity] • «Dovete sapere che mai mi è accaduto di cadere durante le mie danze. Ebbene, quando Xavier presentò il suo spettacolo alla corte del Re del Siam, mentre, da lui annunciata, entravo nel raggio di luci dei riflettori e avanzavo verso il microfono, inciampai e mi ritrovai in terra lunga distesa. La cosa si complicò per il fatto che indossavo un abito così aderente da rendermi impossibile di rialzarmi da sola, e d’altra parte, poiché il re era seduto, nessuno dei dignitari poteva alzarsi. Per qualche attimo rimasi lì, seduta in terra, mortificata e indispettita, a piangere come una ragazzina» [Ceretto, CdS] • Il rapporto tra Xavier Cugat e Abbe Lane inizia a incrinarsi: «Diventai un oggetto di sua proprietà. Era ricco, avaro, dispotico. Mi sottrasse tutto quel che avevo guadagnato. Mi fece credere che investiva il mio denaro invece lo intestò tutto a suo nome». Pazzo di gelosia, la segregava nelle camere d’albergo; una volta, a Madrid per girare un film, la pestò talmente tanto che per due settimane non la fecero lavorare per i troppi lividi [Capelli, cit.] • Nel 1964, dopo 14 anni di vita in comune e burrascose vicende culminate con la fuga di Abbe, il re della rumba Xavier Cugat e la sua affascinante moglie divorziano in una cittadina del Messico. Secondo gli accordi Cugat assegnerà a sua moglie circa 600 milioni di lire, l’appartamento (160 milioni), l’auto (16 milioni) e i due famosi cagnolini «chihuahua senza i quali non potrebbe vivere» [CdS] • «Oriana Fallaci nel suo libro Viaggio in America ci dice che Xavier Cugat abitava a New York proprio nel grattacielo adiacente al suo. Dopo il divorzio da Abbe Lane non era più il personaggio che intratteneva il pubblico con quel sorriso pieno di ironia. – “Se lo incontro per strada mentre sto rincasando spesso mi invita a bere un bicchiere di Porto a casa sua” – “Non faccia caso al mio appartamento” – mi dice Xavier. - Penso che alluda al disordine (trovare domestici qua è impossibile) e lo rincuoro “Vedesse il mio...” - “No no” replica Cugat – “di disordine non ce ne è mica, è solamente vuoto. Abbe si è portata via anche le lampade. Sono riuscito a salvare solo i quadri… sa, i Modigliani valgono una fortuna”. Chiede che cosa abbiano detto in Italia del suo divorzio da Abbe, di trent’anni più giovane. Poi accarezza il cagnolino chihuahua e si abbandona a un lungo monologo: “la motivazione del divorzio è pazzesca: crudeltà mentale causata da gentilezze eccessive. Al giudice ha detto che la soffocavo con le mie continue gentilezze, ma, purtroppo, tutte le prove erano contro di me. Dovevamo andare a Hot Spring nell’Arkansas e lei è sparita. Aveva già preparato la fuga. L’ho rintracciata a Brooklyn in casa di sua madre e ha detto che ero troppo vecchio per lei (più di trent’anni di differenza), ma quando l’ho sposata lo sapeva. Il tempo è passato anche per lei, e il vecchio ha fatto la sua parte”» [grandhotelmajestic.it] • Stando ad Abbe, quando lei si decide a chiedere il divorzio, lui minaccia di sfigurarla con l’acido. Poi le concede la separazione solo dopo essersi preso case, auto e i tre quadri di Modigliani • «Xavier Cugat, re del ritmo latino-americano, ormai ex marito di Abbe Lane, ritiene responsabile della rottura di contratto effettuata dalla ex-moglie la coppia di ballerini John e Tybee Brescia, e chiede in risarcimento la somma di un milione di dollari (620 milioni di lire). Non appena si profilarono i primi guai con Abbe Lane, Cugat ne accollò immediatamente la responsabilità a questa coppia di ballerini, che sono marito e moglie e che facevano parte dello show. Secondo Cugat sarebbero stati appunto Brescia e sua moglie a convincere Abbe Lane non solo al divorzio ma anche a rompere il contratto che la impegnava a cantare con la sua orchestra. Brescia – secondo Cugat – aveva promesso ad Abbe Lane che di lei avrebbe interessato Frank Sinatra e la sua casa cinematografica» [CdS] • Dieci giorni dopo il divorzio Abbe incontra l’uomo della sua vita: «Un avvocato bello, giovane e gentile». Si chiama Perry Left e i due si sposano nel 1965: «Soltanto con questo secondo matrimonio trovai la pace e il modo di condurre una vita normale» • Sul finire degli anni Sessanta recita in qualche serie tv, come La famiglia Brady • Nel 1981 è interprete di I love New York, brano composto da Victor Bach, sigla di chiusura del programma televisivo Te la do io l’America condotto da Beppe Grillo • La Lane negli anni ha ricevuto molte proposte per portare in tv o al cinema la sua storia personale, ma sino ad ora non si è lasciata convincere • Torna al cinema per l’ultima volta nel 1983, nel film ad episodi Ai confini della realtà. Lascia le scene da attrice due anni dopo, ma continua ad apparire in programmi televisivi e nel 2008 è ancora invitata sugli schermi della RAI, nella trasmissione Tutti pazzi per la tele. Nel 1993, pubblica il romanzo autobiografico But Where is Love. Nel giugno del 2012 – a 80 anni compiuti, ma sempre bellissima e sempre in possesso di grande fascino– ha presentato la sua Superdoll Abbe Lane Forever con un grande party a Milano sempre organizzato da Elisabeth Arden • Ora Abbe Lane vive serenamente la vecchiaia, accanto al suo secondo marito, Perry Leff, sposato nel 1964, con cui ha avuto due figli.
Titoli di coda «Ognuno nasce con una certa carica di sensualità, il mio consiglio è di mantenerla senza scadere nel volgare. Siate sempre voi stesse, cercando di piacere a voi e a vostro marito» (Abbe Lane a 80 anni).