14 dicembre 2021
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Biografia di Red Ronnie (Gabriele Ansaloni)
Red Ronnie (Gabriele Ansaloni), nato a San Pietro in Casale (Bologna) il 15 dicembre 1951 (70 anni). Conduttore, autore e produttore tv. Ha lavorato con Rai, Fininvest, Videomusic, Tmc, Mediaset. Tra i numerosi programmi: Bandiera gialla (1983-1984, un Telegatto), Be bop a lula (1984-1990), Viva Sanremo (1986-1991), Vota la voce (1987-1998), Una rotonda sul mare (1989-1990, un Telegatto), Roxybar (1992-2000, tre Telegatti), Sapore di mare (1991), Mi ritorni in mente (1994), Help (1996-2000). Nel 2011 ha creato la web tv Roxy Bar Tv.
Vita Diplomato in Ragioneria. Ha lavorato come cassiere in una banca per 12 anni • «Abitavo in campagna e il primo centro abitato era a un chilometro e mezzo di strada non asfaltata. Avevo un impianto molto forte e d’estate mettevo il volume al massimo, gli amici sentivano da un chilometro e mezzo di distanza, lasciavano il bar, salivano il motorino e venivano a casa mia ad ascoltare i miei dischi. Chi ama molto la musica è perché è stato salvato dalla musica. Poi, la musica, con le radio, mi ha salvato dalla noia tremenda degli anni ’70 con le radio libere e io ero nella prima radio libera bolognese. La gavetta non è stata dura perché io non avrei mai immaginato che avrei fatto quel che ho fatto. All’epoca lavoravo in banca e contemporaneamente facevo il giornalista. Questo fino al 1983 quando ho fatto il primo programma televisivo, Bandiera gialla, ho preso l’aspettativa dalla banca e, poi, sono uscito» (a Francesco Curridori) • «Esordisce nel mondo della musica nel 1975, trasmettendo a Radio Bologna Notizie, la prima radio libera della sua città natale. Nel 1976 il suo programma Progressive music viene premiato come migliore in Italia. Nel 1977 inizia la lunga collaborazione con il famoso fumettista Bonvi, che li vedrà insieme in svariati programmi radio, testate giornalistiche e programmi televisivi.
In quest’anno Gabriele adotta lo pseudonimo di Red (per il colore dei capelli) Ronnie (in ricordo del pilota Ronnie Peterson). Nel 1978 entra nella scena televisiva presentando un programma musicale su Telezola. L’anno successivo viene a contatto con il panorama musicale emergente italiano; da allora in poi Red Ronnie sarà famoso per l’aiuto verso i gruppi emergenti» (dal suo sito Redronnie.it) • «Il Roxy Bar è nato da una grande sofferenza. Ho avuto una popolarità altissima con Una rotonda sul mare, un programma che non mi piaceva, ma che aveva fatto 8 milioni di telespettatori nella puntata finale. Berlusconi voleva che io continuassi a far quello e che prendessi il posto di Mike Bongiorno che, mi disse, era già anziano, però risposi di no perché non era nella mia natura e lui mi fece licenziare da Canale 5. Il posto che avrei dovuto occupare io lo ha preso Jerry Scotti che è molto più bravo di me a far quelle cose. Dalla grande sofferenza di un anno e mezzo in cui non conducevo programmi tivù è nato il Roxy Bar su VideoMusic che, poi, ha vinto tre Telegatti, battendo anche il Festival di Sanremo. Il programma nasceva proprio dalla canzone di Vasco Rossi ed era il concetto di ritrovarsi tra amici al Roxy bar, ad ascoltare musica» (a Francesco Curridori) • Per molti anni Roxybar è stato uno dei pochi programmi stranieri ad andare in onda sulla televisione cubana (Fidel Castro gli concesse anche due lunghe interviste) • «C’era la fila per il Roxy Bar. Tutti volevano andare negli studi del Centergross di Bologna per esibirsi, ma va anche detto che Red Ronnie ha sfruttato la sua popolarità per fare conoscere alla massa anche artisti meno popolari o esordienti. Perché non l’hai più fatto? Quando Tmc2 si trasformò in Mtv, sembrava che Campo dall’Orto volesse traghettare Roxy Bar sul nuovo canale. “Campo dall’Orto stava bluffando: non poteva tollerare di portare su Mtv un programma che aveva sempre battuto Mtv. Mi rassicurò dicendo che ci sarei andato perché non cercassi altre reti. Abbiamo avuto degli incontri, poi a settembre non ha risposto neppure alle mail: aveva ottenuto che non avessi cercato altre collocazioni, ma non voleva portarlo su Mtv”. Poi, però, hai fatto Yesterday su Rete 4. “Abbiamo fatto due anni di i-Tim Tour, dove si esibivano artisti emergenti come i Negramaro che hanno iniziato lì la loro carriera. Poi feci Yesterday, ma da quell’esperienza non ho più fatto tv”. Come mai? “Ero vegetariano ed erano altri tempi. Avevo rinunciato a fare pubblicità a prodotti dannosi per la salute come carne, latticini e alcol. Ero considerato un alieno. Altri motivi non li so”» (a Rolling Stone) • «Il dato più significativo è che, espulso dalla tv, Red Ronnie non si è dato per vinto e dal febbraio 2005 edita e distribuisce in edicola e nei negozi specializzati Roxy Bar, la prima rivista di musica arte e cultura in dvd» (Aldo Grasso) • «Quando la tv è diventata quella urlata, io l’ho mollata. La nostra vita è fatta di tanti tasselli. E tante soddisfazioni come quella di battere con videomusic anche il festival di Sanremo. Quando la tv è diventata infrequentabile mi sono ritagliato una spazio con Roxy Bar. E poi l’ho ripresa col web» (a Mario Luzzatto Fegiz) • Nella sua casa di Bologna ha quarantamila vinili • Nel 2012, subito dopo il terremoto che aveva colpito l’Emilia, intervistato dal Tg1 ha fatto riferimento alla profezia dei Maya come causa del sisma: «Sono arrivati i tweet anche in Sudamerica, dove sono molto preoccupati perché sono legati alle profezie dei Maya... Mi hanno anche mandato un articolo fatto due giorni fa dove prevedevano un terremoto il giorno 20 visti gli allineamenti delle Pleiadi» • Dal 1991 vegetariano. Dal 1995 vegano • Non assume farmaci, convinto che provochino le malattie. Convinto anche che ci sia una relazione tra i vaccini e l’autismo • In diverse occasioni si è detto a favore del trattamento Stamina (in un tweet commentando la notizia dei 30 milioni di euro raccolti da Telethon per le malattie genetiche scrisse «dateli a stamina, non ai baroni della medicina») • Sulla pandemia di Covid ha assunto posizioni no vax («Se sono vaccinato? Mi avvalgo della facoltà di non rispondere», nel novembre 2021) e complottiste: s’è detto convinto che ci sarebbe un farmaco capace di neutralizzare il Covid-19, «ma qui in Italia ce lo nascondono» • «“Sono contro le fake news e quindi sono contro le notizie di telegiornali e programmi tv. Quando un virologo si presenta i primi di febbraio e dice che il coronavirus non sarebbe arrivato in Italia, continuando a pontificare, deve sparire dai radar. Questo ha portato a uno stravolgimento della comunicazione che non è più nei tg” Onestamente, se ti riferisci a Burioni, non disse che il virus non sarebbe mai arrivato in Italia: era una delle possibilità, non una certezza. In quel momento, forse, non era ancora presente nel nostro Paese. E poi, se tg e tv, non sono attendibili, dove sarebbero le notizie non fake? “Su WhatsApp, su internet. Sono fioriti esperti e complottisti, se vogliamo usare questa parola tanto cara al mainstream, che hanno avuto il merito di allontanare la gente dalla tv dei telegiornali faziosi ed edulcorati. Le informazioni che passano su WhatsApp non vengono minimamente considerate da virologi importanti, come è successo a Luc Montagnier che è stato ridicolizzato”. Perché ci avrebbero dovuto dare tante fake news? “Lo scopo era gettare l’Italia nella paura: le uniche notizie erano bollettini di guerra, tutti i giorni, senza considerare che un virus si combatte alzando le difese immunitarie. E gli unici due modi per alzarle sono non mangiare carne e latticini e non avere paura. La paura abbassa le difese immunitarie. Sono vegano dal 1995 e da allora non mi ammalo. Quindi non ho paura di prendere il coronavirus. È un esperimento di comunicazione mediatica per distruggere il nostro paese e svenderlo. Abbiamo i più bei paesaggi che ci sono, arte, cultura, cibo, tutte cose bellissime che fanno appetito ai poteri che hanno denaro”» (a Rolling Stones) • Dal 2021 Maurizio Crozza lo imita, ritraendolo come uno svalvolato. «Crozza mi diverte e se vogliamo mi aiuta. Perché comunque riprende argomenti che fanno circolare il mio pensiero. Geniale il farmi dialogare con morti illustri del rock che vivono in un’altra dimensione. Mi prende in giro, è vero, ma alcune verità passano» (a Mario Luzzatto Fegiz) • Grande amico di Vasco Rossi. «Siamo amici veri. Divergenti ma con una stima reciproca. Non abbiamo mai litigato». Amicizia storica anche con Jovanotti: «Gli ho dato il primo Telegatto a Vota la voce. Siamo diventati amici, veniva a dormire a casa mia, io andavo da lui, gli ho fatto fare pace con Vasco Rossi. Dopo aver ascoltato Una tribù che balla Vasco disse “Oh, finalmente qui nasce Jovanotti”. E fu disposto a dirlo proprio sul palco di Vota la voce. Diede un credito a Jovanotti quando ai concerti di Vasco Rossi i fan dicevano “Chi non salta Jovanotti è”, per la canzone No Vasco io non ci casco» • Il 1° dicembre 2021 ha avuto un incidente lungo l’autostrada Teramo-L’Aquila. La sua auto si è schiantata contro uno spartitraffico e lui è stato portato al pronto soccorso dell’Aquila. «Un cambio di corsia mal segnalato e anche una disattenzione mia. Ha visto l’auto? Me la sono cavata solo con una frattura del setto nasale. Sono un miracolato... Oggi comincia per me una nuova vita» (a Mario Luzzatto Fegiz) • Sposato dal 3 luglio 1977 con Morena. Due figlie, Jessica e Luna.
Politica Alle elezioni politiche del 1992 si candidò con il Psi ma non fu eletto (molte preferenze andarono a Red Ronnie e non a Gabriele Ansaloni) • Nel 2007 ha appoggiato Letizia Moratti come sindaco di Milano («Mi ha convinto quando l’ho vista, con suo marito, che lavorava nel fango di San Patrignano»). Della Moratti è stato anche consulente per l’immagine «per ridefinire la digital identity organizzativa e ideare progetti di comunicazione on line e web marketing» • «Non sono né di destra né di sinistra, sono anarchico, ma avevo trovato qualcuno che dava delle opportunità, come la Moratti, con la quale feci il Museo Rock’n’Music Planet, 800 metri quadri in Piazza Duomo per sei mesi. Con l’avvento di Pisapia – della sinistra che si arroga il diritto di essere l’unica a dare spazio alla cultura – è stato cancellato tutto per fare i soliti concerti di quelli che piacciono a loro come Capossela e Bregović» (a Rolling Stone) • Da ultimo ha appoggiato Matteo Salvini sul tema dei migranti: «Non sono molto convinto che l’Europa faccia i nostri interessi».
Critica «Per capire che c’è stato un tempo in cui avere il numero di telefono di Red Ronnie valeva più di quel che oggi vale avere il numero di Roberto Burioni, dovete essere state vive negli anni Ottanta. Quel decennio in cui, se eri una quindicenne i cui picchi ormonali erano causati da un cantante, mica potevi scrivergli su Instagram. Dovevi fargli le poste fuori dai palasport. Red Ronnie, bravo come oggi lo sono certi influencer a capire quale fosse la zona di mercato scoperta, si appropriò del mercato adolescenziale: era quello che prendeva sul serio i Duran Duran, e di riflesso noialtre sceme con accessori Naj Oleari» (Guia Soncini) • «Quando vedo Red Ronnie mi viene voglia di mangiare le braciole» (Enrico Ruggeri).
Vizi Possiede una immensa collezione di memorabilia: testi, strumenti, video, dischi, riviste custoditi nel caveau di una banca. Del 2008 l’accordo con il Comune di Milano per esporla in una mostra, il Rock’n’Music Planet. Nel 1990 aveva anche acquistato all’asta (195 mila sterline, ipoteca sulla casa) la Stratocaster con cui Jimi Hendrix suonò a Woodstock, ma l’ha dovuta vendere perché non aveva più soldi («L’ha comprata Paul Allen, ex numero due di Microsoft. È diventato il gioiello su cui fondare il museo del rock di Seattle»).