21 dicembre 2021
Tags : Niccolò Ghedini
Biografia di Niccolò Ghedini
Niccolò Ghedini, nato a Padova il 22 dicembre 1959 (62 anni). Avvocato. Penalista, è uno dei legali di Silvio Berlusconi. Nel 2001 e 2008 eletto alla Camera (Forza Italia, Pdl), nel 2006, 2013 e 2018 al Senato. «Berlusconi è buono. Rispetto a lui, io sono una carogna».
Vita «Perché è diventato avvocato? “Nella mia famiglia, una famiglia borghese di Padova, tutti da secoli hanno fatto l’avvocato. Il nostro studio ha 400 anni”. Famiglia borghese e con poca fantasia… “Pochissima fantasia. Mia madre però si è occupata della campagna”» (a Claudio Sabelli Fioretti) • Una volta raccontò di essere caduto da un’impalcatura, in prima media, mentre cercava di sputare in testa agli orchestrali di passaggio nella strada (Gigi Riva) «Il padre di Niccolò, Giuseppe, era un noto penalista del padovano: esponente di una famiglia dell’alta borghesia terriera veneta, conservatore e ricco al punto da fare la professione “per dare da mangiare ai cavalli”. Morì quando Niccolò aveva solo 13 anni. La primogenita Nicoletta e la sorella Ippolita – Nico e Ippi le chiamano gli amici – imboccarono la carriera del padre, scegliendo però il diritto civile. Ereditarono lo studio e aprirono le porte al collega penalista Longo. Niccolò dal canto suo non sembrava destinato a grandi imprese: unico fratello a finire all’istituto Barbarigo, la scuola privata destinata ai figli della Padova bene, si laureò in Giurisprudenza a Ferrara, considerata nella vulgata il rifugio di chi non vuole sottoporsi alla dura scuola padovana. E invece la determinazione, il carattere e una passione politica precoce hanno fatto di lui la migliore spalla dell’avvocato Longo. Adolescente nella Padova degli anni 70 divisa tra rossi e neri, tra fronti opposti valicabili solo dalla nascente mala del Brenta, il giovane Ghedini militò nel Fronte della gioventù e finì testimone nel processo alla strage alla stazione di Bologna per aver frequentato dirigenti nazionali dei neofascisti di Ordine nuovo. Chi lo conosce bene lo definisce “un anticomunista per corredo genetico” […] Abbandonata l’attrazione fascista, Ghedini divenne un convinto esponente del Partito liberale: “Uno dei quattro rimasti”, scherza chi lo frequentava allora. Il futuro legale del Cavaliere si presentava con vesti eccentriche: un impermeabile bianco e guanti neri, a fianco del futuro manager di Publitalia e poi governatore del Veneto, Giancarlo Galan. Ma mentre l’ex ministro dei Beni culturali è noto per amare la bella vita, di Ghedini sembra si possa dire “tutto tranne che godereccio”. Secondo gli estimatori, il giovane avvocato che lavora con Longo è “un cultore della disciplina, dotato di istinto e uso a penetranti boutade”. Talvolta oltre il limite. Come quando definì il Cav “utilizzatore finale” delle donne che affollavano Arcore, nonostante avrebbe potuto disporne in “grandi quantitativi” anche “gratis”. Chi conosce lo studio Ghedini e Longo dice che alla fine l’incontro con Berlusconi ha portato ai legali più danni che vantaggi. E anche l’entrata in parlamento dei due avvocati è avvenuta per puro “spirito di servizio”» (Giovanna Faggionato) • «È vero che lei è stato il maestro di Ghedini? “Sì. Io ho 15 anni più di Niccolò e quando si laureò entrammo entrambi nello studio Ghedini. Lui come praticante, io per tentare di salvare il salvabile, perché da lì se n’erano andati tutti alla morte di suo padre, avvenuta quando lui aveva 13 anni. Erano rimaste solo le due sorelle, Ippolita e Nicoletta”. Tra voi c’è ancora questo rapporto allievo-maestro? “No, la differenza d’età tra noi non si sente più. Lui è stato un ottimo allievo, ora è un ottimo collega. Abbiamo caratteri diversi quindi ci compensiamo”. Diversi in cosa? “Ghedini è un pessimista, io l’opposto. Lui è sempre stato un grandissimo lavoratore con uno spiccatissimo senso del dovere, io invece penso che le cose importanti della vita siano la salute e i sentimenti. Sono più giovane io di lui”» (Piero Longo a Barbara Romano) • «Il presidente Silvio Berlusconi arriva nella vita di Niccolò sotto forma del processo “toghe sporche”. Era il 1998 il premier non aveva mai sentito parlare di questo giovane veneto dall’aria mite. Non se ne separerà mai più. Alla Camera Niccolò approderà con lui, nel 2001» (Alessandra Arachi) • «La storia di Ghedini e Berlusconi è diventata oggetto di leggenda. Nei corridoi dei tribunali si racconta che quando l’ex premier si rivolse a Piero Longo per ottenere la sua difesa, il celebre avvocato declinò l’invito: “Sono molto onorato presidente, ma non ho abbastanza tempo”. Fu allora che i due ritennero di “coltivare il giovane Ghedini”. […] È stato – secondo molti – il cervello della legge ad personam: “La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione”, disse nel 2009 nella memorabile discussione in aula sul Lodo Alfano. Nel 2011, poi, solo per portare da Milano a Padova i documenti del processo Ruby dovettero affittare un camion. Letteralmente. Ma nelle faccende personali del Cav sono finiti coinvolti primari e comprimari. Da una parte lo studio Longo-Ghedini (una squadra di 12 professionisti tra penalisti e civilisti), dall’altra la corte di Berlusconi. Nel 2011 alcuni documenti del processo Ruby furono inviati all’intero gruppo del Pdl. Mentre le due sorelle Ghedini gestirono il divorzio da 1,4 milioni di euro tra Silvio e Veronica. Più recentemente, Paola Rubini, penalista, da 20 anni braccio operativo dello studio padovano, ha difeso Francesca Pascale dalle accuse di Michelle Bonev sulle sue abitudini sessuali. La politica, insomma, ha invaso le stanze e i faldoni di via Altinate» (Giovanna Faggionato) • Trattava lui, per conto di Silvio, con Veronica • Uomo chiave nell’emendamento al decreto sicurezza che rinviava di un anno i processi per i reati minori (quelli cioè con pene inferiori ai dieci anni). Quell’emendamento fu all’origine dello scontro tra Berlusconi e il Csm nel giugno-luglio 2008: la sua entrata in vigore, infatti, permetteva la sospensione del processo Mills in cui il presidente del Consiglio rischiava una condanna a sei anni • «“I cavilli. Da sempre. Ho sempre impostato le mie difese sulle questioni di procedura o di diritto”. I cavilli sono giustizia giusta? “Il processo giusto è quello che segue le regole. Se il processo è lento, o torna in primo grado o finisce nella scadenza termini, è colpa della norma. O del giudice che la applica male”. Vale anche per chi è impegnato in politica? “Il giudizio politico viene dato dall’elettore. Il processo va fatto con le regole. Per Berlusconi sono state disattese 99 volte su 100”» (a Sabelli Fioretti) • «Applica sempre il massimo delle tabelle professionali: 2.479 euro Iva compresa per un’udienza, 26 mila per una causa con poche udienze» (Antonello Caporale nel 2002) • Indagato per concorso in corruzione in atti giudiziari nel processo Ruby Ter che vede coinvolte le ragazze che hanno frequentato la casa di Silvio Berlusconi ad Arcore e che avrebbero testimoniato a favore di quest’ultimo in cambio di soldi, nel 2015 la sua posizione e quella di Piero Longo sono state stralciate e poi archiviate • Nel 2016, stando al monitoraggio di Openpolis, è stato il senatore con la più alta percentuale di assenze a Palazzo Madama (99,15%). «Lei, quando è assente, cosa fa di preciso? “Guardi: io, ogni giorno, e anche più volte al giorno, sento il mio presidente, Silvio Berlusconi. E lui... d’intesa con il capogruppo al Senato di Forza Italia, Paolo Romani, mi ha concesso la possibilità di fare politica fuori dal Parlamento. Un’attività che, evidentemente, viene giudicata utile. Altrimenti non mi avrebbero ricandidano così tante volte, non trova?”. Trovo che non partecipare con una certa regolarità ai lavori parlamentari tradisca il suo mandato. “Questa è una considerazione buffa, lo sa?”. Lei la trova buffa? “Ma certo! Ora mi tira fuori quest’idea un po’ balzana della nostra democrazia... No, dico: mi sembra sia noto che quando i parlamentari italiani vanno a votare è già stato tutto deciso. Il capogruppo fa un gesto con la testa e ordina: votiamo sì, oppure votiamo no. I parlamentari, che spessissimo non sanno neppure cosa stanno votando, si limitano quindi ad alzare il ditino, pigiano diligenti il tasto e poi tornano a sonnecchiare, oppure a leggere il giornale sull’iPad, a scrivere sms, a telefonare...”» (a Fabrizio Roncone) • Celebri le sue litigate con Marco Travaglio ad Annozero, la trasmissione di Michele Santoro andata in onda su Raidue tra il 2006 e il 2011: «Praticamente un format. Travaglio cita una sentenza per dire che Berlusconi è un criminale. Lui parte in una difesa appassionata scartabellando faldoni. Travaglio insiste. Lui si incaponisce. I toni si alzano. Santoro osserva felice. Le voci si sovrappongono. Finché lui, esasperato, urla “mavalà”» (Sabelli Fioretti) • Sposato con Monica Merotto, un figlio, Giuseppe • Ha tre sorelle, Elena Francesca Ghedini (1945), archeologa; Nicoletta (1942) e Ippolita (1950), avvocatesse. Ippolita, specializzata in Diritto di famiglia, ha seguito Silvio Berlusconi nelle pratiche per il divorzio da Veronica Lario • «Più estroversa Ippolita detta “Ippi”, ottima cavallerizza come fa presagire il nome da regina delle Amazzoni, sposata a Michele Dalla Costa, al vertice della Procura di Trieste. Più defilata Nicoletta, di otto anni più anziana, nota per aver ’consigliato’ Virginia Sanjust, la giovane annunciatrice al centro di una causa intentata dal suo ex marito contro il premier (che aveva al fianco Niccolò)» (Denise Pardo).
Critica «Ghedini è duro ma sportivo, non sfugge al confronto. È coraggioso» (Marco Travaglio) • «Ghedini perde i processi in tribunale e prova a vincerli in Parlamento. Finché lo difendevo io, Berlusconi si è sempre fatto processare. Ed è stato sempre assolto o prescritto» (Gaetano Pecorella) • «Allure fassinesca, mento che sembra un cactus e una somiglianza con Christopher Lee, insuperato interprete del vampiro Dracula (...) È lui il falco dei falchi, l’uomo con il cerino in mano che ha dato fuoco al falò delle ostilità tra Palazzo Chigi e la magistratura» (Danise Pardo) • «Il sarto di fiducia di Silvio Berlusconi, cliente in doppiopetto. Lui cuce. Tra leggi, disegni di legge, decreti e semplici bozze, ha ricamato una ventina di provvedimenti. Otto hanno visto la luce, e sono leggi dello Stato. La sua virtù è non stancarsi mai. Notte e giorno, a Natale e Ferragosto. C’è sempre» (Antonello Caporale).
Tifo «Il calcio non mi appassiona. Ma per simpatia del presidente tifo per il Milan. È divertente guardare le partite con lui. Fa commenti pertinenti, ti spiega che quell’azione è sbagliata. Lo vedi che soffre. È come guardare una partita di tennis con Panatta» (a Sabelli Fioretti).
Hobby «Il lavoro. Ritengo sia una fortuna. Non frequento salotti, non conosco la cosiddetta mondanità. Non vado a teatro, non scio, non nuoto, non vado a cavallo. Quando non sono ad Arcore o a Palazzo Grazioli, torno a casa a Padova».
Vizi Colleziona auto d’epoca Ha una Packard convertibile (la sua preferita), una Triumph Tr3, una Aston Martin. Per gli 80 anni ha regalato a Berlusconi una Lancia Astura nera del 1936 (anno di nascita di Berlusconi), conservata ad Arcore.